Oggetto: Necessità di un Polo unico pensionistico per il personale della Polizia di Stato, in analogia a quanto già realizzato per tutte le componenti militari del Comparto sicurezza e difesa.
– Richiesta d’intervento urgente.-

Signor Capo della Polizia,
il valore che un individuo, un’organizzazione o un’istituzione
attribuiscono a persone o cose lo si può facilmente misurare verificando quanto l’individuo,
l’organizzazione o l’istituzione medesimi sono disposti a investire per quelle persone o cose. Quindi
non temiamo smentite quando affermiamo che il valore attribuito dal nostro Ministero agli
appartenenti alla Polizia di Stato, in servizio o in quiescenza, è senza dubbio molto più basso di
quello che i Ministeri della difesa e dell’economia giustamente attribuiscono ai colleghi militari a
loro facenti capo.

Per misurare questa abissale sperequazione basta osservare come ogni Forza di polizia ad
ordinamento militare e ciascuna delle Forze armate, per meglio corrispondere alle tante necessità di
quel personale, abbiano istituito un proprio Polo unico pensionistico, dotato di adeguate risorse
tecnologiche, umane ed organizzative, che si interfaccia con un unico ufficio dell’Inps. Viene così
centralizzata la gestione di tutte le posizioni degli appartenenti a ogni Forza, prevenendo
efficacemente l’insorgenza di quelle criticità singole e talvolta anche generalizzate che sono ormai
appannaggio esclusivo dei poliziotti.

Tutto ciò permane nonostante l’enorme sforzo quinquennale di tutti i competenti uffici del
Dipartimento della pubblica sicurezza, che di recente sono finalmente riusciti a completare la
trasmissione dei flussi massivi per la sistemazione generalizzata delle posizioni Inps di tutto il
personale in servizio ed in quiescenza, in precedenza gravate da numerose criticità: aspettiamo ora
di capire quanto tempo ci metterà l’Inps a fare ciò che all’Istituto compete: sistemare le posizioni di
tutto il personale e ricalcolare pensioni e buonuscita del personale cessato.

E va inoltre rimarcato che, se un importante passo avanti è stato finalmente compiuto,
continuano i numerosissimi problemi che riguardano singole posizioni individuali o gruppi di
posizioni individuali: errori anche gravi e ritardi anche biblici nel calcolo e nell’erogazione delle
buonuscite, delle pensioni ordinarie e di quelle privilegiate sono per noi all’ordine del giorno perché
vengono trattate dalle sedi periferiche dell’Inps che a sua volta si interfaccia con le varie prefetture,
senza che si riesca a raggiungere un efficiente coordinamento e una reale omogeneizzazione.

Già è odioso che l’erogazione della buonuscita sia rateizzata arrivando a liquidarla del tutto
anche dopo quattro anni dal pensionamento, ma se a questo aggiungiamo i frequenti e notevoli ritardi
rispetto alle regole vigenti allora il tutto diventa una vera vergogna.

Il primo a non rispettare tempistiche e regole scritte sul sito web dell’Inps è proprio l’Inps,
che molto spesso neppure risponde a poliziotti che attendono per molti mesi di ricevere il dovuto,
anche restando senza stipendio e senza pensione e, per colmo, ciò avviene spesso nella Capitale,
dove errori e ritardi sono ormai cronici e ancor più insopportabili forse a causa dell’elevata mole di
lavoro, e dove i tanti colleghi interessati non riescono neanche ad avere risposte sullo stato delle
pratiche e sulle motivazioni del forte ritardo. Ebbene, come più volte richiesto e motivato, tutte
queste inaccettabili problematiche si risolveranno solo centralizzando la trattazione di tutte le
pratiche dei poliziotti in un unico ufficio dell’Inps, interfacciato direttamente con il Polo unico
pensionistico da realizzato in seno al Ministero dell’interno e posto a disposizione dei poliziotti
tutti.

Tutte le componenti militari del Comparto sicurezza e difesa hanno seguito questa strada e i
colleghi rispettivamente amministrati sono adeguatamente assistiti prima e dopo il pensionamento,
perché dopo una vita spesa a servire lo Stato tutti abbiamo diritto a non essere abbandonati a noi
stessi in balia di una gestione burocratica disastrosa, ma a sentirci parte di una grande famiglia
proprio come i colleghi militari, anche perché, la Legge 121/1981 specifica testualmente che
l’Amministrazione della pubblica sicurezza, pur essendo “civile”, è però “militarmente
organizzata”.

Così come chiesto per il trattamento economico in servizio, chiediamo per l’ennesima volta
anche per il trattamento economico differito al momento della quiescenza, dove arriviamo tutti,
prima o poi, di creare anche per noi un Polo pensionistico unico da realizzare, individuando risorse
tecnologiche, umane ed organizzative che si interfacciano con un unico Ufficio dell’Inps,
dimostrando, così, che anche i poliziotti non sono “figli di un Dio minore”.

In attesa di cortese cenno di riscontro, si porgono Distinti saluti.

La lettera