Egregio Sig. Capo della Polizia,
ancora una volta siamo costretti a rivolgerci alla S.V. per parlare di una questione da qualche tempo al centro del dibattito sindacale, giudiziario e ora anche politico, che riguarda diverse centinaia di colleghi promossi per merito straordinario alla qualifica di vice sovrintendente della Polizia di Stato, i quali stanno vivendo sulla propria pelle un’immeritata e incomprensibile iniquità.

Sono trascorsi quasi due anni dalla sentenza n. 224/2020 della Corte Costituzionale che ha decretato l’illegittimità dell’art. 75 d.P.R. n. 335/1982 per contrasto con gli artt. 3 e 97 della nostra Costituzione e, nonostante le promesse di sanare l’evidente disparità di trattamento fatte dall’Amministrazione nel corso di un incontro con le OO.SS. svoltosi l’8 aprile 2021, successivamente “ufficializzate” in forma scritta nelle memorie difensive prodotte dall’Avvocatura di Stato e depositate nei vari giudizi amministrativi, ancora oggi assistiamo con grande rammarico e disappunto alla costante, continua e inaccettabile penalizzazione ai danni di quei colleghi che hanno la sola “colpa” di aver fatto accesso alla qualifica di vice sovrintendente attraverso una promozione per meriti straordinari!

Già nelle discussioni propedeutiche al cosiddetto “riordino” ex d.lgs. n. 95/2017, questa Segreteria Nazionale aveva evidenziato l’opportunità di sanare la manifesta iniquità, illustrando in più occasioni e con dovizia di particolari le innumerevoli assurde differenze di trattamento tra colleghi che hanno fatto accesso alla medesima qualifica.

Nella circostanza, nonostante l’intervento del legislatore e l’introduzione del comma 2 bis) dell’art. 24 quater d.P.R. n. 335/1982, che consente al personale promosso per merito straordinario a vice sovrintendente di partecipare ai concorsi interni per la medesima qualifica con conseguente ricostruzione in caso lo stesso risulti vincitore, la situazione non è stata definita e la Consulta ha sancito la grave iniquità: «(..) tutti i vice sovrintendenti promossi, sia a seguito di concorso (o di altra procedura selettiva interna), sia per merito straordinario, posseggono la medesima qualifica senza che la diversità di accesso alla stessa consenta una differenziazione tale da collocare in una posizione più o meno elevata gli uni rispetto agli altri. Tutti hanno ormai conseguito lo stesso status al completamento della fattispecie di nomina sicché, in linea di massima e in mancanza di specifiche ragioni giustificative, risulta discriminatorio che dopo – all’interno di una stessa qualifica, nell’ambito della quale l’ordine di ruolo è determinato proprio dall’anzianità e dalla sua decorrenza giuridica – vi siano soggetti che possono avere una posizione prevalente o poziore rispetto ad altri in ragione della sola modalità di accesso alla qualifica (..)».

La vicenda, chiaramente molto complessa, richiede particolare attenzione ed approfondita conoscenza, al punto che anche gli stessi giudicati della Giustizia Amministrativa in svariati casi sono andati in conflitto tra loro. Persino il “parere” del Consiglio di Stato, chiesto dall’Amministrazione dopo l’impegno di operare l’agognata ricostruzione e che avrebbe dovuto dipanare ogni dubbio residuo, pur lasciando all’Amministrazione la decisione su un possibile – e noi aggiungiamo necessario – intervento in autotutela, in realtà ha finito per complicare
ulteriormente la situazione.

Il paradosso, ogni giorno più evidente, ci sottopone oggi l’ennesima e grave sperequazione che mette ulteriormente a nudo la profonda illogicità della situazione e impone di prestare particolare attenzione al conflitto concreto ed attuale con il principio di buon andamento della p.a.-

Recentemente, infatti, la commissione centrale per le ricompense ha deliberato favorevolmente una promozione per meriti straordinari alla qualifica di vice sovrintendente a un collega per fatti risalenti al 2017 e conseguentemente, in adesione ai principi di cui alla sentenza della Corte Costituzionale, al predetto è stata applicata la retrodatazione con decorrenza giuridica al 01.01.2014 (data della prima annualità del concorso bandito dopo i fatti e decorrenza attribuita ai colleghi che hanno ultimato il primo corso di formazione successivo ai fatti).

Il fatto singolare è che tale riconoscimento premiale, già portato in commissione in epoca precedente alla data della sentenza n. 224/2020, era stato sospeso in attesa della definizione di un procedimento penale a carico del collega (situazione poi chiaritasi) ma in quella stessa seduta, per la medesima attività e con gli stessi presupposti, era stata conferita a un altro collega la promozione per meriti straordinari alla qualifica di vice sovrintendente con decorrenza alla data dei fatti!

