COMUNICATO STAMPA 10 GIUGNO 2022

Caso Shalabayeva, Fsp Polizia: “Soddisfazione per questi valorosi Servitori dello Stato che hanno subito danni irreparabili. Dieci anni di inferno e probabilmente non è ancora finita, cambiare il sistema”

“Siamo estremamente lieti dell’esito del giudizio d’appello nei confronti dei poliziotti coinvolti nel caso Shalabayeva, leali e valorosi Servitori dello Stato, una vita dedicata a un lavoro in cui i rischi sono tanti e subdoli, e i pericoli più grandi stanno proprio nelle ‘voragini giudiziarie’ in cui si può precipitare a causa del servizio. La soddisfazione fa il paio con l’amarezza di sapere che loro, come tanti altri colleghi accusati ingiustamente, subiscono danni irreparabili, ancora una volta dovuti alla mancanza di un’adeguata tutela legale, normativa, procedurale. E’ fuori di dubbio che il sistema non tiene conto della specificità del nostro lavoro, in cui l’uomo o la donna che indossano la divisa rischiano la vita e la salute, la serenità delle proprie famiglie, ma, su tutto, sono esposti a qualcosa che rischia davvero di distruggerli nel profondo, e cioè l’attacco alla loro ‘funzione’, alla dignità di Servitori dello Stato, l’ombra gettata sulla loro fedeltà, sulla loro capacità, sulla loro onestà, sulla loro competenza. Oggi, a 10 anni di distanza dai fatti, e purtroppo temiamo che la cosa non finisca qui, siamo ancora a discutere dell’operato di poliziotti che quotidianamente hanno dimostrato il loro valore, messo bellamente in discussione salvo poi concludere che quel fatto atroce contestatogli non sussiste affatto. Auspichiamo davvero che si possa pensare di tornare a procedimenti giudiziari affidati a chi abbia una preparazione e una esperienza specifica per portare avanti un giudizio nei confronti degli operatori in divisa, persone alla quali, nella maggiori parte dei casi finiti in tribunale, bisogna solo dire grazie”.
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo la sentenza della Corte d’appello di Perugia che, annullando le condanne del primo grado, ha assolto con la formula più ampia, “perché il fatto non sussiste”, tutti gli imputati coinvolti nel “caso Shalabayeva” fra i quali Renato Cortese, Maurizio Improta, e un gruppo di loro collaboratori con i quali, nel maggio del 2013, guidavano la squadra mobile e l’ufficio immigrazione della questura di Roma.

VENERDÌ 10 GIUGNO 2022 11.47.14

CASO SHALABAYEVA: FSP POLIZIA, ‘PER VALOROSI SERVITORI STATO DANNI IRREPARABILI’ =

Roma, 10 giu. (Adnkronos) – ”Siamo estremamente lieti dell’esito del
giudizio d’appello nei confronti dei poliziotti coinvolti nel caso
Shalabayeva, leali e valorosi servitori dello Stato, una vita dedicata
a un lavoro in cui i rischi sono tanti e subdoli, e i pericoli più
grandi stanno proprio nelle ‘voragini giudiziarie’ in cui si può
precipitare a causa del servizio. La soddisfazione fa il paio con
l’amarezza di sapere che loro, come tanti altri colleghi accusati
ingiustamente, subiscono danni irreparabili, ancora una volta dovuti
alla mancanza di un’adeguata tutela legale, normativa, procedurale”.
Lo ha detto Valter Mazzetti, segretario generale FSP Polizia di Stato,
dopo la sentenza della Corte d’appello di Perugia che, annullando le
condanne del primo grado, ha assolto con la formula più ampia,
”perché il fatto non sussiste”, tutti gli imputati coinvolti nel
”caso Shalabayeva” fra i quali Renato Cortese, Maurizio Improta, e
un gruppo di loro collaboratori con i quali, nel maggio del 2013,
guidavano la squadra mobile e l’ufficio immigrazione della questura di
Roma.
“E’ fuori di dubbio che il sistema non tiene conto della specificità
del nostro lavoro, in cui l’uomo o la donna che indossano la divisa
rischiano la vita e la salute, la serenità delle proprie famiglie, ma,
su tutto, sono esposti a qualcosa che rischia davvero di distruggerli
nel profondo, e cioè l’attacco alla loro ‘funzione’, alla dignità di
Servitori dello Stato, l’ombra gettata sulla loro fedeltà, sulla loro
capacità, sulla loro onestà, sulla loro competenza – continua – Oggi,
a 10 anni di distanza dai fatti, e purtroppo temiamo che la cosa non
finisca qui, siamo ancora a discutere dell’operato di poliziotti che
quotidianamente hanno dimostrato il loro valore, messo bellamente in
discussione salvo poi concludere che quel fatto atroce contestatogli
non sussiste affatto”.
“Auspichiamo davvero – conclude Mazzetti – che si possa pensare di
tornare a procedimenti giudiziari affidati a chi abbia una
preparazione e una esperienza specifica per portare avanti un giudizio
nei confronti degli operatori in divisa, persone alla quali, nella
maggior parte dei casi finiti in tribunale, bisogna solo dire
grazie”.

