Oggetto: Inammissibili servizi di trasferimento cittadini stranieri a bordo di voli charter con situazioni di rischio e inaccettabili forti disagi.

Signor Capo della Polizia,

facendo seguito a precorsa corrispondenza Le rinnoviamo l’invito a chiedere, con tutta l’autorevolezza che Le è universalmente riconosciuta in ambito istituzionale che, a maggior ragione in questa delicatissima fase di emergenza acuta, il Governo sostenga adeguatamente l’immane sforzo organizzativo che viene chiesto all’apparato dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza affinché questo non gravi in maniera inammissibile sulle spalle dei poliziotti.

Facciamo riferimento, segnatamente, ai servizi disposti da codesto Dipartimento per scortare i trasferimenti di cittadini stranieri a bordo di voli charter ed in particolare a quello effettuato il 12 novembre scorso, quando le condizioni del servizio e di affollamento a bordo di un aeromobile di limitata o risicata capienza hanno sia determinato un inaccettabile rischio di contagio per i colleghi e per gli scortati, sia uno svolgimento del delicato compito che ben poco si addice al rispetto dei diritti professionali e naturali di tutti i dipendenti impiegati.

Pertanto, non potendosi certo escludere momenti concitati o addirittura colluttazioni nel corso del suo espletamento, riteniamo che le modalità adottate non siano state adeguate e ciò anche se volessimo sorvolare sulle numerose violazioni delle norme, a cominciare dall’orario di servizio programmato: quattordici ore e mezza consecutive in una situazione di pericolo e disagio costante, senza possibilità di stacchi per ristori.

Questo tipo di servizi, per problematiche oggettive, non rispetta mai gli orari previsti e infatti, come era facilmente prevedibile, le ore sono diventate circa diciannove, durante le quali i pasti sono stati somministrati omettendo non solo il rispetto delle circolari, ma anche il rispetto sia del più banale buonsenso che della dignità dei colleghi interessati, che nel cuore della notte avrebbero dovuto consumare un sacchetto, di fatto, lasciato abbandonato sull’asfalto.

Conosciamo bene quali e quante siano le difficoltà oggettive che interessano questo tipo di servizi, ma a tutto c’è rimedio e limite: basta utilizzare aeromobili più capienti e suddividere il servizio su più turni assicurati da maggiori aliquote di personale, nel rispetto della normativa sugli orari di servizio e delle regole che presiedono al diritto a vedersi somministrare pasti idonei in orari e con modalità adeguate, anche se tutto questo costa molto, anzi moltissimo, ma non si possono fare economie sulle spalle dei poliziotti.

Il costo per gestire i fenomeni sociali epocali che interessano il nostro Paese è molto elevato ed a pagarlo non possono certo essere i poliziotti: Le chiediamo, pertanto, Signor Capo, di fare ancora ogni possibile ulteriore sforzo affinché il Governo, nel fare le proprie scelte, tenga conto anche della necessità di mettere immediatamente a disposizione della Polizia di Stato risorse adeguate a far sì che i servizi di Istituto possano essere espletati nell’assoluto rispetto delle disposizioni vigenti.

Quando ciò non avviene è innanzitutto colpita la dignità di Servitori dello Stato e con essa quella dello Stato medesimo, che rischia di trattarli da servi e vengono altresì creati, in aggiunta a quelli inevitabili connessi alla nostra specificità, rischi ulteriori per l’incolumità degli operatori, sottoposti ad uno stress psicofisico eccessivo con orari e modalità di espletamento del servizio che inevitabilmente incidono in maniera inaccettabile sui livelli di attenzione e reattività.

Chiediamo infine anche un’accurata, approfondita e tempestiva attività ispettiva che consenta di comprendere, al più presto possibile e senza che residuino zone d’ombra sulle responsabilità, come sia stato possibile programmare un servizio con orario non solo platealmente in deroga senza che vi sia stata alcuna informazione preventiva alle segreterie provinciali delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale, ma che inoltre, già in base alla programmazione, non rispettava i tempi imposti dal necessario recupero delle energie psicofisiche in condizioni d’impiego che viceversa potevano richiedere la massima reattività e, come se ancora non bastasse, prevedeva la consumazione dei pasti di molto al di fuori dagli orari e dalle modalità imposti dalle disposizioni vigenti, ledendo in modo inammissibile la dignità dei colleghi impiegati.

In attesa di un cortese cenno di riscontro inviamo i più cordiali saluti.

La lettera