Al Signor Capo della Polizia

Direttore Generale della Pubblica Sicurezza

Pref. Franco Gabrielli

OGGETTO: Consiglio di Amministrazione .- Criteri di valutazione per l’avanzamento in carriera.

Signor Capo della Polizia,

le previste prossime sedute del Consiglio di Amministrazione, peraltro recentemente riformato con l’ingresso anche di Direttori Centrali e Vice Capo della carriera prefettizia, che valuteranno anch’essi (!) il possibile futuro rendimento e produttività di soggetti appartenenti a ruoli e funzioni diverse, ci inducono a riferirLe con la massima schiettezza dello stato d’animo con cui la quasi totalità dei funzionari attende, assai disincantati, l’evolversi degli eventi.

Da tanti anni, troppi anni ormai, lo sviluppo della carriera dei funzionari della Polizia di Stato ( già ruolo dei commissari e dei dirigenti ) sembra affidata a parametri e logiche oscure, incomprensibili, che si tramandano con contraddittoria tradizione orale e, per quanto ci si sforzi di cercare di trovare un minimo comune denominatore, una ratio, un filo conduttore nella politica delle promozioni, ci si impatta poi inevitabilmente in tutto e nel contrario di tutto.

Quando finalmente, da parte dei potenziali aventi diritto, si era ormai correttamente digerita la filosofia che per essere promossi primo dirigente o dirigente superiore si dovesse necessariamente lasciare la sede stanziale e sopportare i trasferimenti ( con tutto ciò che ne derivava per l’economia, famiglia, figli etc ), ci si accorgeva che, invece, venivano promossi ( anche ..) i celebri “funzionari in GRA”, cioè i funzionari che anche per 20/30 anni, non sono mai andati oltre il Grande Raccordo Anulare, versione PS e casereccia della più antica dicitura “Ufficiali in Spe” delle Forze Armate.-

Quando finalmente, dopo sedute di training autogeno, discussioni in famiglia e periodi di ritiro spirituale in congedo ordinario, si comprendeva che per essere promossi si dovessero assumere incarichi operativi, o pericolosi per la salute o per i rischi giudiziari, ci si accorgeva che, invece, venivano promossi, anche ai massimi livelli, valenti colleghi che mai avevano indossato un uboot (in compenso però avevano visto uboot 69 al cinema..), redatto una 347 Cpp o non si erano mai rovinati una domenica, per un servizio di OP magari iniziato la mattina e conclusosi la sera tardi, con giubbotto strappato, inzuppato di sputi di democratici ultras, contusioni varie etc

Quando finalmente, dopo colloqui con superiori esperti e navigati, di varia estrazione geoprofessionale, sociopolitica e perché no i sempre informati sindacalisti ( ..anche noi..ebbene si..), ci si accorgeva dell’obbligatorietà di nuove esperienze professionali, per arricchire e variegare il bagaglio professionale, poi nella “velina” spuntavano nomi di soggetti tristemente monotematici…

E quindi, in sintesi, tutto il mondo delle promozioni dei funzionari di polizia è assolutamente percepito da molti colleghi, nel territorio, come un magma, confuso, criptico in cui vorticosamente si susseguono contraddizioni, indicazioni, pettegolezzi.

Un mondo privo di regole certe nel quale naturalmente fioriscono le dicerie, i si dice.., hai saputo che…quello è amico di…quell’altra è la compagna di scuola di.. e così via.

Un disincanto infinito

Un mondo impenetrabile nel quale taluni cortigiani, adusi yesmen dell’annuire al Capo di turno, sguazzano felici, mentre i funzionari, increduli, disincantati, attoniti, rischiano di perdere motivazioni, entusiasmo e fiducia nell’Istituzione, magari mentre sostano al gelo di S.Siro od in qualche sperduto CPR.

E si potrebbe continuare ancora, ma non La vogliamo tediare, signor Capo della Polizia, la realtà vera, purtroppo, è quella descritta e che si riconduce, sostanzialmente, alla mancanza di previsione, dall’inizio della carriera, di standardizzazione del percorso professionale, così come invece diversamente previsto dalle forze armate e di polizia ad ordinamento militare, dalle quali, pur con i necessari distinguo, per la ovvia diversa competenza dell’Autorità di PS, si potrebbero assumere utili indicazioni per l’immediato futuro.

Siamo certi, perché ormai sperimentato, del Suo leale e diuturno impegno per migliorare in ogni suo aspetto la Polizia di Stato ed il Dipartimento e per questo siamo certi che questo Consiglio di Amministrazione sarà il Consiglio del cambiamento.

Con la stima di sempre.

La nostra lettera