Proprio in conseguenza della situazione estremamente delicata e particolarmente confusa, questa Segreteria Nazionale, che non ha mai accantonato la vicenda, dopo l’incontro con i vertici del servizio sovrintendenti del Dipartimento nel tentativo di fornire un contributo propositivo, ha formato un articolato dossier consegnato all’On. Lucia Scanu che il 25 marzo u.s. aveva presentato l’interrogazione a risposta scritta n. 4/11683

  • https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/11683&ramo=C&leg=18
    Lo stesso On. Lucia Scanu, accogliendo e condividendo le argomentazioni sottoposte da
    questa Segreteria Nazionale, ha deciso di coinvolgerci nella redazione della proposta di legge atto
    n. 3663 depositata il 5 luglio u.s. e finalizzata a superare tutte le criticità e iniquità che continuano
    a penalizzare i colleghi promossi per meriti straordinari alla qualifica di vice sovrintendente
  • https://www.camera.it/leg18/126?tab=1&leg=18&idDocumento=3663&sede=&tipo=
    La proposta di legge in argomento, rubricata “modifiche al decreto del Presidente della
    Repubblica 24 aprile 1982, n. 335, in materia di decorrenza delle promozioni alla qualifica di vice
    sovrintendente conferite per merito straordinario agli assistenti capo del personale della Polizia di
    Stato”, in adesione al principio introdotto dalla sentenza n. 224/2020 della Corte Costituzionale,
    prevede l’applicazione dell’istituto della retrodatazione giuridica ai colleghi promossi per merito
    straordinario alla qualifica di vice sovrintendente attraverso l’attribuzione della decorrenza giuridica
    acquisita dal personale vincitore di concorso per la medesima qualifica alla data dei fatti ed ha
    efficacia per il personale della Polizia di Stato che si trova ancora nel ruolo sovrintendenti che sia
    stato promosso per merito straordinario alla qualifica di vice sovrintendente a decorrere dall’entrata
    in vigore dell’art. 24 quater d.P.R. n. 335/198.

Senza volerci ulteriormente addentrare nella spinosa questione di diritto, che evidentemente sarà discussa in altri contesti anche con il nostro contributo, riteniamo indispensabile ripartire dall’inizio e, per quanto possibile, provare a restituire onori e meriti a quei colleghi che la stessa Amministrazione ha ritenuto meritevoli del più elevato dei riconoscimenti previsto per gli appartenenti alla Polizia di Stato.

E già, perché in tutta questa vicenda fatta di comunicati sindacali, istanze del personale, ricorsi alla Giustizia Amministrativa, sentenze, pareri, interrogazioni parlamentari e proposte di legge, quello che ai più è sfuggito, è che stiamo parlando del percorso professionale di donne e uomini della Polizia di Stato che hanno messo a repentaglio la propria incolumità fisica, che hanno salvato vite umane, assicurato alla Giustizia pericolosi criminali o latitanti, di poliziotti che si sono gettati tra fiamme alte o in acque limacciose, contribuendo in maniera determinante all’interruzione di gravissimi fatti delittuosi, et.

Quei poliziotti, dopo le fanfare, le strette di mano e le manifestazioni pubbliche e dopo aver ricoperto il ruolo di Sovrintendente per svariati anni, ancora oggi continuano a vedersi scavalcati da altri colleghi che hanno legittimamente fatto accesso alla stessa qualifica come vincitori di concorso interno usufruendo della retrodatazione della sola decorrenza giuridica ex art. 24 quater del d.P.R. n. 335/1982.

In tal senso, la semplificazione delle procedure concorsuali interne a titoli introdotte in via transitoria con il d.lgs. n. 95/2017 e tese a valorizzare i percorsi professionali, anche alla luce dei criteri di valutazione recentemente adottati dalla commissione del concorso interno per 2662 vice ispettori, ha finito per penalizzare ulteriormente in maniera lampante e inaccettabile i colleghi promossi per merito straordinario alla qualifica di vice sovrintendente.

Questi, infatti, pur avendo ricoperto effettivamente il ruolo di ufficiale di p.g. per un numero maggiore di anni rispetto ai colleghi vincitori di concorso interno immessi successivamente nella stessa qualifica, non potendo usufruire della retrodatazione giuridica ottengono una valutazione del relativo titolo (anzianità nella qualifica) di parecchi punti inferiore rispetto ai colleghi vincitori di concorso interno!

In considerazione di quanto sopra, alla luce delle evidenze e del tempo trascorso e tenuto conto della perdurante condizione di penalità vissuta da gran parte dei colleghi promossi per merito straordinario alla qualifica di vice sovrintendente, nelle more delle discussioni della proposta di legge e in assenza di quel necessario provvedimento in autotutela dell’Amministrazione che preveda la retrodatazione della sola decorrenza giuridica a tutto il personale coinvolto e ancora in servizio o comunque non transitato nella qualifica superiore, ci rivolgiamo nuovamente alla S.V. per chiedere di voler considerare l’opportunità di prevedere sin dal prossimo concorso interno a titoli una voce ad hoc per l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo – alla stregua di quanto già fatto in passato per i concorsi interni da vice sovrintendenti con il personale risultato idoneo alle precedenti prove selettive – esclusivamente al personale che ha fatto accesso al ruolo dei sovrintendenti attraverso la promozione per meriti straordinari, garantendo altresì ai predetti, a prescindere dalla qualifica rivestita, la possibilità di concorrere nell’aliquota riservata ai sovrintendenti capo.

Nella piena consapevolezza della Sua sensibilità su una tematica tanto importante e delicata che riguarda diverse centinaia di donne e uomini della Polizia di Stato, siamo convinti di aver intercettato la Sua attenzione e in attesa di un cordiale cenno di riscontro, anche eventualmente attraverso l’apertura di un tavolo di lavoro sul tema, l’occasione è gradita per rinnovarLe sentimenti di elevata stima.

La lettera