Oggetto: Pandemia da SARS-CoV-2. Aggiornamenti.

I dati sui contagi da SARS-CoV-2, sui ricoveri e sui decessi da COVID-19
indicano in modo inequivocabile come l’attuale andamento della pandemia sia
strettamente correlato alla vaccinazione.

Coloro che hanno aderito e completato il ciclo vaccinale, pur potendo contrarre
l’infezione da SARS-CoV-2, non sviluppano forme cliniche importanti che richiedano
ricovero ospedaliero: la vaccinazione, in sostanza, mette al riparo dalla morte da COVID-
19 che, purtroppo, non rappresenta un’eventualità remota, contandosi finora nel nostro
paese circa 130.000 decessi.

Nella nostra realtà si sono registrati ad oggi 17 decessi, ma nessuno di coloro che
è stato vaccinato nei mesi scorsi risulta attualmente ammalato di forme gravi che
richiedano l’ospedalizzazione.

Il rischio di contagiarsi resta però elevato: nelle ultime tre settimane di agosto, nel
nostro personale, si è registrato un numero medio di 90 nuovi casì di positività a
settimana. Di questi, 40 hanno riguardato soggetti non vaccinati.

Questo dato va letto con attenzione, poiché, una lettura superficiale potrebbe
indurre a ritenere che il numero dei vaccinati che si contagiano è maggiore di quello dei
non vaccinati. In realtà, l’evidenza che soltanto il 20% degli operatori della Polizia di
Stato non risulta vaccinato indica chiaramente come il tasso di incidenza di contagio dei
non vaccinati sia più che triplicato, ammontando a 200/100.000, rispetto a 62,5/100.000
dei vaccinati.

Ma non è soltanto un problema di maggiore probabilità di contagio. I non vaccinati
rappresentano attualmente la parte vulnerabile, cioè quella che, come detto, può
presentare forme cliniche gravi e mortali, nonché quella che può trasmettere con più forza
il virus. Studi autorevoli hanno infatti documentato una forte associazione negativa tra il
tasso di vaccinazione a livello di comunità e il rischio di infezione per i membri della
comunità non vaccinati. Ciò vuol dire che i vaccinati proteggono anche i non vaccinati,
conferendo un effetto positivo all’intera comunità.

Seppure le campagne mediatiche abbiano più volte centrato 1 loro messaggi sulle
evidenze positive della vaccinazione, le purtroppo frequenti confutazioni e distorsioni che
hanno subito, spesso impostate così artatamente da divenire di non immediato e corretto
discernimento anche per gli addetti ai lavori, possono aver finito con il condizionare
negativamente strati di popolazione non irrilevanti.

La scelta di proteggersi, di autotutelarsi o meno, deve infatti passare
preliminarmente ed irrinunciabilmente per la conoscenza più ampia possibile
dell’andamento e della fenomenologia della pandemia, sulla base dei dati fin qui
disponibili.

Oggi, lo ripetiamo con chiarezza, rischia di ammalarsi seriamente e di morire
quasi esclusivamente chi non si è vaccinato. Il report settimanale di monitoraggio
dell’Istituto Superiore di Sanità, del 25 agosto u.s., indica come il completamento del
ciclo vaccinale, per tutte le fasce di età, abbatta il rischio del 95,48% di forme che
necessitano di ricovero in terapia intensiva e del 97,01% di morte.

Si tratta di numeri e di evidenze incontestabili, che raccomandano, più che
fortemente, la vaccinazione contro il SARS-CoV-2, per la quale oggi sono peraltro
agevolmente disponibili su tutto il territorio i vaccini ad m-RNA (Pfizer e Moderna),
gravati da effetti collaterali trascurabili in rapporto al loro livello di efficacia.

Al contempo, è necessario continuare a rispettare le usuali misure di profilassi,
rappresentate essenzialmente dall’uso delle mascherine, dal distanziamento,
dall’igienizzazione delle mani, dalla segnalazione tempestiva di sintomatologia sospetta
al proprio curante e all’Ufficio Sanitario competente, perseguire tutte le procedure utili
ad una diagnosi precoce degli stati di positività al virus ed al tracciamento dei contatti, ai
provvedimenti di isolamento e di quarantena, secondo le modalità comunicate ed
aggiornate nel tempo dagli organi preposti e da questa Direzione.

In particolare, per le indicazioni all’uso dei dispositivi di protezione individuale
in rapporto alle diverse attività di servizio, si rimanda alla tabella sottostante, che,
opportunamente attualizzata sulla base dell’evoluzione del quadro epidemiologico e delle
indicazioni emanate dagli organi competenti, e fatte salve le diverse disposizioni regionali
in base all’afferenza alle differenti definizioni delle zone di rischio, sostituisce ed integra
quella allegata alla circolare di questa Direzione n. 850/A.P1-3255 dell’8 maggio 2020.
Si precisa che il distanziamento interpersonale deve essere di almeno un metro, ove non
diversamente specificato.

Per gli aspetti di rispettiva competenza e per la corretta adesione alle
raccomandazioni di cui sopra, si confida nelle iniziative dei direttori/dirigenti/comandanti
di uffici e reparti e dei medici della Polizia di Stato.

La circolare