Ci siamo trovati davanti ad una serie interessanti di quesiti.

Il primo di questi ci pone di fronte alla difficile domanda se esista nel nostro paese un partito dell’antipolizia?!

Il secondo, che evidentemente sottende una favorevole risposta al primo quesito, è comprendere per quale motivo, laddove brillanti funzionari abbiano visto bruscamente interrotta la loro carriera, anche di vertice, il Ministero dell’interno, non si costituisca parte civile laddove é appurata l’innocenza di queste persone e la scelta negativa sia stata condizionata da indagini avventurose se non fantasiose alimentate da un’informazione pervasiva e condizionante.

Ma ci sia consentito, così facendo, ossia tentando di rispondere a questi pur suggestivi quesiti, credo non risponderemmo al quesito piùimportante.

Esiste oggi una Polizia moderna funzionale efficiente ed in grado di rispondere tempestivamente ad un realtà in continuo cambiamento?! La riorganizzazione delle forze dell’ordine connessa alla riforma della Pubblica amministrazione può essere l’occasione giusta?!

Premesso che come in ogni campo, anche nei contesti istituzionali si possano trovare tifosi od avversari, ciòche ci interessa approfondire èper quale motivo quel processo di modernizzazione avveniristico nel suo genere che la legge 121 aveva tratteggiato, oggi ci consegni una polizia indebolita, non nei suoi uomini, ma nella sua organizzazione al punto da trovarsi schiacciata nelle sue dinamiche gestionali tra mass media opinione pubblica ed autorità giudiziaria.

Evidentemente quel percorso virtuoso tratteggiato si èinterrotto, perchè, pur prevedendo una parziale sindacalizzazione a base di una polizia più moderna e democratica, e poi successivamente la possibilità di iscrizione e partecipazione politica seppur limitata, oggi ancora esistono e sono troppe sono le anacronistiche restrizioni e limitazioni che gli appartenenti alla Polizia di Stato vivono.

La polizia moderna efficiente e funzionale che immaginiamo è una struttura fatta da donne ed uomini che possano relazionarsi e confrontarsi con la realtà che li circonda contribuendo attivamente al miglioramento delle nostre società. Persone che vivono una realtà lavorativa isolata e circoscritti in un recinto culturale e di pensiero, sono oggi la peggiore risposta alla richiesta di una sicurezza partecipata ed inclusiva. Un lusso che non vogliamo e possiamo permetterci.

Una polizia al passo con i tempi richiede piena libertàsindacale, maggiori diritti civili e solo così credo si possa superare e salvaguardare quel principio di innocenza fino a prova contraria, che vale per ogni cittadino, ed ancor più dovrebbe valere per chi fedelmente serve lo stato.

Questo auspichiamo sia fattibile nelle scelte connesse alla riforma madia. Peccato che come al solito chi lancia grida di dolore non la pensi così e non faccia nulla per cambiare non gli effetti ma le cause.

Il Segretario Generale Valter Mazzetti