Condividiamo in pieno le parole del Capo della Polizia Franco Gabrielli

ed il richiamo ad un maggiore senso di responsabilità, soprattutto da parte di chi, in questo Paese, svolge importanti funzioni al servizio dello Stato. Se le parole sono in grado di smuovere le coscienze, gli esempi trascinano!

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(ANSA) – AGRIGENTO, 21 MAR – Nel corso del suo intervento, Gabrielli ha ricordato che soprattutto chi ha compiti di responsabilità è chiamato a dare l’esempio e ad essere credibile. “L’esempio – ha detto – ha una forza rivoluzionaria e dirompente. Questo deve essere un memento per ciascuno di noi, per chi ha responsabilità in nome di chi prima e meglio di noi ha saputo interpretare” l’articolo 54 della Costituzione che invita i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche, ad esercitarle con “onore e disciplina”. “L’onore e la disciplina – ha sottolineato ancora – di chi come Beppe Montana e i colleghi che abbiamo ricordato, i tantissimi troppi colleghi delle forze di polizia, magistrati, imprenditori, sindacalisti, rappresentanti delle pubbliche amministrazioni che anche e soprattutto in questa terra hanno pagato con la loro vita quel loro impegno, quella loro dedizione nel vivere con onore e disciplina il mandato che gli era stato affidato”. Ecco perché, ha poi aggiunto Gabrielli, “mi risuonano ancora più oltraggiose le parole di chi non più tardi di ieri ha detto che ai vertici della polizia ci sono dei torturatori”. “Noi facciamo i conti con la nostra storia ogni giorno, noi sappiamo riconoscere i nostri errori. Noi, al contrario di altri, sappiamo pesare i comportamenti. Ma al contrario di altri – ha concluso tra gli applausi – ogni giorno i nostri uomini e le nostre donne, su tutto il territorio nazionale, garantiscono la serenità, la sicurezza e la tranquillità. Ed in nome di chi ha dato il sangue, di chi ha dato la vita, chiediamo rispetto, e gli arditi parallelismi e le infamanti accuse, qualificano soltanto chi li proferisce”.

«Arditi parallelismi e infamanti accuse che qualificano soltanto chi li proferisce – l’ha bollato inferocito il capo della Polizia Franco Gabrielli durante un’iniziativa ad Agrigento in ricordo di Beppe Montana, il capo della Catturandi di Palermo ucciso dalla mafia nel 1985 – In nome di chi ha dato il sangue, di chi ha dato la vita chiediamo rispetto».

«Noi – rivendica Gabrielli rivolto a Zucca – facciamo i conti con la nostra storia ogni giorno. Noi sappiamo riconoscere i nostri errori, noi, al contrario di altri, sappiamo pesare i comportamenti. Ma, al contrario di altri, ogni giorno i nostri uomini e le nostre donne su tutto il territorio nazionale garantiscono la serenità, la sicurezza e la tranquillità».