Oggi, 14 giugno 2016, le OO.SS. hanno tenuto l’ennesimo confronto con l’Amministrazione circa la “revisione dei Ruoli della Polizia di Stato”.

La delegazione dell’Amministrazione, presieduta dal Vice Capo al Coordinamento Piantedosi, era composta dal Prefetto Mazza delle Risorse Umane, dal dott. Ianniccari dei ruoli Tecnici, dal dottor Bella dell’Ufficio Legislativo e Dott. Ricciardi dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali. Anche in questa circostanza, oltre a quella fatta pervenire nella tarda serata di ieri, alle OO.SS. è stata fatta trovare sul tavolo dell’incontro un ulteriore sintesi di RIORDINO che ricalca, in buona sostanza, sempre la medesima litania che, in poche parole, tende ad annichilire ulteriormente la dignità lavorativa dei poliziotti del ruolo ordinario, tecnico e sanitario, niente innova circa le macroscopiche sperequazioni oggi esistenti con le altre Forze di polizia, non sana i tanti mancati diritti non riconosciuti al personale per incapacità totali della stessa Amministrazione ed umilia la dimostrata elevata professionalità degli operatori di polizia.

Un “RIORDINO”, invero, che, se attuato cosi come prospettato dall’Amministrazione, lascerebbe sul campo della progressione in carriera e della dignità professionale di chi oggi già “butta il sangue” per questa amministrazione matrigna più morti che feriti.

Un RIORDINO che, in barba ai 101.980 attuali poliziotti, prevede qualche minima possibilità di progressione solo per 23.000 di questi, peraltro neanche subito, ma con norme transitorie che arrivano fino ai 10 anni.

Altra vergogna, per gli Assistenti capo, è l’obolo di circa 20 euro mensili in cambio della qualifica di ufficiale di p.g., che diventano circa 30 per i Sovrintendenti capo con oltre 24 anni di anzianità e quasi 40 per i Sostituti commissari al limite della pensione con quasi 40 anni di anzianità e, assurdo nell’assurdo, 64 euro ai Vice questore aggiunti con appena 13 anni di anzianità, per i quali, tra l’altro, si prevedono norme transitorie del tutto speciali e diverse rispetto alle qualifiche apicali degli altri ruoli.

A tal riguardo, sin dal primo incontro abbiamo chiesto una sola regola rispettabile che volga per tutti, senza distinzione alcuna.

Invece, con sfrontatezza al limite dell’inverosimile, al fine di rimarcare sempre più la casta rispetto al resto del mondo, con quest’ultima bozza si elimina addirittura la qualifica di ufficiale di pubblica sicurezza ai Commissari e Commissari capo che sarebbero le qualifiche dei nuovi direttivi, quelli, cioè, provenienti dai ruoli interni all’Amministrazione e quindi non “unti dal Signore”.

Premesso che il riordino dovrebbe rappresentare un “riallineamento di ruoli e qualifiche” che i colleghi attendono da tempo immemorabile per colpe ed inerzia protrattasi negli anni da parte dell’Amministrazione, oggi, dopo sei incontri, documenti, critiche, rivendicazioni accalorate, abbandoni di tavoli e richieste di merito di vario genere, abbiamo appreso che le uniche richieste dei rappresentanti dei lavoratori che hanno trovato dignità in questo progetto sarebbero:

1. ai fini della progressione in carriera, non aver riportato una sanzione più grave della pena pecuniaria (in luogo del richiamo scritto, originariamente paventato);

2. l’eliminazione della riserva di posti (20%) per il concorso per vice sovrintendente riservato a chi aveva meno di 40 anni di età.

Ben misera cosa!

Di non minore conto, poi, è comprendere che fine farebbero gli 80 euro (960 euro annui) oggi percepiti dal personale, dal momento che la norma con cui sono stati riconosciuti, specificatamente, dispone che vengono erogati “..nelle more del riordino delle carriere” e che l’Amministrazione sarebbe favorevole a spostare sul riordino, magari per arricchire chi oggi già prende di più, togliendo a chi prende meno. Questo “scippo” non ci vedrà complici!

Per non parlare ancora dell’eccessivo peso che hanno le valutazioni dei dirigenti sia nel proporre gli avanzamenti sia nel bloccarli attraverso le sanzioni disciplinari.

Incognite pericolose e certezze dannose, questo, in sintesi, lo sviluppo del progetto di riordino.

Una proposta che più di una mancanza di risorse, soffre a nostro avviso, di una cultura classista dell’Amministrazione che non intende investire sull’elevazione sociale del proprio personale, da sostituto commissario in giù, ma schiacciarlo e massificarlo ancor più di quello che oggi è.

Alla luce di quanto sopra, attesa l’evidente inutilità di continuare a partecipare ad un “confronto” che sa sempre più di un mero esercizio dialettico e non di una seria discussione sul futuro professionale di migliaia di poliziotti, l’UGL Polizia di Stato ha abbandonato il tavolo e, finché non vedrà tramutate in bozza almeno parte delle proprie legittime rivendicazioni, non intende partecipare a questo bluff portato avanti da quel muro di gomma che è l’Amministrazione.

 

Roma, 14 Giugno 2016

                                                                                            LA SEGRETERIA NAZIONALE

il comunicato