Preg.mo Signor Capo della Polizia,

ci troviamo costretti a rivolgerci nuovamente a Lei dopo la risposta giunta alla nostra lettera del 26 settembre in merito alla necessità di adeguare alla realtà attuale le normative sul porto d’armi per gli Appartenenti alle FF.OO.,,
di cui si allega copia.

Nella nostra nota rappresentavamo la necessità di compiere finalmente uno sforzo concreto, per risolvere le notissime problematiche legate al porto occulto di armi per gli Appartenenti alla (quasi) totalità delle Forze di Polizia.

Non ci soffermeremo nuovamente sulla vetustà delle norme, (Regio Decreto 6 Maggio 1940, n. 635, art.73), sulla loro intrinseca, evidentissima, paradossale, contraddizione tra chi può acquistare armi a piacimento, (senza licenza e senza avere mal sparato un colpo), e chi si vede negato il porto d’armi, pur venendo obbligatoriamente addestrato all’uso delle armi.

Ciò che invece va sottolineato, è come la risposta del Dipartimento a questa O.S., ancora una volta, sia volta unicamente nella direzione del prendere tempo, senza farsi alcuno carico del problema.

Nella nostra lettera del 26 settembre, scrivevamo infatti: ‘…E’ evidente che un cambiamento delle norme primarie debba passare le forche caudine della discussione politica, ma innanzitutto dobbiamo fare un cambio di passo internamente ai nostri Uffici Legislativi, i quali, ad oggi, non sono ancora riusciti ad elaborare alcuna ipotesi che
permetta, nella concretissima realtà, ai tantissimi poliziotti che vogliano farlo, di porsi (a proprie spese….!) nelle condizioni di difendere iî cittadini dalle peggiori minacce criminali”.

Nella risposta inviata a questa O.S., nel merito, si rimanda in toto a “studi ed approfondimenti” che evidentemente servirebbero a meglio comprendere la “recentissima norma” del 1932 (!!!). Si rileva persino mancare il coraggio di prendere una posizione chiara in merito ad una problematica che va a nuocere proprio ai poliziotti più esposti al
rischi.

Già in passato siamo stati vittime di “logiche interpretative” da parte degli Uffici Studi, si ricordano le infinite ed inutili sperimentazioni dello Spray O.C. che sono state fatte durare oltre 6 anni, mentre 1 poliziotti subivano le conseguenze fisiche di questi perenni rimandi. Non mancherebbero esempi del medesimo attendismo ed infinite proroghe anche in ambiti ancora più tragici, come quello dei suicidi, che per anni sono stati trattati quali argomenti di “studio” anziché problemi da risolvere, divenuti realtà da affrontare solo grazie alla creazione della Commissione insediata con il Suo avvento a Capo della Polizia.

Il messaggio che emerge dalla risposta giunta a questa Segreteria Nazionale dalle articolazioni del nostro Dipartimento e dall’Ufficio per il Coordinamento e della pianificazione della Forze di Polizia, viene oggi recepito forte e chiaro da migliaia di Poliziotti, Carabinieri, Finanzieri ecc.: arrangiatevi! Vi negano il porto d’armi? Problemi
vostri. L’arma per dimensioni e caratteristiche non è occultabile? Fatevene una ragione.

Quando i vertici di un’ Amministrazione remano contro i propri Appartenenti, mancando di porre in atto ciò che serve a tutelarli, significa che è giunto il momento di rivedere quei vertici e questo solo Lei può farlo! Questo problema si trascina da anni senza alcuna concreta evidenza di un interessamento. L’unica energia spesa è quella usata per articolare risposte dove non viene definito alcunchè.

Ci dobbiamo quindi nuovamente rivolgere a Lei affinché si ritorni a riflettere su come migliorare le possibilità dei poliziotti di compiere il proprio dovere, piuttosto a come ostacolarli, umiliandone le necessità, con il Inguaggio, insopportabilmente irritante, del “vedremo e faremo”, che non viene ormai tollerato da nessuno.

In attesa di riscontro, si porgono i più sinceri saluti.

Lettera al Capo della Polizia

La risposta al quesito precedente

La nostra lettera del 26 settembre 2019