“Piccoli uomini” ovvero “Il ruggito del coniglio”

Abbiamo avuto modo di leggere un paio di strampalati comunicati (sic!) divulgati da due sindacatini che, non avendo argomenti di cui occuparsi a cagione della loro dimensione associativa assimilabile ad una nanoparticella, tentano di mistificare la realtà a loro uso e consumo, ruggendo come solo i conigli sanno fare. Accade, quindi, che il recente cambio di denominazione della nostra organizzazione, ampiamente preannunciato e frutto di una nostra autonoma scelta, diventi l’occasione per tentare di “Intortare” o, se preferite, imbrogliare i colleghi evidentemente considerati dei veri e propri polli.

La scelta di considerare concluso ogni e qualsivoglia rapporto di collaborazione con la confederazione UGL è oramai più che datata e si rese necessaria allorquando risultò del tutto evidente la profonda diversità del nostro modo di fare sindacato rispetto a quello che è poi diventato il modus operandi della predetta confederazione. Poiché siamo fieri della nostra storia collettiva e non possiamo né vogliamo rinnegare le ragioni che, dieci anni fa, ci sospinsero verso la costituzione di UGL Polizia di Stato, abbiamo deciso di investire sul nostro futuro recuperando le solide fondamenta del nostro passato. Da qui il senso della nostra decisione di cambiare denominazione.

Non possiamo perciò consentire che dei “LEStofanti” travestiti da aspiranti sindacalisti tentino impunemente di denigrare la legittimità delle nostre scelte nel tentativo di nascondere la loro miserabile condizione di “ultimi tra gli ultimi”. Molto più di un secolo è passato da quando Louisa May Alcott scrisse prima “Piccole donne”(1868) e poi “Piccoli uomini” (1871): peccato che dopo aver scritto “Piccole donne crescono” non è stato scritto anche “Piccoli uomini crescono”, forse perché quando un uomo nasce “piccolo”purtroppo non c’è proprio verso di farlo crescere… I guai cominciano quando uomini piccoli si mettono a capo di gruppi ancora più piccoli e cercano di costruirsi una “dimensione” immaginaria denigrando uomini normali e gruppi normali, magari anche un po’ più grandi della media e, non potendo far leva appunto sulle reali “dimensioni” né sul consenso, non possono che rifugiarsi nella coniugazione del verbo Intortare.

Dal dizionario di Google:

intortare

in·tor·tà·re/                                                                                                                                                                 gerg.                                                                                                                                                                           verbo transitivo

  • 1.                                                                                                                                                                              Cercare, con un’insistente opera di persuasione, di convincere qualcuno a fare qualcosa.
  • 2.                                                                                                                                                                          Abbindolare, imbrogliare. “si è sempre fatta i. dal primo venuto

Purtroppo per loro i Piccoli uomini sono soli, non hanno né un passato né un presente, per cui il verbo sono costretti a coniugarlo sempre alla prima persona singolare ed all’indicativo futuro e, rivolgendosi ad ogni collega, invariabilmente gli dicono: io ti abbindolerò, io ti imbroglierò. In definitiva, Io intorto… E sempre.. Intorterò e intotero’. Peccato per i Piccoli uomini che i poliziotti sono tutti adulti e vaccinati, alle loro favole non credono più da un pezzo, anche perché hanno potuto constatare che questi Piccoli uomini le loro riunioni le fanno agevolmente dentro gli ascensori reali o virtuali che siano (visti i totali fallimenti sindacali), millantando di fare sindacato, anche se a memoria d’uomo un problema che sia uno non lo hanno mai risolto.

La nostra, invece, grazie al serio e costante lavoro e impegno delle donne e degli uomini che la compongono, è l’ unica organizzazione sindacale che, da ben sei anni e, anche per questo appena passato, cresce costantemente ogni anno, guadagnando sempre più posizioni e consensi, mentre i Piccoli uomini, già nati piccoli e accingendosi a scomparire, senza pudore alcuno parlano di disdette e “sbando”, unico argomento che evidentemente conoscono molto bene per viverlo costantemente e, senza mai imparare la lezione, anziché rassegnarsi a dire la verità, insistono ancora nell’unica cosa che sanno dire al collega: Io intorto.. E sempre Intorterò…Intontero’…

Orbene, poiché abbiamo una certa “pratica del mondo”e conosciamo bene il brodo di coltura di certi personaggi in cerca d’autore, ci viene in mente la straordinaria classificazione proposta dal celebre autore de “Il giorno della civetta”, tra “gli uomini, i mezzi uomini, gli ominicchi, i pigliainc… e i quaquaraquà.”

Questi ultimi, come noto, “…dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quelle anatre…” o, se preferiscono, “ruggire come i conigli”.

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