Pregiatissima Signora Ministra,
la presente per rappresentarLe come, a questa O.S. giungano costanti richieste di delucidazioni attese le molte perplessità afferenti alla nota emanata dalla Direzione Centrale per gli Affari Generali della Polizia di Stato (in allegato) che compendia l’ “iter” per ottenere l’ “Attestato di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione Civile per lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili Coronavirus. Territorio nazionale”.
In tale nota, si evidenzia che, per ogni poliziotto “candidato alla benemerenza”, sia a titolo individuale, sia a titolo collettivo, debba essere prodotta, oltre ai dati anagrafici, di servizio e quant’altro, una conseguenziale e “dettagliata relazione sulle circostanze che rendono effettivamente meritoria la partecipazione alle operazioni di protezione civile relative alla proposta di benemerenza nonchè sugli atti che hanno concorso ad elevare l’immagine del sistema della protezione civile nazionale”.
Già queste specifiche: “partecipazione alle operazioni di protezione civile” e “...atti che hanno concorso ad elevare l’immagine del sistema della protezione civile nazionale“, suscitano non poche interpretazioni, portando ai più disparati soggettivismi di sorta, che sono assolutamente da evitare.
Nella medesima nota, coi predetti fumosi e aleatori requisiti testè riportati, si richiede anche “una dichiarazione attestante l’anzianità di servizio del segnalato di almeno 5 anni presso l’organismo di riferimento”
Si precisa, poi, ulteriormente, che nessun candidato può avanzare istanze di candidatura alla benemerenza prima che “siano trascorsi 3 anni dalla precedente concessione di attestato di pubblica benemerenza”.
Ora, molti colleghi che con dimostrata abnegazione, spirito di servizio ed elevata professionalità non si sono risparmiati nell’affrontare al meglio i pericoli sanitari di questa emergenza, con rammarico, oltre alle perplessità già palesate, si chiedono:
quale sia la “ratio” per escludere dalla benemerenza poliziotti (con meno di 5 anni di anzianità) che, con forte spirito di servizio, abnegazione, slancio umano, hanno comunque costituito nel periodo di maggior diffusione della pandemia, un fermo punto di riferimento umano, sociale e di sicurezza pubblica, specie quando sono stati impiegati con turnazioni sempre più frequenti, soccorrendo, per quanto di competenza, contagiati e familiari di persone decedute, in un clima di diffusa paura, di incertezza, di sbandamento e in un generale contesto di impotenza !?
Ed ancora: qual è la “ratio” per escludere dalla benemerenza quanti, prodigatisi in passato per le molteplici e gravi calamità naturali o per ogni altra necessità di pubblica sicurezza, siano già stati destinatari di pubblica benemerenza e che, anche in servizio anti-coronavirus, hanno dato nuovamente e instancabilmente supporto a tantissimi cittadini frastornati da quotidiani bollettini medico-sanitari, in guisa di antichi e fortunatamente passati bollettini di guerra !?
Nel sottolineare come molti poliziotti, nell’esercizio del loro impegno durante la pandemia, siano stati essi stessi vittime di contagio, auspico che Lei Signora Ministra voglia, con abituale fermezza e tempestività, far proprie queste infauste esclusioni dalla benemerenza ed attivare, conseguentemente, ogni possibile ed efficace iniziativa per scongiurare ogni anacronistica e sgradevole discriminazione.
In subordine, nella denegata ipotesi in cui questa “Benemerenza” corrisponda ad altre logiche a noi sconosciute e ai più incomprensibili, che ne rendono impossibile una revisione, si chiede di individuare una Benemerenza o altro riconoscimento specifico per le donne e gli uomini in divisa che nel quotidiano impegno umano e professionale hanno si concorso senza dubbio alcuno ad elevare l’immagine del sistema sicurezza dell’intero paese e dell’istituzione Polizia di Stato.
In attesa di un cortese riscontro alla presente, Le porgo i più distinti saluti
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