ESITO INCONTRO CHIUSURE UFFICI DI POLIZIA

A seguito della richiesta di esame congiunto sugli schemi di decreto del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, riguardanti la soppressione di alcuni Uffici della Polizia Stradale, della Polizia Ferroviaria e della Polizia di Frontiera, dopo l’invio dell’informazione preventiva ai sensi dell’art. 25, comma 2, d.P.R, 18 giugno 2002 n. 164, si è svolta oggi, in video conferenza, la riunione di esame, nel corso della quale, abbiamo avanzato tutte le motivate perplessità, già ampiamente documentate con la nota riepilogativa, inviata all’Ufficio per le relazioni Sindacali il 10 febbraio u.s..

Nel corso dell’intervento, quindi, sono state riproposte le forti contrarietà circa la chiusura dei posti di Frontiera Aerea di Parma e Marittima di Gioia Tauro (RC).

Partendo dalla premessa che, in molti casi, l’accentramento o il trasferimento di competenze previsto dalla cd. “legge Madia” non ha portato alcuno dei frutti sperati, tanto che, molti degli uffici che dovevano essere soppressi sono oggi ancora attivi, si è evidenziato come troppo spesso le chiusure di Uffici diventino delle mere logiche e scontate conseguenze di una lenta, ma progressiva, asfissia di quegli uffici, dolosamente perpetrata dall’ Amministrazione, la quale precede ad un costante svuotamento delle risorse destinate all’ufficio, decretandone lo spegnimento ancor prima che ne sia ufficializzata la chiusura.

In ordine alla frontiera Aerea di Parma, nel richiamarci a quanto già ampiamente dedotto ed evidenziato con specifica nota, abbiamo messo ulteriormente in evidenza come i flussi passeggeri e l’attività aeroportuale siano in fase di ampio rilancio e che, rispetto a tre anni fa, vi sono situazioni completamente differenti sia in termini di attività passeggeri che commerciale.

La trasformazione dell’ufficio di frontiera aerea in un ufficio della questura, alla luce della ripresa delle attività, non solo costituirebbe un aggravio di competenze per la questura di Parma, ma anche una dispersione delle specifiche professionalità, difficilmente rimpiazzabili.

Gli oneri imposti da ENAC in ordine alle funzionalità aeroportuale, non ovviabili con l’accorpamento alla questura, costringerebbero poi l’Amministrazione ad una repentina revisione delle proprie decisioni.

Pertanto abbiamo chiesto che non venga chiuso e anzi potenziato.

In ordine al posto di Frontiera Marittima di Gioia Tauro, come già ampiamente messo in evidenza col documento del 10 febbraio scorso, sono state ulteriormente palesate le nostre forti perplessità circa la chiusura di un ufficio, già ampiamente sottodimensionato, ma che in realtà svolge funzioni importanti e fondamentali di presidio della frontiera e in generale di legalità, in una zona ad altissima densità criminale ed in un porto con caratteristiche tali da renderlo uno scalo di primaria importanza nel traffico di container nel mediterraneo.

Anche in questo caso, ci sembra assurdo per chiunque abbia visto la realtà in cui insiste quell’ Ufficio, parlare di accorpamento al locale Commissariato: tale scelta non farebbe altro che aggravare le attuali esigenze della frontiera, senza risolvere le carenze organiche che caratterizzano lo stesso Commissariato.

Pertanto, anche in questo caso, abbiamo espresso tutta la nostra contrarietà alla chiusura ed all’accorpamento.

Riguardo poi, alle ulteriori eventuali chiusure, nella denegata ipotesi in cui l’ Amministrazione si ostinasse a proseguire su questa strada, per noi assolutamente sbagliata per quanto detto, con riferimento ai paventati riflessi sulla mobilità del personale, a fronte anche all’indicazione di una possibile movimentazione in altre sedi con le coperture economiche previste dalla legge 100 (86/2001), abbiamo precisato che riteniamo profondamente assurdo e umiliante per la dignità umana e professionale dei colleghi – i quali, loro malgrado, per scelte dell’ amministrazione si troveranno a dover rivedere la propria organizzazione personale e famigliare – far rientrare questi nelle graduatorie ordinarie della mobilità.

Della serie: non solo chiudo il tuo ufficio e ti trasferisco in altra sede, ma prendo in considerazione la tua richiesta solo se questa rientra nella graduatoria per quell’ ufficio altrimenti vai dove dico io!

Ecco, questo ci pare decisamente troppo e, infatti, abbiamo chiesto che la mobilità del personale dovrà essere effettuata anche con soprannumeri riassorbibili, presso le sedi richieste dal personale, allo scopo di creare il minor disagio possibile a molti colleghi che, nel giro di poco tempo, vista l’elevata età anagrafica, cesseranno dal servizio per raggiunti limiti di età.

Roma, 15 febbraio 2021.

Il comunicato