Come noto, il 15 febbraio si è tenuto l’ennesimo incontro tra Amministrazione e OO.SS. per discutere circa i contenuti della “bozza di lavoro” inerente al Riordino delle Carriere predisposta dal dipartimento e sulla quale, a fronte delle cospicue somme stanziate, abbiamo espresso forte delusione e netta contrarietà.
Abbiamo sempre sostenuto la necessità di un serio ed equo Riordino che -nel tenere conto sia dei tanti danni causati al proprio personale da un’amministrazione troppo spesso miope e sorda alle legittime richieste di progressione in carriera e sia quanto ottenuto dagli impiegati civili e dai prefettizi in questi ultimi 22 anni in termine di riqualificazioni professionali – restituisse alle donne e agli uomini della polizia di Stato un po’ di meritata dignità professionale. Sin dalle prime battute, quindi, abbiamo chiesto che fosse chiara la filosofia e lamission che dovevano muovere l’Amministrazione: riqualificare professionalmente tutto il personale, sanare le tante penalizzazioni conseguenza del riordino del ’95 e della mancata applicazione di norme, nonché prevedere un più celerepercorso di carriera che consentisse al personale di arrivare al massimo dello stipendio il prima possibile per ottenere anche in futuro una pensione più dignitosa.
Non riscontrando tutto questo e registrando, anzi,via via un arroccamento dell’Amministrazione,abbiamo puntualmente criticato, con continuità e testarda coerenza il progetto del dipartimento. Come segno di forte protesta,siamo stati anche gli unici ad abbandonare le inutili riunioni del tavolo di confronto per rientrare solo dopo l’insediamento del nuovo Capo della Polizia, nella speranza di un cambiamento di direzione. Nel frattempo, insieme ai sindacati del Cartello non abbiamo mai smesso di rivendicare politicamente maggiori risorse. Così,dopo aver portato a casa la legge delega sul riordino, viste le esigue risorse esistenti abbiamo ottenuto la proroga di sei mesi proprio per consentire al governo di appostare maggiori risorse sulla legge di bilancio, senza mai smettere di dialogare con la parte politica per far comprendere le ragioni del malessere del personale rappresentato. Ed ora che quell’alibi delle scarse risorse per i detrattori non c’è più, ci saremmo aspettati una maggiore considerazione per i tanti colleghi che quotidianamente, tra mille sacrifici, tengono alto l’onore e la credibilità della Polizia di Stato.
Queste, in sintesi, le nostre pregiudiziali minime per condividere un Riordino degno di questo nome:
➢aumento parametrale minimo di sei punti per tutti, pari ad euro 86,35. Tale aumento, se non praticabili ipotesi alternative tuttora al vaglio di detassazione delle indennità a carattere fisso e continuativo per un importo di 960 euro su base annua per tutto il personale, serve per adeguare la strutturazione del famoso bonus di 80 euro;
➢la fase transitoria di una Riorganizzazione delle carriere, diversamente della fase a regime, è specificatamente deputata alla riqualificazione del personale che già fa parte di quell’Amministrazione, quindi, per tutto il periodo “transitorio” il totale ripianamento degli organici nei diversi ruoli deve avvenire solo attingendo al personale interno, senza procedere a concorsi pubblici. In questo contesto di ripianamento, così allargato, bisogna altresì tenere in debito conto anche tutto quel personale che, causa gli enormi ritardi concorsuali, è risultato fortemente penalizzato e seppur “vecchio”, non lo è abbastanza per attingere alle riserve di legge;
➢omogeneità di dotazioni organiche ed equiordinazione nei diversi ruoli con riferimento alle altre Forze di polizia che, allo stato attuale, sono di gran lunga superiori a quelle della Polizia di Stato. Avere molti meno posti per il “ruolo direttivo speciale” , per il ruolo degli ispettori e per quello dei sovrintendenti, oltre a penalizzare di molto il nostro personale nella legittima prospettiva di carriera, ci indebolisce anche economicamente;
