COMUNICATO STAMPA 09 AGOSTO 2021

Tav, Fsp Polizia dopo il vertice in Prefettura: “La montagna ha partorito il topolino. Se tavolo tecnico deve essere ci siedano anche i poliziotti”

 “Fermo restando l’apprezzamento per la visita del ministro Lamorgese nonché del Capo della Polizia a Torino, è impossibile non rilevare che, come si dice, ‘la montagna ha partorito il topolino’! Anni di problemi, un’interminabile scia di sangue dei feriti fra gli operatori impegnati a difendere il cantiere Tav come fosse una zona di guerra, poliziotti esposti agli agguati nella boscaglia, senza mezzi necessari, in una zona territorialmente proibitiva e con regole di ingaggio inadeguate, e cosa emerge da un vertice convocato dopo l’ennesimo attacco terroristico? L’idea di mettere su un tavolo tecnico. Purtroppo non è uno scherzo, questo è il massimo che si è saputo dire e fare. Il ministro Lamorgese ha detto di voler dare una ‘risposta democratica’, senza in verità curarsi di dare risposte concrete alle centinaia di feriti che abbiamo contato da anni nelle nostre fila. E noi siamo d’accordo, purchè risposta democratica non significhi risposta ipocrita. Non ne possiamo più di filosofi della sicurezza che vomitano inutili fiumi di parole mentre i poliziotti si fanno massacrare. Allora, se tavolo tecnico deve essere, ci dovranno sedere anche i poliziotti, per stabilire cosa davvero serve per portare a casa la pelle. Rimane inalterata la considerazione di quanto bislacco sia che in un paese come l’Italia, settima potenza mondiale, un’opera pubblica sia sotto scacco, e il Governo non trovi il modo di affermare la sua ferma autorevolezza di fronte a un manipolo di criminali eversivi”.

Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia, dopo il vertice in Prefettura, a Torino, con il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il Capo della Polizia, Lamberto Giannini, in cui si è discusso soprattutto dei problemi al cantiere Tav, a pochi giorni dagli ultimi attacchi contro le forze dell’ordine.

“Come poliziotti non possiamo che essere d’accordo sui sistemi democratici – afferma il Segretario provinciale Fsp Torino, Luca Pantanella -, ma da 20 anni ad oggi politici e governi di turno non hanno ottenuto nulla, se non lasciare le forze dell’ordine sole a subire gli attacchi di chi non vuole la Tav. Ora basta. Chiediamo al Capo della Polizia che nel tavolo tecnico si parta dalle nostre osservazioni, perché da anni denunciamo postazioni pericolose nel cantiere senza essere ascoltati. Serve inoltre l’apertura di un capitolo economico dedicato poiché chi lavora per la Tav non può ricevere gli straordinari dopo 2 anni, nonché protocolli adatti a tutelare i colleghi, oggi usati come cuscinetto per l’incapacità politica di aiutare il territorio e isolare i violenti”.

LUNEDÌ 09 AGOSTO 2021 18.00.11

Tav, Fsp Polizia: a tavolo tecnico siedano i poliziotti

Tav, Fsp Polizia: a tavolo tecnico siedano i poliziotti Tav, Fsp Polizia: a tavolo tecnico siedano i poliziotti Dopo il vertice in Prefettura a Torino con Lamorgeser
Roma, 9 ago. (askanews) – “Fermo restando l’apprezzamento per la
visita del ministro Lamorgese nonché del Capo della Polizia a
Torino, è impossibile non rilevare che, come si dice, ‘la
montagna ha partorito il topolino’! Anni di problemi,
un’interminabile scia di sangue dei feriti fra gli operatori
impegnati a difendere il cantiere Tav come fosse una zona di
guerra, poliziotti esposti agli agguati nella boscaglia, senza
mezzi necessari, in una zona territorialmente proibitiva e con
regole di ingaggio inadeguate, e cosa emerge da un vertice
convocato dopo l’ennesimo attacco terroristico? L’idea di mettere
su un tavolo tecnico. Così Valter Mazzetti, Segretario generale
Fsp Polizia, dopo il vertice in Prefettura, a Torino, con il
Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il Capo della
Polizia, Lamberto Giannini, in cui si è discusso soprattutto dei
problemi al cantiere Tav, a pochi giorni dagli ultimi attacchi
contro le forze dell’ordine.

