Figlio boss insulta candidati antimafia S. Luca e Gratteri

(ANSA) – SAN LUCA (REGGIO CALABRIA), 13 GIU – Insulti a Klaus Davi, Giuseppe Brugnano, segretario nazionale del sindacato di polizia Fsp, ed al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, sono stati postati sulla sua pagina facebook da Marco Mancuso, figlio del presunto boss Giovanni, di Limbadi. Davi e Brugnano si erano candidati alle scorse elezioni comunali a San Luca, dove non si votava da 11 anni. La notizia – pubblicata sul Quotidiano del Sud – ha provocato una serie di reazioni. Per Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp, “le offese rivolte a chi si è presentato a San Luca nel segno dell’antimafia sono la reazione all’impegno di chi crede nello Stato, di chi esalta il valore della civile collaborazione, di chi non ha paura di dimostrare con chiarezza da quale parte stare. Fare una scelta netta di legalità smaschera subito chi fa scelte di segno opposto. Le affermazioni che si leggono sul profilo facebook a nome Mancuso sono chiare, non lasciano spazio a dubbi: se il partito dell’antimafia deve perdere, allora a vincere deve essere quello della mafia”. Il parlamentare di Fdi, Questore della Camera, Edmondo Cirielli, sollecita il ministro dell’Interno Matteo Salvini ad attivare “immediatamente tutte le procedure per garantire non solo la libera partecipazione democratica, in un territorio inquinato dalla ‘ndrangheta, ma soprattutto la sicurezza per affermare la legalità e la presenza dello Stato”. “L’arrogante violenza delle parole minacciose ed offensive scritte sui social contro Gratteri, Brugnano e Davi – afferma il deputato del Pd Antonio Viscomi – dimostra quanto sia ancora più efficace e quindi maggiormente temuta l’azione investigativa e repressiva della magistratura quando si salda alla reazione della società civile ed all’assunzione di responsabilità di coloro che intendono operare, a tutti i livelli, nella sfera politica ed amministrativa. Ciò che veramente fa paura alla criminalità, organizzata o meno, è che ognuno faccia il proprio dovere, piccolo o grande che sia, e lo faccia nell’interesse comune”. Solidarietà a Gratteri, Davi e Brugnano è stata espressa anche dal sindaco di Catanzaro Sergio Abramo e dall’assessore alle politiche sociali Lea Concolino. “Le minacce apparse su Facebook – affermano – sono l’ennesimo, vigliacco tentativo di intimidire chi, come loro, lottano ogni giorno per garantire e far rispettare la legalità, lo Stato di diritto e la democrazia. Forse queste minacce che si susseguono sono indicative di quanto le istituzioni, la Magistratura, le forze sane della classe dirigente e della politica siano sulla strada giusta, quella stessa strada temuta dalle persone che temano venga loro meno il terreno sotto il quale hanno potuto camminare in passato”.

ELEZIONI: MAZZETTI (FSP) ‘RIBREZZO PER INSULTI A CHI HA FATTO CAMPAGNA ANTIMAFIA A SAN LUCA’ =

Reggio Calabria, 13 giu. (AdnKronos) – “Le offese rivolte a chi si è  presentato a San Luca nel segno dell’antimafia sono la reazione all’impegno di chi crede nello Stato, di chi esalta il valore della  civile collaborazione, di chi non ha paura di dimostrare con chiarezza da quale parte stare. Fare una scelta netta di legalità smaschera
subito chi fa scelte di segno opposto. Le affermazioni che si leggono  sul profilo facebook a nome Mancuso sono chiare, non lasciano spazio a dubbi: se il partito dell’antimafia deve perdere, allora a vincere  deve essere quello della mafia. E’ assurdo e fa ribrezzo che si possa  denigrare così sfacciatamente chi lavora per lo Stato e per la
legalità, unica vera strada per lo sviluppo, la crescita, la libertà  di un territorio”. Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp  Polizia di Stato, a proposito degli insulti rivolti su facebook a  Klaus Davi e al Segretario nazionale Fsp Giuseppe Brugnano, candidati  anti mafia alle ultime elezioni di San Luca, nonché al procuratore di  Catanzaro, Nicola Gratteri.

“Il profilo è a nome di Marco Mancuso figlio del presunto boss di  Limbadi, Giovanni, e gli insulti sono stati pubblicati a partire dai  giorni immediatamente successivi alla consultazione elettorale.

Nei post – continua la nota del sindacato – si leggono frasi come ‘I  partiti dell’antimafia sconfitti a San Luca. Scribacchini,  confezionatori di bufale, collaboratori di giustizia. Addirittura  esponenti della Polizia che volevano i loro momenti di gloria. E  niente San Luca non si lega. San Luca è differente li la dignità  scoppia sul cuore. La mafia delle questure può beatamente andare a  fare in c….’. E ancora ‘Arrivano qui tutti gli antimafiosi per
liberare da chi e cosa? Si mangiano tutto e vanno via’”.

L’articolo su calabria7.it

L’articolo su corrieredellacalabria.it

L’articolo su strettoweb.it

L’articolo su ildispaccio.it

L’articolo su quicosenza.it

L’articolo su veritasnews24.it

L’articolo su agenparl.eu

L’articolo su weboggi.it

L’articolo su quotidianodelsud.it

L’articolo su rticalabria.it

L’articolo su catanzaroinforma.it

L’articolo su lacnews.it