➢deve sparire sia quella pericolosa attribuzione della qualifica di ufficiale di p.g. per gli assistenti capo, sia l’eventuale discrezionalità nel riconoscimento della nuova denominazione con conseguente “preminenza gerarchica” che comporterebbe scavalchi nella stessa qualifica in cui, personale più giovane potrebbe discrezionalmente o arbitrariamente essere nominato “qualifica speciale” o “coordinatore” e così diventare superiore gerarchico di pari qualifica ben più anziani;
➢è pur vero che la legge delega per questo Riordino non prevede inquadramenti automatici (come fu nel ’95 per intenderci, allorquando il personale venne inquadrato automaticamente senza concorsi e senza alcun trasferimento), ma partendo dal presupposto che devono essere diverse solo le modalità di selezione per l’avanzamento, nella fase transitoria deve essere comunque garantita la permanenza in sede per tutti, ivi compresi per i concorsi interni in atto le cui decorrenze giuridiche devono comunque essere antecedenti a quelle di chi dovesse partecipare a concorsi interni per i medesimi ruoli a seguito del Riordino;
➢riconoscimento della pari dignità al ruolo ordinario del ruolo tecnico il cui personale, non solo si è visto già ingiustamente escluso dalle procedure di avanzamento relative al c.d. “concorsone”, ma oggi, con questo progetto, si vede precluse molte prerogative pur riconosciute al personale del ruolo ordinario, dalla denominazione alle attribuzioni dei direttori tecnici (commissari) agli avanzamenti nel ruolo dei revisori (sovrintendenti) e periti (ispettori). Al personale del ruolo tecnico, pertanto, devono essere attribuite pedissequamente tutte le opportunità che dovessero essere riconosciute al personale del ruolo ordinario. Per quanto riguarda tutte le eventuali modifiche dell’assetto e del mansionario si dovrà aprire uno specifico tavolo tecnico (così come promesso a più riprese dalla stessa Amministrazione) a partire immediatamente dopo l’eventuale approvazione del Riordino delle carriere in questione;
➢uguali modalità di trattamento nella selezione per l’avanzamento in carriera per tutti i ruoli, soprattutto con riferimento ai criteri concorsuali individuati per i funzionari e scelti anche dalle altre Amministrazioni interessate, con abolizione degli assurdi accertamenti attitudinali per lo sviluppo interno della carriera, così come non previsto per lo sviluppo dell’attuale carriera dei funzionari e dirigenti;
➢maggiore riconoscimento e rispetto professionale per tutti i colleghi che non hanno avuto nulla o che sono stati seriamente penalizzati dal riordino del 1995 o da norme successive, soprattutto se rapportati agli omologhi delle altre Forze di polizia interessate, i cui percorsi di carriera si sono sviluppati virtuosamente;
➢laddove le dotazioni organiche risultassero insufficienti, attesa l’età media molto alta del personale,attingere all’istituto del soprannumero riassorbibile nella fase transitoria;
➢riduzione dei tempi di permanenze nelle varie qualifiche e ancor più in alcune che ancora risultano eccessivamente lunghi, e riconoscimento delle anzianità pregresse per tutti;
➢eliminazione di qualsivoglia limite di età per la partecipazione ai concorsi interni che, visti i disastri compiuti dall’Amministrazione in questi anni circa l’indizione di concorsi e le fasi di questi, esporrebbe ad eccessivo e gratuito rischio di esclusione, se non certezza, tutti i dipendenti;
➢immediata eliminazione di tutti quegli istituti che, benché completamente estranei dai contenuti della legge delega inerente al Riordino della carriere, sono stati abusivamente inseriti nelle pieghe del progetto di riordino, come,ad es.: l’abolizione della legge 86/2001, ex legge 100, per i colleghi trasferiti d’ufficio anche in altri comuni o province fino a 50km a seguito di soppressioni, accorpamenti, anche temporanei, o ridislocazione delle strutture o reparti ovvero relative articolazioni, nonché per i trasferimenti d’ufficio ex art. 55, quarto comma.
Nell’esclusivo interesse del personale, cercheremo fino all’ultimo di portare a casa il miglior risultato possibile, anche nelle successive fasi dell’iter parlamentare dell’esercizio della legge delega, ma in assenza di idonei correttivi, è scontato che questo Riordino non otterrà certo il nostro avallo.
Roma, 16 febbraio 2017
LA SEGRETERIA NAZIONALE