La notizia è di quelle che fanno sorridere, ma la riflessione da fare a riguardo é estremamente seria.

La Cronaca odierna descrive con titoloni una donna vicina al clan casamonica, che approfittando della confusione romana e sopratutto di quella della sua estrema periferia, commissiona lavori non di ristrutturazione ma di demolizione e restituzione di infissi, inferriate, portone blindato ed altro.

Si, non ristrutturazione ma restituzione, che secondo la determinata signora doveva spettare ai legittimi proprietari ( clan casamonica per l’appunto). Peccato che quell’immobile non fosse più nella sua disponibilità, in quanto bene confiscato alle mafie.

Ma veniamo alla riflessione sicuramente più seria. Tutti, anni fa sposarono l’idea che per combattere la criminalità, ed in particolare quella di matrice mafiosa, fosse indispensabile minarne alla base la forza intervenendo sui patrimoni.

Da qui l’agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie, che nonostante l’ottimo lavoro svolto manca ancora di una disciplina organica che consenta la rapida assegnazione o dismissione di quei beni.

Ancora una volta una mancanza di determinazione di scelte politiche che ricade sui cittadini.

Non sfuggirà infatti come quei soldi siano utili anzi necessari per rimpinguare le esigue risorse destinate a riorganizzare le forze di polizia anche alla luce della riforma madia.

Il risultato o vantaggio in questo caso, sarebbe duplice.

Risorse da destinare al miglioramento dell’apparato sicurezza, immediato segnale di utilità dell’opera svolta dalle forze dell’ordine e di come il loro lavoro produca effetti tangibili.

Sarebbe bene quindi non distrarsi dall’obiettivo di cercare tutte gli strumenti utili a reperire risorse   Da destinare alle donne ed agli uomini delle forze dell’ordine, ma forse é tremendamente più semplice fare propaganda. 

Valter Mazzetti