Oggetto: differimento e dilazioni nell’erogazione del Tfs, penalizzazioni che urge eliminare. – Proposta che salvaguarda il bilancio dello Stato senza però gravare sui poliziotti
Signor Ministro,
come Le è certamente noto la Corte costituzionale ha da poco confermato,
con la sentenza n. 130/2023, quanto già aveva affermato nel 2019, respingendo si le eccezioni di
incostituzionalità della normativa che prevede il pagamento differito e rateale della buonuscita per
chi va in pensione per raggiunti limiti di età, ma ribadendo anche che è urgente ridefinire quella
disciplina, pur se nell’àmbito di una organica revisione dell’intera materia pensionistica, al fine di
non compromettere la funzione retributiva e previdenziale dell’indennità di buonuscita, conquistata
“attraverso la prestazione dell’attività lavorativa e come frutto di essa”.
Purtroppo i tempi parlamentari per l’organica revisione della materia pensionistica non sono
certo brevi e i poliziotti, come tutti gli altri appartenenti al Comparto sicurezza e difesa, sono ancora
in attesa dell’urgente previdenza dedicata al posto di quella complementare, per cui non possono
accettare l’anticipazione del Tfs istituita con la deliberazione del Consiglio di amministrazione
dell’INPS 9 novembre 2022, n. 219, che consente di usufruire di un finanziamento pari all’intero
ammontare del trattamento maturato e liquido, erogato però al tasso di interesse pari all’1 per cento
fisso, unitamente alle spese di amministrazione in misura pari allo 0,50 per cento dell’importo.
Se l’INPS propone di anticipare l’intero importo dietro cessione pro solvendo della
corrispondente quota del Tfs non ancora esigibile in base alla normativa da cambiare
applicando un tasso di interesse pari all’1%, unitamente alle spese di amministrazione in
misura pari allo 0,50% dell’importo, vuol dire che in realtà l’Istituto già dispone di tutta la
liquidità necessaria e, quindi, può anticipare tutto il citato importo anche applicando un tasso
di interesse meramente simbolico, come lo 0,1%, senza addebitare oneri eccessivi e spese di
gestione a poliziotti che hanno lavorato un’intera vita e oggi reclamano solo i propri diritti.
L’iniziativa assunta dall’Inps dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la normativa
sul differimento e dilazioni del pagamento del Tfs non promana da una sua carenza di liquidità, bensì
dalla necessità di mantenere stabili i saldi di finanza pubblica, vale a dire il rapporto tra debiti e crediti
dello Stato: a normativa vigente, in attesa della previdenza dedicata e della normativa che cancellerà
differimento e dilazioni nell’erogazione del Tfs, questo obiettivo può essere tranquillamente centrato
accogliendo la nostra proposta, salvaguardando così i meccanismi di bilancio, ma senza più gravare
sulle spalle di chi ogni giorno mette a rischio la propria incolumità per salvaguardare quella altrui.
Certi del Suo autorevole interessamento in seno all’Esecutivo, inviamo i più cordiali saluti.
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