“Purtroppo non è uno scherzo, questo è il massimo che si è saputo
dire e fare. Il ministro Lamorgese ha detto di voler dare una
‘risposta democratica’, senza in verità curarsi di dare risposte
concrete alle centinaia di feriti che abbiamo contato da anni
nelle nostre fila. E noi siamo d’accordo, purchè risposta
democratica non significhi risposta ipocrita. Non ne possiamo più
di filosofi della sicurezza che vomitano inutili fiumi di parole
mentre i poliziotti si fanno massacrare. Allora, se tavolo
tecnico deve essere, ci dovranno sedere anche i poliziotti, per
stabilire cosa davvero serve per portare a casa la pelle. Rimane
inalterata la considerazione di quanto bislacco sia che in un
paese come l’Italia, settima potenza mondiale, un’opera pubblica
sia sotto scacco, e il governo non trovi il modo di affermare la
sua ferma autorevolezza di fronte a un manipolo di criminali
eversivi”, prosegue.

“Come poliziotti non possiamo che essere d’accordo sui sistemi
democratici ma da 20 anni ad oggi politici e governi di turno non
hanno ottenuto nulla, se non lasciare le forze dell’ordine sole a
subire gli attacchi di chi non vuole la Tav. Ora basta. Chiediamo
al Capo della Polizia che nel tavolo tecnico si parta dalle
nostre osservazioni, perché da anni denunciamo postazioni
pericolose nel cantiere senza essere ascoltati. Serve inoltre
l’apertura di un capitolo economico dedicato poiché chi lavora
per la Tav non può ricevere gli straordinari dopo 2 anni, nonché
protocolli adatti a tutelare i colleghi, oggi usati come
cuscinetto per l’incapacità politica di aiutare il territorio e
isolare i violenti”, afferma il Segretario provinciale Fsp
Torino, Luca Pantanella.

LUNEDÌ 09 AGOSTO 2021 18.04.10

Tav, Fsp Polizia: Se ci sarà tavolo tecnico, poliziotti siano presenti

Tav, Fsp Polizia: Se ci sarà tavolo tecnico, poliziotti siano presenti Roma, 9 ago. (LaPresse) – “Fermo restando l’apprezzamento per la visita del ministro Lamorgese nonché del Capo della Polizia a Torino, è impossibile non rilevare che, come si dice, ‘la montagna ha partorito il topolino’! Anni di problemi, un’interminabile scia di sangue dei feriti fra gli operatori impegnati a difendere il cantiere Tav come fosse una zona di guerra, poliziotti esposti agli agguati nella boscaglia, senza mezzi necessari, in una zona territorialmente proibitiva e con regole di ingaggio inadeguate, e cosa emerge da un vertice convocato dopo l’ennesimo attacco terroristico? L’idea di mettere su un tavolo tecnico. Purtroppo non è uno scherzo, questo è il massimo che si è saputo dire e fare”. Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia, dopo il vertice in Prefettura, a Torino, con il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il Capo della Polizia, Lamberto Giannini, in cui si è discusso soprattutto dei problemi al cantiere Tav, a pochi giorni dagli ultimi attacchi contro le forze dell’ordine. “Il ministro Lamorgese ha detto di voler dare una ‘risposta democratica’, senza in verità curarsi di dare risposte concrete alle centinaia di feriti che abbiamo contato da anni nelle nostre fila. E noi siamo d’accordo, purchè risposta democratica non significhi risposta ipocrita. Non ne possiamo più di filosofi della sicurezza che vomitano inutili fiumi di parole mentre i poliziotti si fanno massacrare. Allora, se tavolo tecnico deve essere, ci dovranno sedere anche i poliziotti, per stabilire cosa davvero serve per portare a casa la pelle. Rimane inalterata la considerazione di quanto bislacco sia che in un paese come l’Italia, settima potenza mondiale, un’opera pubblica sia sotto scacco, e il Governo non trovi il modo di affermare la sua ferma autorevolezza di fronte a un manipolo di criminali eversivi”, prosegue Mazzetti.

