COMUNICATO STAMPA 14 MARZO 2025

Cortei a Pisa e Firenze, D’Orsi a giudizio per diffamazione pluriaggravata dopo la querela di Fsp che sarà parte civile, Mazzetti: “Discredito sull’intera Polizia”

E’ arrivata la citazione diretta a giudizio davanti al Tribunale di Roma per diffamazione pluriaggravata a carico del professore Angelo d’Orsi, querelato dalla Fsp Polizia a seguito delle dichiarazioni da lui fatte nel corso di una nota trasmissione televisiva cui intervenne a proposito di quanto avvenuto durante le manifestazioni pro Palestina di Pisa e Firenze di fine febbraio 2024.
Al processo a carico di D’Orsi che avrà inizio il 6 giugno prossimo Fsp Polizia, identificata come parte offesa, chiederà di costituirsi parte civile con l’avvocato Pierilario Troccolo che la rappresenta fin dalla presentazione della querela.
“Parole gravissime a nostro parere quelle pronunciate da D’Orsi – ripete oggi Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia –, che riteniamo altamente lesive della dignità personale e professionale dei colleghi in servizio in quelle manifestazioni di febbraio scorso, ma anche di tutti gli altri, e che attraverso insinuazioni inaccettabili e scorrette hanno gettato discredito sull’intera Polizia di Stato”.
D’Orsi all’epoca dei fatti affermò, fra l’altro, “… quando io vedo anche queste scene (riferendosi agli scontri di Pisa), quando vedo il poliziotto che manganella con il piacere di farlo, due cose mi vengono in mente. Uno, che in quel manganello c’è una sorta di rivalsa sociale verso lo studente, quasi di invidia: tu sei un privilegiato, stai studiando, io sto qui a farmi massacrare… La seconda è che tanto sovente quei poliziotti, e me lo dicevano nelle interviste che facevo tra il 1969 e il 1972, hanno assunto delle droghe, delle sostanze, per reggere, e questo però gli fa perdere anche i freni inibitori”.

“I messaggi trasmessi da D’Orsi, oltretutto – conclude Mazzetti -, che ci appaiono intrisi d’odio, di disprezzo, di ogni mancanza di rispetto nei confronti di donne e uomini in divisa, alimentano l’incultura di chi attacca la Polizia e con essa lo Stato calpestando bellamente regole e leggi e, in definitiva, sono alla base della maggior parte dei problemi di ordine e sicurezza, e certamente delle aggressioni che il personale in divisa continuamente subisce. Ebbene contrastare tutto ciò, a favore di una cultura della legalità e del rispetto, è uno dei nostri principali doveri, e per questo saremo presenti a questo processo”.