VENERDÌ 10 GIUGNO 2022 13.11.05

SHALABAYEVA, FSP POLIZIA: DIECI ANNI DI INFERNO, CAMBIARE SISTEMA

(9Colonne) Roma, 10 giu – “Siamo estremamente lieti dell’esito del giudizio d’appello nei confronti dei poliziotti coinvolti nel caso Shalabayeva, leali e valorosi Servitori dello Stato, una vita dedicata a un lavoro in cui i rischi sono tanti e subdoli, e i pericoli più grandi stanno proprio nelle ‘voragini giudiziarie’ in cui si può precipitare a causa del servizio. La soddisfazione fa il paio con l’amarezza di sapere che loro, come tanti altri colleghi accusati ingiustamente, subiscono danni irreparabili, ancora una volta dovuti alla mancanza di un’adeguata tutela legale, normativa, procedurale”. Così Valter Mazzetti, segretario generale FSP Polizia di Stato, dopo la sentenza della Corte d’appello di Perugia che, annullando le condanne del primo grado, ha assolto con la formula più ampia, “perché il fatto non sussiste”, tutti gli imputati coinvolti nel “caso Shalabayeva” fra i quali Renato Cortese, Maurizio Improta, e un gruppo di loro collaboratori con i quali, nel maggio del 2013, guidavano la squadra mobile e l’ufficio immigrazione della questura di Roma. “E’ fuori di dubbio che il sistema non tiene conto della specificità del nostro lavoro, in cui l’uomo o la donna che indossano la divisa rischiano la vita e la salute, la serenità delle proprie famiglie, ma, su tutto, sono esposti a qualcosa che rischia davvero di distruggerli nel profondo, e cioè l’attacco alla loro ‘funzione’, alla dignità di Servitori dello Stato, l’ombra gettata sulla loro fedeltà, sulla loro capacità, sulla loro onestà, sulla loro competenza. Oggi, a 10 anni di distanza dai fatti, e purtroppo temiamo che la cosa non finisca qui, siamo ancora a discutere dell’operato di poliziotti che quotidianamente hanno dimostrato il loro valore, messo bellamente in discussione salvo poi concludere che quel fatto atroce contestatogli non sussiste affatto. Auspichiamo davvero che si possa pensare di tornare a procedimenti giudiziari affidati a chi abbia una preparazione e una esperienza specifica per portare avanti un giudizio nei confronti degli operatori in divisa, persone alla quali, nella maggior parte dei casi finiti in tribunale, bisogna solo dire grazie”.

VENERDÌ 10 GIUGNO 2022 13.06.49

Caso Shalabayeva: Fsp Polizia, hanno vissuto inferno, cambiare sistema

Caso Shalabayeva: Fsp Polizia, hanno vissuto inferno, cambiare sistema Milano, 10 giu. (LaPresse) – “Siamo estremamente lieti dell’esito del giudizio d’appello nei confronti dei poliziotti coinvolti nel caso Shalabayeva, leali e valorosi Servitori dello Stato, una vita dedicata a un lavoro in cui i rischi sono tanti e subdoli, e i pericoli più grandi stanno proprio nelle ‘voragini giudiziarie’ in cui si può precipitare a causa del servizio”. Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo la sentenza della Corte d’appello di Perugia che, annullando le condanne del primo grado, ha assolto con la formula più ampia, “perché il fatto non sussiste”, tutti gli imputati coinvolti nel “caso Shalabayeva” fra i quali Renato Cortese, Maurizio Improta, e un gruppo di loro collaboratori con i quali, nel maggio del 2013, guidavano la squadra mobile e l’ufficio immigrazione della questura di Roma.

