Lettera a firma congiunta del cartello al Sap, Coisp e Consap
Colleghi,
abbiamo ricevuto, rimanendo veramente favorevolmente sorpresi, la vostra nota del 2 u.s. concernente una manifestazione indetta per richiedere l’apertura del tavolo per il rinnovo contrattuale.
Tutto ciò ci ha sorpresi, prima ancora del merito sul quale diremo tra poco, perché abbiamo, ancora oggi, ben chiaro il ricordo delle parole di Tonelli allorquando, la scorsa estate, non appena eravamo riusciti a salvaguardare i permessi e i distacchi grazie all’opera soprattutto di chi scrive per i rapporti da noi creati e che favorirono la positiva risoluzione della vicenda con la compagine di maggioranza che sosteneva il governo, egli affermò che, da quel momento, il SAP “non avrebbe avuto più nulla da condividere con il cartello e con le sue strategie per sbloccare anche il tetto salariale e il contratto, perché lui era super convinto che il governo Renzi non ci avrebbe sbloccato né il tetto salariale né le procedure per il rinnovo del contratto di lavoro.
Siamo pertanto favorevolmente stupiti perché, nel ricordare che in quella occasione furono proprio Maccari (tra l’altro autore di SAPPINOCCHIO) e Innocenzi, più di ogni altro, a criticare Tonelli per la sua comunicazione, giunta peraltro con una mail, furono gli stessi affermare che, ritenendo il suo atteggiamento politicamente scorretto e miope, oltre che sindacalmente incomprensibile e suicida, chiosarono la loro protesta con una sorta di pregiudiziale a rimanere nel cartello se vi fosse stato un eventuale rientro del SAP.
Capite bene, quindi, il nostro stupore e le giuste perplessità, soprattutto nel merito della vicenda, nel constatare il ravvedimento operoso da parte di Tonelli, che oggi invoca la ricostituzione del “Cartellone dei Sindacatoni” (da parte sua sinora denominato Consorteria..) e del ritorno del figliol prodigo (Maccari e Innocenzi) che, così come è andato via senza alcuna spiegazione, oggi pensa di rientrare sempre nella convinzione di non dover indicare alcuna ragione e forte del perdono del “padre”.
Ma veniamo al merito. Come sa chiunque abbia un minimo di esperienza di contrattazione, lo sblocco delle procedure per il rinnovo contrattuale, e quindi la riapertura del tavolo negoziale, è già una realtà acquisita. Prima di tutto perché grazie all’opera che abbiamo effettuato lo scorso anno come cartello (del quale, ricorderete il SAP ed altri non ne facevano parte…), con lo sblocco del tetto salariale è passato anche quello per il rinnovo contrattuale. Infatti, entrambi i blocchi erano contenuti nello stesso decreto che il governo aveva prorogato anche per il 2014 e che, invece, grazie al NOSTRO lavoro non è stato prorogato anche per il 2015.
Non solo: a rafforzare il risultato da noi ottenuto, qualora ve ne fosse stato bisogno, è intervenuta anche la Suprema Corte Costituzionale la quale, in esito ai ricorsi presentati in merito, ha ribadito che “un ulteriore proroga del blocco delle procedure per il rinnovo contrattuale per i soli pubblici dipendenti sarebbe stato incostituzionale”.
Fatta questa precisazione, doverosa per i Colleghi che leggono e che non conoscono bene quali siano i meccanismi che disciplinano l’apertura del tavolo contrattuale, è spontaneo per noi fare una domanda.
Come voi ben sapete, accertato che l’apertura del tavolo per il rinnovo è già stata ottenuta, quello che è indispensabile fare è lavorare per ottenere le necessarie risorse economiche che poi ci consentiranno di poter chiudere il contratto in modo da soddisfare tutte le aspettative, a partire dalla salvaguardia del potere d’acquisto che è stato eroso.
Le risorse per il contratto vengono stanziate nella legge di stabilità che, come noto, viene approntata dal governo e inviata al Parlamento per la relativa approvazione entro il mese di dicembre di ogni anno.
Quest’anno, vogliamo ricordarvi, che il nostro lavoro, finalizzato al reperimento delle risorse, è molto più delicato e faticoso poiché, oltre a quelle necessarie per il rinnovo del contratto, stiamo operando per avere anche quelle indispensabili per fare il riordino delle carriere in funzione della delega che il governo ha emanato, come da noi fortemente voluto, con la c.d. Legge Madia.
A questo punto, e rigirando a voi l’invito all’unità sindacale per il bene dei Colleghi che rappresentiamo, considerato che il governo non ha ancora predisposto la bozza della legge di stabilità nella quale saranno indicate le risorse sia per il contratto che per il riordino, ci chiediamo:
perché fare una manifestazione nel mese di ottobre quando non vi sono scadenze che riguardano le norme sulle quali dobbiamo lavorare per reperire le risorse?
Non ritenete che in questa fase di contrattazione con il governo, che noi abbiamo in essere per il bene dei Colleghi, indire una manifestazione possa essere improduttiva o addirittura di ostacolo al raggiungimento del risultato?
Secondo la nostra trentennale esperienza, atteso che la manifestazione non è e non può essere mai il fine ma solo lo strumento attraverso il quale raggiungere gli obiettivi per il bene dei Colleghi, una manifestazione qualora dovesse essere necessaria, e state certi che se sarà, verrà da noi indetta e fatta in modo determinato come quella dei quarantamila di alcuni anni fa, solo allorquando il governo non intenderà più trattare per riconoscerci gli stanziamenti economici giusti per consentirci di chiudere un buon contratto e attuare il riordino che i Colleghi vogliono e attendono, ormai da troppo tempo.
L’unica risposta che siamo riusciti ad intravedere nel vostro invito, è quella che esistono altri obiettivi; che però non sono indicati. Obiettivi che volete raggiungere o tutelare con la manifestazione del 15 p.v., che non ha nulla a che vedere con il bene dei colleghi, e alla quale ci chiedete di aderire senza nemmeno spiegarci le motivazioni.
Se esistono altri motivi, allora, l’unica risposta che oggi possiamo darvi è quella di chiarirci quali siano i veri obiettivi che state perseguendo, e che chiaramente non hanno a che fare con il contratto di lavoro atteso quanto sinora evidenziato, perché se ce li illustrate, noi li valuteremo attentamente e, come sempre e a differenza di altri, state tranquilli, che anteporremo l’interesse dei Colleghi a qualsiasi strategia fine a se stessa. A differenza, credo ce lo consentirete, di come avete sinora fatto voi.
Nell’attesa che ci illustriate quali siano veramente gli scopi di questa manifestazione, vogliamo ricordarvi un’ultima cosa. Quando Tonelli ribadiva che non saremmo riusciti a sbloccare il tetto salariale, apostrofandoci come “la Conserteria” che si era venduta al governo, noi lo sblocco del tetto salariale e del contratto lo abbiamo ottenuto. Non vorremo che, anche questa volta, la voglia di apparire o di manifestare che ha sinora caratterizzato l’agire del Tonelli, per scopi non ben definiti lui ritiene non ci sia un governo “suo amico”, sia solo finalizzata ad evitare di raggiungere l’obiettivo vero – su cui noi, come al solito, siamo impegnati – che per noi è e resta solo il benessere dei Colleghi.
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