OGGETTO: COVID-19. Indicazioni per l’utilizzo dei sistemi di raffrescamento/riscaldamento dell’aria nei luoghi di lavoro.

Sono pervenuti a questa Direzione numerosi quesiti riguardanti le misure di prevenzione e protezione contenute nella tabella allegata alla circolare n. 850/A.P1-3255 dell’8 maggio 2020, alcuni dei quali specificamente inerenti le modalità di utilizzo e la periodicità di sanificazione dei sistemi di climatizzazione all’interno dei luoghi di lavoro.

Nella citata tabella viene riportato, quale pronto riferimento sull’argomento, il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) COVID-19 n. 5/2020: “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CovV-2”, redatto dal Gruppo di lavoro ISS su Ambiente e Qualità dell’ Aria Indoor.

Occorre qui precisare che il rapporto in questione ha subito successivi aggiornamenti, l’ultimo dei quali in data 25 maggio 2020.

Al fine di fornire ulteriori dettagli e chiarificazioni sull’argomento, è d’obbligo ricordare in premessa che la trasmissione del SARS-CoV-2 avviene prevalentemente attraverso il contatto interumano diretto, mediante inalazione di goccioline (droplet di dimensioni > 5 um), che generalmente si propagano per brevi distanze, generate da tosse, starnuti O, più in generale, dagli atti del parlare e respirare.

Ad oggi, pur essendo in corso molti studi in materia, non ci sono evidenze di trasmissione aerea del virus tramite particelle di dimensioni inferiori, che, al contrario delle droplets, possono rimanere nell’aria per lunghi periodi di tempo e percorrere diversi metri, se trasportate da moti turbolenti.

Condizionatori e climatizzatori in buono stato di manutenzione e dotati di filtri efficienti non sono stati individuati, perciò, sulla base delle attuali evidenze, quale fonte di diffusione del contagio.

Rispetto alle misure igieniche e di sanificazione riguardanti l’aria indoor degii ambienti lavorativi già indicate da questa Direzione nella tabella allegata alla citata circolare n. 850/A.P1-3255, comprendenti la disattivazione della funzione di ricircolo negli impianti di climatizzazione, la prescrizione di non indirizzare il flusso dell’aria direttamente sulle persone (posizionamento verso l’alto di deflettori o alette di ventilazione), la necessità di garantire il ricambio d’aria attraverso la frequente areazione e ventilazione dei locali, si raccomanda ancora di regolare i parametri microclimatici su valori che assicurino il più possibile il benessere fisiologico dell’individuo (generalmente, temperatura tra 24° e 26°C ed umidità relativa di circa il 50%), evitando Soprattutto perfrigerazioni determinate da forti sbalzi di temperatura nel passaggio da ambiente interno ad esterno e viceversa.

Ove i carichi termici lo consentano, si consiglia, poi, di tenere in funzione l’impianto in modo continuo, così da mantenere costantemente attivi l’ingresso e l’estrazione dell’aria, possibilmente con un decremento del livello di ventilazione nelle ore nottume di non utilizzo dell’edificio oppure con la rimodulazione degli orari di accensione/spegnimento (ad esempio, con accensione due ore prima dell’ingresso degli operatori nei locali e spegnimento due ore dopo la chiusura/non utilizzo).

Per ciò che attiene, in particolare alla pulizia dei sistemi di riscaldamento/raffrescamento dell’aria, si fa rilevare che il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nella versione dei 25 maggio u.s., raccomanda di effettuare la pulizia ad impianto fermo ed in base alle indicazioni fornite dal produttore e di programmare una periodicità di pulizia dei filtri che tenga conto del reale funzionamento del climatizzatore, delle condizioni climatiche e microclimatiche, dell’attività svolta nel locale e del numero di persone presenti, consigliando possibilmente la pulizia ogni quattro settimane.

Per quanto riguarda, infine, l’utilizzo negli ambienti di lavoro di ventilatori a soffitto o portatili, a pavimento o da tavolo, che comportano un significativo movimento dell’aria, se ne sconsiglia l’uso nei locali in cui lavorano più operatori. In 0 gni caso, si fornisce l’indicazione di posizionare i ventilatori ad una certa distanza e di non indirizzare mai il flusso dell’aria direttamente sulle persone.

Sì rimanda, per più puntuali dettagli sull’argomento, alla versione del 25 maggio 2020 del citato rapporto ISS, che si allega alla presente ad integrazione dei riferimenti riportati nella tabella della circolare n. 850/A.P1-3255 dell?8 maggio 2020.

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