Riunione al Dipartimento
Green pass, Federazione Fsp Polizia: “Oggi incontro con i vertici del Dipartimento della pubblica sicurezza, ma il ministro dell’Interno non ha ritenuto doverosa la sua presenza. Nulla di fatto, assurdo a dirsi ma mancano ancora le linee guida del ministero per la Pubblica amministrazione. L’Amministrazione, così, non è pronta e il 15 sarà il caos”.
Senza voler cedere a valutazioni più o meno di parte, pensiamo che sia veramente desolante dover constatare, ancora una volta, quella che riteniamo essere un’assoluta, totale, piena mancanza di rispetto che il ministro dell’Interno Lamorgese riserva alle rappresentanze sindacali, e quindi a tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato, anche di fronte a delicate questioni che sono tutte politiche e che vengono, così, bellamente scaricate sulle spalle delle amministrazioni e dei Sindacati, messi di fronte a prese di posizione a volte totalmente svincolate dalla realtà e dalla loro effettiva esecutorietà.
Anche di fronte a questioni urgenti, che stanno mettendo sottosopra l’intero Paese, come i problemi legati al green pass.
Oggi si è tenuta in proposito una riunione con i vertici del Dipartimento della p.s. e noi avevamo chiesto con urgenza, fin dal 24 settembre, che la Ministra Lamorgese fosse presente, per corrispondere a questioni politiche oltre che tecnico operative fondamentali, ma niente. La Ministra non ci ha degnati della sua presenza, neppure prevista e poi negata e neppure ci ha fatto pervenire alcuna risposta.
L’incontro, peraltro, si è interrotto con un nulla di fatto perché ancora non ci sono neppure le linee guida del Ministro per la pubblica amministrazione, necessarie per affrontare la situazione da quando, il 15 p.v., entrerà in vigore il provvedimento che obbliga ad avere il green pass per andare a lavoro
Non si è pronti, emergono più dubbi che certezze e il sistema sicurezza è troppo complesso perché si possa improvvisare in tema di turni, servizi, di presenze, di migliaia di ore di lavoro straordinario emergente ecc.
Stando così le cose, non è difficile prevedere il caos.
Senza voler minimamente entrare nel merito scientifico della questione, non possiamo non registrare come, in mancanza di obbligatorietà, la scelta è dunque lasciata alla volontà dei singoli; è però evidente che oggi per la nostra Amministrazione mettere in pratica questa decisione politica è pressoché improbabile se non impossibile.
Basti pensare solo che la nostra amministrazione, organizzata in modo talmente variegato e complesso, con migliaia di ore di servizio straordinario emergente ed obbligatorio giornaliero non si può conciliare con i tempi stringenti della validità del green pass. Nel lavoro di un poliziotto spesso si sa quando si inizia e non si sa quando si finisce, e un servizio può protrarsi per sei, dieci, diciotto ore consecutive, e se nel frattempo scade il green pass che si fa?
Su chi ricade l’eventuale lavoro lasciato a metà?
E se un poliziotto, pur adottando la massima diligenza, trovasse le farmacie intasate e non riuscisse a fare il tampone o ad avere i risultati in tempo utile che si fa? Sono solo semplici ma ovvi esempi di come tutta questa cosa, oggi, non può funzionare in questi termini. E’ necessario attivare convenzioni e autonomizzare le amministrazioni; è necessario garantire un green pass a condizioni semplici e agevolate finalizzato al solo lavoro. Nel rispetto di tutti, logicamente compresa la stragrande maggioranza dei poliziotti che si è sottoposto a vaccino e che oggi, già deficitaria, non può e non deve essere chiamata a sopperire ad eventuali probabili disfunzioni organizzative e politiche; sono necessarie tante cose, a cominciare dal rinvio dell’entrata in vigore del relativo decreto legge, perché il sistema sicurezza, in assenza di certezze, non è pronto. E con la sicurezza non si scherza.
Roma, 11 ottobre 2021
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