“La soddisfazione fa il paio con l’amarezza di sapere che loro, come tanti altri colleghi accusati ingiustamente, subiscono danni irreparabili, ancora una volta dovuti alla mancanza di un’adeguata tutela legale, normativa, procedurale – sottolinea – È fuori di dubbio che il sistema non tiene conto della specificità del nostro lavoro, in cui l’uomo o la donna che indossano la divisa rischiano la vita e la salute, la serenità delle proprie famiglie, ma, su tutto, sono esposti a qualcosa che rischia davvero di distruggerli nel profondo, e cioè l’attacco alla loro ‘funzione’, alla dignità di Servitori dello Stato, l’ombra gettata sulla loro fedeltà, sulla loro capacità, sulla loro onestà, sulla loro competenza”.”Oggi, a 10 anni di distanza dai fatti, e purtroppo temiamo che la cosa non finisca qui, siamo ancora a discutere dell’operato di poliziotti che quotidianamente hanno dimostrato il loro valore, messo bellamente in discussione salvo poi concludere che quel fatto atroce contestatogli non sussiste affatto. Auspichiamo davvero che si possa pensare di tornare a procedimenti giudiziari affidati a chi abbia una preparazione e una esperienza specifica per portare avanti un giudizio nei confronti degli operatori in divisa, persone alla quali, nella maggior parte dei casi finiti in tribunale, bisogna solo dire grazie”.

VENERDÌ 10 GIUGNO 2022 11.48.15

Shalabayeva: Fsp Polizia, 10 anni di inferno, cambiare sistema =

(AGI) – Roma, 10 giu. – “Siamo estremamente lieti dell’esito del
giudizio d’appello nei confronti dei poliziotti coinvolti nel
caso Shalabayeva, leali e valorosi servitori dello Stato, una
vita dedicata a un lavoro in cui i rischi sono tanti e subdoli,
e i pericoli piu’ grandi stanno proprio nelle ‘voragini
giudiziarie’ in cui si puo’ precipitare a causa del servizio”.
Lo afferma Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di
Stato, dopo la sentenza della corte d’appello di Perugia che,
annullando le condanne del primo grado, ha assolto con la
formula piu’ ampia, “perche’ il fatto non sussiste”, tutti gli
imputati coinvolti nel “caso Shalabayeva” fra i quali Renato
Cortese, Maurizio Improta, e un gruppo di loro collaboratori con
i quali, nel maggio del 2013, guidavano la squadra mobile e
l’ufficio immigrazione della questura di Roma.
“La soddisfazione – precisa, pero’, Mazzetti – fa il paio con
l’amarezza di sapere che loro, come tanti altri colleghi
accusati ingiustamente, subiscono danni irreparabili, ancora una
volta dovuti alla mancanza di un’adeguata tutela legale,
normativa, procedurale”.

Per Mazzetti “e’ fuori di dubbio che il
sistema non tiene conto della specificita’ del nostro lavoro, in
cui l’uomo o la donna che indossano la divisa rischiano la vita
e la salute, la serenita’ delle proprie famiglie, ma, su tutto,
sono esposti a qualcosa che rischia davvero di distruggerli nel
profondo, e cioe’ l’attacco alla loro ‘funzione’, alla dignita’
di servitori dello Stato, l’ombra gettata sulla loro fedelta’,
sulla loro capacita’, sulla loro onesta’, sulla loro competenza.
Oggi, a 10 anni di distanza dai fatti, e purtroppo temiamo che
la cosa non finisca qui, siamo ancora a discutere dell’operato
di poliziotti che quotidianamente hanno dimostrato il loro
valore, messo bellamente in discussione salvo poi concludere che
quel fatto atroce contestatogli non sussiste affatto.
Auspichiamo davvero che si possa pensare di tornare a
procedimenti giudiziari affidati a chi abbia una preparazione e
una esperienza specifica per portare avanti un giudizio nei
confronti degli operatori in divisa, persone alla quali, nella
maggior parte dei casi finiti in tribunale, bisogna solo dire
grazie”, conclude il segretario generale Fsp Polizia di Stato.

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