SEGRETERIA NAZIONALE – CORDINAMENTO NAZIONALE POLIZIA DI FRONTIERA E IMMIGRAZIONE

Oggetto: Immigrazione, da Lampedusa a Taranto l’emergenza è infinita.

In appena 24 ore da quando era stato svuotato è tornato a riempirsi oltre la propria capienza il
centro per immigrati a Lampedusa, e non è diversa la situazione a Taranto, dove oggi si è registrato
lo sbarco di oltre 300 migranti. Tenere il passo con arrivi e partenze è impossibile, l’unica cosa certa
è che i numeri sono, come sempre, da vera e propria emergenza, ma il fenomeno non lo è affatto.
Eppure si continua a operare nell’assoluta inadeguatezza di mezzi e strutture, e immigrati e
personale delle forze dell’ordine, presso questi centri, sono costretti in una situazione logistica e in
condizioni igienico sanitarie non dignitose, non sicure, non umane.

Sarebbe facile commentare “noi lo avevamo detto”, anche perché non ci voleva un mago per
capire che avremmo avuto davanti un’estate incandescente non solo climaticamente. Purtroppo, però,
nonostante le nostre richieste di programmare per tempo le attività nelle località di sbarco, ancora una
volta ci troviamo a “subire” e non gestire un fenomeno ampiamente conosciuto e fin troppo
prevedibile.

Quest’estate i numeri degli sbarchi ci restituiscono un vero esodo dalle coste dell’Africa verso
l’Europa. Secondo i dati del Viminale, infatti, da gennaio 2022 sono arrivati sulle nostre coste 30.373
migranti, a fronte dei 22.709 del 2021 e 7.554 del 2020

In tre anni, quindi, i numeri, e con essi gli uomini, le donne e i minori che sono dietro a quei
dati, sono più che quadruplicati, ma il personale impiegato, tuttavia, è sempre lo stesso, così come
sono sempre gli stessi i centri di trattenimento dove l’organizzazione nell’affrontare il fenomeno è
sempre più un miraggio.

Questo incide gravemente sulla qualità del lavoro degli appartenenti alle Forze dell’Ordine e,
soprattutto, sulla vita dei cittadini delle località di sbarco. Spesso piccoli paesi costieri che vivono di
turismo e che aspettavano la prima estate post Covid e senza restrizioni per poter risollevare la testa.
Anche in questa estate 2022, invece, le località di sbarco, e in particolare quelle della Calabria
e della Sicilia, sono nel caos, apparentemente lasciate sole a gestire un problema che nessuno sembra
voler affrontare seriamente.

Un esempio lampante è quello dell’hotspot di Lampedusa che venerdì scorso era arrivato ad
ospitare ben 1.878 persone a fronte dei 350 posti disponibili. E solo dopo una serie di rimostranze, a
seguito di un’intera giornata di trasferimenti, nella struttura sono rimaste 145 persone già tornate ad
essere circa 400 nelle 24 ore successive.

Stessa situazione in Calabria dove si segnalano quotidiani sbarchi lungo la costa e la gestione
del fenomeno è divenuta insostenibile.

E medesimo scenario anche in Puglia, dove l’hot spot di Taranto ospita, da oggi, 314 migranti
in attesa di un trasferimento per il quale ci possono volere anche più di 72 ore di attesa.
Per la circostanza saranno impiegate oltre 170 unità tra reparti inquadrati e personale territoriale, e
tutti con turni massacranti all’interno di una struttura in cui la fanno da padrone la fuoriuscita di
liquami dalle cisterne, una scarsissima igiene negli ambienti di lavoro e nei bagni chimici in uso alle
donne ed agli uomini delle Forze dell’Ordine, il passeggio dei ratti nel centro, ore di lavoro sotto al
sole cocente poiché non esistono ripari idonei per gli operatori.

Mesi fa il “Centro Hotspot” di Taranto era stato chiuso per “effettuare lavori strutturali”, ma
come per magia nel mese di maggio la struttura è stata riaperta e dei lavori non se ne è saputo più
nulla! Dalla metà di quel mese i poliziotti e gli altri appartenenti alle forze dell’ordine, nonché i
militari, sono stati impiegati in turni continuativi per sopperire alle carenze strutturali, sostituendosi
fisicamente alla recinzione al fine di impedire l’allontanamento degli ospiti che, però, sarà inevitabile
e riprenderà come ogni anno. I migranti tenteranno di allontanarsi visto che le recinzioni sono basse o
inesistenti, e i nostri colleghi saranno costretti a rincorrerli per riportarli indietro, secondo un copione
già letto, e il tutto aggravato dal caos legato al Covid considerato che è da poco terminato lo stato di
emergenza per la pandemia, ma dovendo ospitare migranti provenienti per lo più dal continente
africano o dal sud-est asiatico, nessuno sa come saranno trattati gli eventuali positivi.

Ogni anno continuano senza ritegno e senza vergogna le passerelle politiche, senza che
nessuno abbia il coraggio di chiarire se davvero questi centri sono idonei o meno per ospitare i
migranti, che ci soffrono ma cambiano, e i colleghi che, invece, sono sempre in quell’inferno.

Urge un intervento politico serio, anche perché, purtroppo, con la crisi del grano gli arrivi
sulle nostre coste aumenteranno sempre più ed è quanto mai necessaria una macchina organizzativa
preparata ad affrontare nei minimi dettagli il fenomeno migratorio, in modo da poter garantire
un’accoglienza dignitosa ai migranti e, al tempo stesso, condizioni di lavoro più consone, decenti e in
sicurezza per gli operatori delle forze di polizia, degne di un paese civile.

Ora è solo tempo di risposte!

La lettera