LUNEDÌ 09 AGOSTO 2021 18.40.10

TAV: FSP POLIZIA “LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO”

TAV: FSP POLIZIA “LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO”
ROMA (ITALPRESS) – “Fermo restando l’apprezzamento per la visita
del ministro Lamorgese nonche’ del Capo della Polizia a Torino, e’
impossibile non rilevare che, come si dice, ‘la montagna ha
partorito il topolino’! Anni di problemi, un’interminabile scia di
sangue dei feriti fra gli operatori impegnati a difendere il
cantiere Tav come fosse una zona di guerra, poliziotti esposti
agli agguati nella boscaglia, senza mezzi necessari, in una zona
territorialmente proibitiva e con regole di ingaggio inadeguate, e
cosa emerge da un vertice convocato dopo l’ennesimo attacco
terroristico? L’idea di mettere su un tavolo tecnico. Purtroppo
non e’ uno scherzo, questo e’ il massimo che si e’ saputo dire e
fare. Il ministro Lamorgese ha detto di voler dare una ‘risposta
democratica’, senza in verita’ curarsi di dare risposte concrete
alle centinaia di feriti che abbiamo contato da anni nelle nostre
fila. E noi siamo d’accordo, purche’ risposta democratica non
significhi risposta ipocrita”. Cosi’ Valter Mazzetti, Segretario
generale FSP Polizia, dopo il vertice in Prefettura, a Torino, con
il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il Capo della
Polizia, Lamberto Giannini, in cui si e’ discusso soprattutto dei
problemi al cantiere Tav.

“Non ne possiamo piu’ di filosofi della sicurezza che vomitano
inutili fiumi di parole mentre i poliziotti si fanno massacrare –
aggiunge Mazzetti – Allora, se tavolo tecnico deve essere, ci
dovranno sedere anche i poliziotti, per stabilire cosa davvero
serve per portare a casa la pelle. Rimane inalterata la
considerazione di quanto bislacco sia che in un paese come
l’Italia, settima potenza mondiale, un’opera pubblica sia sotto
scacco, e il Governo non trovi il modo di affermare la sua ferma
autorevolezza di fronte a un manipolo di criminali eversivi”.
“Come poliziotti non possiamo che essere d’accordo sui sistemi
democratici – afferma il Segretario provinciale FSP Torino, Luca
Pantanella -, ma da 20 anni ad oggi politici e governi di turno
non hanno ottenuto nulla, se non lasciare le forze dell’ordine
sole a subire gli attacchi di chi non vuole la Tav. Ora basta.
Chiediamo al Capo della Polizia che nel tavolo tecnico si parta
dalle nostre osservazioni, perche’ da anni denunciamo postazioni
pericolose nel cantiere senza essere ascoltati. Serve inoltre
l’apertura di un capitolo economico dedicato poiche’ chi lavora
per la Tav non puo’ ricevere gli straordinari dopo 2 anni, nonche’
protocolli adatti a tutelare i colleghi, oggi usati come
cuscinetto per l’incapacita’ politica di aiutare il territorio e
isolare i violenti”.

LUNEDÌ 09 AGOSTO 2021 18.53.38

Tav: Fsp Polizia, la montagna ha partorito il topolino

(ANSA) – TORINO, 09 AGO – “Se tavolo tecnico deve essere si
siedano anche i poliziotti, per stabilire cosa davvero serve per
portare a casa la pelle”. Così Valter Mazzetti, segretario
generale del sindacato Fsp Polizia, in una nota dopo il vertice
in Prefettura, a Torino, con la ministra dell’Interno, Luciana
Lamorgese, e il Capo della Polizia, Lamberto Giannini, per fare
il punto sulla questione Tav dopo gli ultimi scontri in Valle di
Susa.
Pur apprezzando la visita, “è impossibile non rilevare che
‘la montagna ha partorito il topolino'”, dice in riferimento al
fatto che dopo “l’ennesimo attacco terroristico” è stato
proposto un tavolo tecnico. “Questo è il massimo che si è saputo
dire e fare. Il ministro ha detto di voler dare una ‘risposta
democratica’, senza in verità curarsi di dare risposte concrete
alle centinaia di feriti che abbiamo contato da anni nelle
nostre fila”.

