COMUNICATO STAMPA 01 GIUGNO 2021

Brusca, Fsp Polizia: “La legge si rispetta, ma la questione morale dovrebbe imporre limiti invalicabili, così un paradosso: chi più delinque meno paga”. 

“Sulla scarcerazione di Giovanni Brusca non c’è da discutere in punto di diritto, e questo è fin troppo ovvio. E però, anzitutto c’è una questione morale che interroga le coscienze e dovrebbe imporre limiti invalicabili più rispettosi dello sconfinato dolore causato dall’indicibile ferocia di un soggetto che ha improntato la sua vita al disprezzo per lo Stato, per la vita, per l’umana pietà. In secondo luogo, questa vicenda mette in luce un paradosso: più una persona delinque, e dunque più potenzialmente ha da ‘raccontare’, meno paga, potendo godere di benefici che non spettano a chi magari ha ammazzato ‘solo’ una persona e non è un delinquente di alto rango. Il senso della legge sui collaboratori di giustizia lo conosciamo, ma il corto-circuito che si crea in situazioni come questa è dirompente rispetto al concetto di giustizia, di equità, di riprovazione sociale”.   

Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo la scarcerazione di Giovanni Brusca al termine della sua pena di 25 anni, avuta in virtù dei benefici connessi alla sua collaborazione con la giustizia. 

“Il nostro pensiero, più affranto che mai – conclude Mazzetti – corre alle famiglie delle vittime di mafia, ai nostri tanti caduti della Polizia di Stato, che hanno versato il proprio sangue in nome di una giustizia che ha ritenuto le loro vite, e il lutto dei loro cari, valevoli appena 25 anni di carcere. E dopo quale pentimento? Dopo che hai sciolto un bambino nell’acido, e ti dici pentito, puoi davvero voler uscire di prigione e tornare a fare la tua vita? Brusca fuori a 64 anni, ancora in tempo per vivere buona parte della sua esistenza in libertà. Relegate all’ergastolo del dolore le famiglie delle 150 persone che ha ammazzato. Amaro in bocca per chi serve tutti i giorni uno Stato che è sceso a questo compromesso”. 

MARTEDÌ 01 GIUGNO 2021 11.49.54

MAFIA: FSP POLIZIA, SCARCERAZIONE BRUSCA? ECCO PARADOSSO, CHI PIU’ DELINQUE MENO PAGA’

Roma, 1 giu. (Adnkronos) – ”Sulla scarcerazione di Giovanni Brusca
non c’è da discutere in punto di diritto, e questo è fin troppo ovvio.
E però, anzitutto c’è una questione morale che interroga le coscienze
e dovrebbe imporre limiti invalicabili più rispettosi dello sconfinato
dolore causato dall’indicibile ferocia di un soggetto che ha
improntato la sua vita al disprezzo per lo Stato, per la vita, per
l’umana pietà. In secondo luogo, questa vicenda mette in luce un
paradosso: più una persona delinque, e dunque più potenzialmente ha da
‘raccontare’, meno paga, potendo godere di benefici che non spettano a
chi magari ha ammazzato ‘solo’ una persona e non è un delinquente di
alto rango. Il senso della legge sui collaboratori di giustizia lo
conosciamo, ma il corto-circuito che si crea in situazioni come questa
è dirompente rispetto al concetto di giustizia, di equità, di
riprovazione sociale”. Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario
Generale FSP Polizia di Stato, dopo la scarcerazione di Giovanni
Brusca al termine della sua pena di 25 anni, avuta in virtù dei
benefici connessi alla sua collaborazione con la giustizia.
”Il nostro pensiero, più affranto che mai – conclude Mazzetti – corre
alle famiglie delle vittime di mafia, ai nostri tanti caduti della
Polizia di Stato, che hanno versato il proprio sangue in nome di una
giustizia che ha ritenuto le loro vite, e il lutto dei loro cari,
valevoli appena 25 anni di carcere. E dopo quale pentimento? Dopo che
hai sciolto un bambino nell’acido, e ti dici pentito, puoi davvero
voler uscire di prigione e tornare a fare la tua vita? Brusca fuori a
64 anni, ancora in tempo per vivere buona parte della sua esistenza in
libertà. Relegate all’ergastolo del dolore le famiglie delle 150
persone che ha ammazzato. Amaro in bocca per chi serve tutti i giorni
uno Stato che è sceso a questo compromesso”.

