Due agenti di Polizia mettono fine alla fuga del killer che il 19 dicembre scorso, a Berlino, davanti alle bancarelle di Natale, ha vigliaccamente spezzato la vita a 12 persone e provocato decine di feriti.

Ai due agenti della questura di Milano, di cui uno ferito ad una spalla da un colpo di pistola esploso dal pluri omicida, va tutto il nostro apprezzamento e la nostra massima solidarietà.

Dagli accertamenti è emerso che Anis Amri, il killer di Berlino, sarebbe arrivato in Italia passando per la Francia. Raggiunto Torino, Amri, ha preso un treno per Milano dove è arrivato intorno all’una di notte. Dalla stazione centrale si è poi spostato a Sesto San Giovanni dove, intorno alle 3,00 è stato fermato per un controllo dagli agenti di volante, evidentemente insospettiti da quella presenza. Il Killer, quindi, intuendo il peggio, avrebbe estratto immediatamente una pistola facendo fuoco contro gli agenti e ferendone uno alla spalla. Per niente intimoriti dalla follia omicida di Amri, i poliziotti, di 36 e 29 anni, dimostrando professionalità e sprezzo del pericolo hanno risposto al fuoco, sparando all’uomo, poi deceduto.

Una breve descrizione degli eventi, per far percepire come un normale servizio di pattugliamento, di quelli fatti a migliaia ogni giorno dagli agenti della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale, in una manciata di secondi possa trasformarsi in un conflitto a fuoco che, se non fosse stato per la prontezza dei riflessi, la massima attenzione operata e la professionalità dimostrata, avrebbe potuto anche vedere i due colleghi finire il servizio in una bara con buona pace dei familiari e amici che ne avrebbero pianto la scomparsa.

Ancora una volta, quindi, nonostante le diverse difficoltà e le problematiche condizioni in cui operano le donne e gli uomini della Polizia di Stato – ma si può tranquillamente dire delle Forze dell’ordine in genere – la Polizia italiana ha dimostrato la propria elevata professionalità, ma anche, al tempo stesso, che non esistono Paesi immuni dalla furia omicida del terrorismo islamico.

E se il nostro Paese, fino ad ora, è stato solo lambito da questa forme truce di terrorismo che prende come obiettivi principali tutte persone inermi, donne e bambini, ragazzi, uomini e anziani, lo si deve sicuramente ai nostri servizi di intelligence, all’antiterrorismo, alle digos, alla polizia giudiziaria, al controllo del territorio, ma anche alla quotidiana e silente professionalità di tutti gli operatori di polizia.

L’Italia, ancora una volta, ha dimostrato che nel nostro Paese il sistema di prevenzione e di repressione funziona anche se, come si dice, mai come in questo particolare periodo storico l’imperativo più giusto è quello di “non abbassare la guardia”. Ma a non abbassare la guardia non possono e non devono essere solo i poliziotti. Questo imperativo deve valere ancor più per tutti quelli che hanno la possibilità di migliorare il nostro sistema sicurezza sia verso la collettività, sia verso proprio chi quella sicurezza è chiamato a tutelare ed assicurare. Allora, governo, parlamento, tutte le forze politiche in genere e istituzioni continuino nel loro impegno e implementino gli sforzi per migliorare sia il nostro sistema di sicurezza, sia la dignità professionale degli operatori, assicurando, così, una convivenza più tranquilla a tutta la collettività.

Vicinanza totale ai valorosi colleghi, solidarietà particolare al poliziotto ferito per il decorso della sua guarigione e apprezzamento e ringraziamento infinito per la loro professionalità dimostrata, che non può che inorgoglire i cuori di tutte le donne e gli uomini in uniforme.

 

Roma, 23 dicembre 2016

Il Segretario Generale

         Valter Mazzetti

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