“Come poliziotti non possiamo che essere d’accordo sui
sistemi democratici – afferma il segretario provinciale Fsp
Torino, Luca Pantanella -, ma da 20 anni ad oggi politici e
governi di turno non hanno ottenuto nulla, se non lasciare le
forze dell’ordine sole a subire gli attacchi di chi non vuole la
Tav. Ora basta”. Per la sigla inoltre serve “l’apertura di un
capitolo economico dedicato poiché chi lavora per la Tav non può
ricevere gli straordinari dopo 2 anni”.
TAV: FSP POLIZIA, ‘MONTAGNA HA PARTORITO TOPOLINO, A TAVOLO TECNICO ANCHE POLIZIOTTI’ =
Roma, 9 ago. (Adnkronos) – ”Fermo restando l’apprezzamento per la
visita del ministro Lamorgese nonché del Capo della Polizia a Torino,
è impossibile non rilevare che, come si dice, ‘la montagna ha
partorito il topolino’! Anni di problemi, un’interminabile scia di
sangue dei feriti fra gli operatori impegnati a difendere il cantiere
Tav come fosse una zona di guerra, poliziotti esposti agli agguati
nella boscaglia, senza mezzi necessari, in una zona territorialmente
proibitiva e con regole di ingaggio inadeguate, e cosa emerge da un
vertice convocato dopo l’ennesimo attacco terroristico? L’idea di
mettere su un tavolo tecnico. Purtroppo non è uno scherzo, questo è il
massimo che si è saputo dire e fare”. Così Valter Mazzetti, segretario
generale Fsp Polizia, dopo il vertice in Prefettura, a Torino, con il
ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il capo della Polizia,
Lamberto Giannini, in cui si è discusso soprattutto dei problemi al
cantiere Tav, a pochi giorni dagli ultimi attacchi contro le forze
dell’ordine.
“Il ministro Lamorgese – prosegue – ha detto di voler dare una
‘risposta democratica’, senza in verità curarsi di dare risposte
concrete alle centinaia di feriti che abbiamo contato da anni nelle
nostre fila. E noi siamo d’accordo, purché risposta democratica non
significhi risposta ipocrita. Non ne possiamo più di filosofi della
sicurezza che vomitano inutili fiumi di parole mentre i poliziotti si
fanno massacrare. Allora, se tavolo tecnico deve essere, ci dovranno
sedere anche i poliziotti, per stabilire cosa davvero serve per
portare a casa la pelle. Rimane inalterata la considerazione di quanto
bislacco sia che in un paese come l’Italia, settima potenza mondiale,
un’opera pubblica sia sotto scacco, e il Governo non trovi il modo di
affermare la sua ferma autorevolezza di fronte a un manipolo di
criminali eversivi”.

”Come poliziotti non possiamo che essere d’accordo sui
sistemi democratici – afferma il segretario provinciale Fsp Torino,
Luca Pantanella – ma da 20 anni ad oggi politici e governi di turno
non hanno ottenuto nulla, se non lasciare le forze dell’ordine sole a
subire gli attacchi di chi non vuole la Tav. Ora basta. Chiediamo al
Capo della Polizia che nel tavolo tecnico si parta dalle nostre
osservazioni, perché da anni denunciamo postazioni pericolose nel
cantiere senza essere ascoltati. Serve inoltre l’apertura di un
capitolo economico dedicato poiché chi lavora per la Tav non può
ricevere gli straordinari dopo 2 anni, nonché protocolli adatti a
tutelare i colleghi, oggi usati come cuscinetto per l’incapacità
politica di aiutare il territorio e isolare i violenti”.

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