Il “Pacchetto specificità” deve essere migliorato: servono i contenuti
Contratto: si prosegue, ma con ancora diverse criticità
Come noto i lavori del tavolo contrattuale con i sindacati e le rappresentanze procedono in parallelo con quelli del “tavolo politico” che deve riempire il Pacchetto specificità, all’interno del quale, in base agli impegni pubblicamente assunti dai Ministri, devono esserci i fondi per: la stipula di una polizza assicurativa a copertura degli infortuni in servizio, attagliata specificatamente alle nostre esigenze; per la realizzazione di una tutela legale adeguata alla nostra specificità e per interventi perequativi previdenziali, oltre al famigerato art. 54, che vadano a coprire parte del gap pensionistico determinatosi nei nostri confronti in ben 26 anni di mancata istituzione della previdenza integrativa.
Ad oggi nel testo del disegno della legge di bilancio non troviamo coperture per la polizza assicurativa, né per la tutela legale mentre per le nostre pensioni vengono stanziati fondi ancora insufficienti e, per giunta, riservati per metà a chi oggi non ha ancora neppure vinto il concorso per entrare in Polizia e da cui sono comunque esclusi i colleghi che andranno in pensione nel prossimo futuro, forse per qualche anno e quelli che in pensione ci sono già andati, subendo un danno notevolissimo a causa dei ritardi di uno Stato che, dopo aver risparmiato oltre quattro miliardi in 26 anni di omessa realizzazione della nostra previdenza integrativa, sembra dirci: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Troppo comodo!
Tra l’altro, benché più volte richiesto, il Governo non ci ha ancora comunicato se e come i poliziotti verranno interessati dal c.d. taglio del cuneo fiscale, le cui detrazioni fiscali mensili si andrebbero a sommare ai miglioramenti contrattuali, fornendo nel complesso il dato concreto dell’incremento retributivo effettivo cui far riferimento per comprendere se e con quale stato d’animo si potrà proseguire nelle trattative contrattuali.
Ieri, in premessa, abbiamo quindi rivendicato modifiche del testo del disegno di legge di bilancio che affrontino efficacemente dette criticità e che sia mantenuto l’impegno di modificare, in modo che non possa prestarsi ad interpretazioni nuovamente penalizzanti per i poliziotti, sempre in tema di pensioni, anche il testo che, sanando la sperequazione del citato art. 54, estende la più favorevole aliquota di calcolo già applicata per i colleghi militari a tutto il personale ad ordinamento civile del Comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.
Per la parte economica del contratto in senso stretto abbiamo evidenziato che, a nostro giudizio, c’è spazio sia per migliorare gli incrementi del trattamento fondamentale, con particolare riferimento alle voci che hanno effetto sulla buonuscita, come il parametro e l’assegno di funzione: per quest’ultima voce abbiamo chiesto di incrementare le misure e di renderle uniche all’interno di ciascuno dei ruoli contrattualizzati – assistenti e agenti, sovrintendenti, ispettori e commissari – anche per sopperire alla mancata salvaguardia delle posizioni economiche di quanti sono stati promossi dalle varie posizioni di “coordinatore” alle qualifiche iniziali dei ruoli superiori, i quali rischiano di non percepire alcun aumento contrattuale, connessa alle vistose falle dell’art. 45 del riordino, da noi sempre avversato, perché ritenuto lesivo della dignità professionale dei colleghi.
Anche per le voci accessorie c’è ancora molto da lavorare: ancora una volta abbiamo innanzitutto rivendicato incrementi delle tariffe delle ore di lavoro straordinario adeguati, da realizzare senza però intaccare le risorse contrattuali, bensì attingendo agli appositi stanziamenti. Se nella Polizia di Stato ci sono eccessive vacanze d’organico la colpa non è dei poliziotti, su cui oggi viene invece riversato il peso di questa inadempienza da parte di uno Stato, che ci fa lavorare molto più del dovuto pagandoci molto meno del dovuto, oltretutto con inaccettabili ritardi: il sistema va cambiato!
Servono miglioramenti effettivi e non simbolici della remunerazione degli altri disagi cui siamo sottoposti, conseguibili anche inserendo nel cedolino mensile l’indennità di controllo del territorio, di cui vanno ovviamente adeguati gli importi ed opportunamente estesa l’applicazione.
Per ciò che infine attiene alla parte normativa, abbiamo innanzitutto ribadito che per noi il contratto non può limitare diritti dei poliziotti previsti da disposizioni di legge, come viene ipotizzato dalla parte pubblica su alcuni temi e, in particolare, per l’assistenza ai disabili e la tutela della genitorialità: a 40 anni dalla riforma siamo stanchi di dover ancora rincorrere altre categorie di pubblici dipendenti in quanto i figli e i disabili accuditi dai poliziotti non sono figli di un dio minore e hanno diritto a poter usufruire pienamente di tutte le diverse agevolazioni previste dalle leggi e riconosciute a tutti i lavoratori.
E domani si riprende con un nuovo incontro, senza arretrare di un millimetro sui diritti e le legittime aspettative delle donne e degli uomini della Polizia di Stato.
Roma, 23 novembre 2021
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