Brusca Fsp Polizia ecco paradosso chi piu’ delinque meno paga

martedì 01/06/2021 11:19
(AGI) Roma 1 giu. – Sulla scarcerazione di Giovanni Brusca non c’e’ da discutere in punto di diritto e questo e’ fin troppo ovvio. E pero’ anzitutto c’e’ una questione morale che interroga le coscienze e dovrebbe imporre limiti invalicabili piu’ rispettosi dello sconfinato dolore causato dall’indicibile ferocia di un soggetto che ha improntato la sua vita al disprezzo per lo Stato per la vita per l’umana pieta’ . E’ la riflessione posta da Valter Mazzetti segretario generale Fsp Polizia di Stato dopo la scarcerazione di Giovanni Brusca al termine della sua pena di 25 anni avuta in virtu’ dei benefici connessi alla sua collaborazione con la giustizia. In secondo luogo – prosegue Mazzetti – questa vicenda mette in luce un paradosso piu’ una persona delinque e dunque piu’ potenzialmente ha da ‘raccontare’ meno paga potendo godere di benefici che non spettano a chi magari ha ammazzato ‘solo’ una persona e non e’ un delinquente di alto rango. Il senso della legge sui collaboratori di giustizia lo conosciamo ma il corto-circuito che si crea in situazioni come questa e’ dirompente rispetto al concetto di giustizia di equita’ di riprovazione sociale . Il nostro pensiero piu’ affranto che mai – conclude Mazzetti – corre alle famiglie delle vittime di mafia ai nostri tanti caduti della Polizia di Stato che hanno versato il proprio sangue in nome di una giustizia che ha ritenuto le loro vite e il lutto dei loro cari valevoli appena 25 anni di carcere. E dopo quale pentimento Dopo che hai sciolto un bambino nell’acido e ti dici pentito puoi davvero voler uscire di prigione e tornare a fare la tua vita Brusca fuori a 64 anni ancora in tempo per vivere buona parte della sua esistenza in liberta’. Relegate all’ergastolo del dolore le famiglie delle 150 persone che ha ammazzato. Amaro in bocca per chi serve tutti i giorni uno Stato che e’ sceso a questo compromesso .

MARTEDÌ 01 GIUGNO 2021 11.48.18

BRUSCA, FSP POLIZIA: QUESTIONE MORALE IMPONGA LIMITI INVALICABILI

(9Colonne) Roma, 1 giu – “Sulla scarcerazione di Giovanni Brusca non c’è da discutere in punto di diritto, e questo è fin troppo ovvio. E però, anzitutto c’è una questione morale che interroga le coscienze e dovrebbe imporre limiti invalicabili più rispettosi dello sconfinato dolore causato dall’indicibile ferocia di un soggetto che ha improntato la sua vita al disprezzo per lo Stato, per la vita, per l’umana pietà. In secondo luogo, questa vicenda mette in luce un paradosso: più una persona delinque, e dunque più potenzialmente ha da ‘raccontare’, meno paga, potendo godere di benefici che non spettano a chi magari ha ammazzato ‘solo’ una persona e non è un delinquente di alto rango. Il senso della legge sui collaboratori di giustizia lo conosciamo, ma il corto-circuito che si crea in situazioni come questa è dirompente rispetto al concetto di giustizia, di equità, di riprovazione sociale”.
Lo afferma Valter Mazzetti, segretario generale FSP Polizia di Stato, dopo la scarcerazione di Giovanni Brusca al termine della sua pena di 25 anni, avuta in virtù dei benefici connessi alla sua collaborazione con la giustizia.
“Il nostro pensiero, più affranto che mai – conclude Mazzetti – corre alle famiglie delle vittime di mafia, ai nostri tanti caduti della Polizia di Stato, che hanno versato il proprio sangue in nome di una giustizia che ha ritenuto le loro vite, e il lutto dei loro cari, valevoli appena 25 anni di carcere. E dopo quale pentimento? Dopo che hai sciolto un bambino nell’acido, e ti dici pentito, puoi davvero voler uscire di prigione e tornare a fare la tua vita? Brusca fuori a 64 anni, ancora in tempo per vivere buona parte della sua esistenza in libertà. Relegate all’ergastolo del dolore le famiglie delle 150 persone che ha ammazzato. Amaro in bocca per chi serve tutti i giorni uno Stato che è sceso a questo compromesso”.

MARTEDÌ 01 GIUGNO 2021 19.31.16

Mafia: Fsp Polizia, su Brusca si pone questione morale
(ANSA) – ROMA, 01 GIU – “Sulla scarcerazione di Giovanni
Brusca non c’è da discutere in punto di diritto, e questo è fin
troppo ovvio. E però, anzitutto, c’è una questione morale che
interroga le coscienze e dovrebbe imporre limiti invalicabili
più rispettosi dello sconfinato dolore causato dall’indicibile
ferocia di un soggetto che ha improntato la sua vita al
disprezzo per lo Stato, per la vita, per l’umana pietà”. Lo
afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di
Stato.
“In secondo luogo – prosegue Mazzetti – questa vicenda mette
in luce un paradosso: più una persona delinque, e dunque più
potenzialmente ha da ‘raccontare’, meno paga, potendo godere di
benefici che non spettano a chi magari ha ammazzato ‘solo’ una
persona e non è un delinquente di alto rango. Il senso della
legge sui collaboratori di giustizia lo conosciamo, ma il
corto-circuito che si crea in situazioni come questa è
dirompente rispetto al concetto di giustizia, di equità, di
riprovazione sociale”. (ANSA).

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