Oggetto: istituenda sala medica presso il compendio “Ferdinando di Savoia”. Smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi. Anomalie. Rischi per la salute dei lavoratori.

Egregio Signor Prefetto,

presso il compendio “Ferdinando di Savoia”, oramai da anni, è stato approntato un presidio di primo soccorso per assicurare al personale del quadro permanente, in caso di bisogno, un’adeguata assistenza sanitaria.

In realtà il predetto presidio ha operato fin da subito (e continua ad operare) come una vera e propria sala medica, che assicura sia interventi di primo soccorso che visite mediche specialistiche e, ove occorra, medicazioni e somministrazioni di farmaci anche per via iniettiva.

A ciò si aggiunga che, nelle ultime settimane, è stata effettuata anche un’intensa attività di screening per l’indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus SARS Covid19 che, come noto, avviene attraverso il prelievo di sangue venoso.

In considerazione di quanto precede, appare del tutto evidente che le molteplici attività svolte (da circa tre anni) presso il presidio medico in argomento, determinano l’accumulo di rifiuti sanitari (anche pericolosi) che, conseguentemente, devono essere gestiti in modo da diminuirne la pericolosità, favorirne il reimpiego, il riciclaggio e il recupero e ottimizzarne la raccolta, il trasporto e lo smaltimento.

A tal proposito, però, per quanto a noi noto, non risulta che sia stato fino ad oggi sottoscritto alcun contratto con ditte specializzate, per il ritiro e lo smaltimento dei predetti rifiuti sanitari.

La conseguenza più evidente, stante anche la mancata individuazione di apposita area per lo stoccaggio, è lo stazionamento dei predetti rifiuti, peraltro non differenziati secondo quanto prescritto dalla normativa che regola il settore, in contenitori indistinti e in ambienti inidonei come, ad esempio, uno dei bagni utilizzato dal personale.

Ma v’è di più. Sempre per quanto a noi noto, al personale ivi in servizio NON sarebbero state fornite le necessarie informazioni né sulla corretta gestione dei rifiuti sanitari ( allo scopo di minimizzare il contatto di materiali non infetti con potenziali fonti infettive e ridurre la produzione di rifiuti a rischio infettivo), né sulla necessità di assicurarne la loro raccolta differenziata all’interno di appositi contenitori.

Nessuna informazione, poi, sarebbe stata fornita per il corretto deposito temporaneo, la movimentazione interna alla struttura sanitaria, la raccolta ed il trasporto dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo e magari pungenti e taglienti, per garantire la salute degli operatori e la tutela dell’ambiente di lavoro.

Tenuto conto di quanto precede, ci corre l’obbligo di segnalarLe che la mancata sottoscrizione di un contratto per il ritiro “in sede” dei rifiuti in parola, sarebbe stata arginata, per quanto a noi noto, trasferendo tale materiale, con modalità del tutto improprie, presso altre sale mediche per le quali, viceversa, tale servizio è previsto.

Parrebbe, in particolare, che alcuni scatoloni contenenti non meglio indicati rifiuti sanitari, sarebbero stati trasportati addirittura tramite un’ambulanza, con ciò violando le stringenti prescrizioni in materia e mettendo a grave rischio la salute dei lavoratori impiegati per tali “inusuali” trasporti, tenuto conto anche del fatto che non abbiamo evidenza che il predetto mezzo sia stato successivamente sanificato.

Alla luce di quanto sin qui descritto, tenuto conto degli effetti potenzialmente pregiudizievoli per la salute dei lavoratori impiegati presso il presidio medico in parola, Le chiediamo di valutare l’opportunità (per noi non procrastinabile) di disporre le necessarie verifiche circa l’applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute, così come previste dal d. lgs. 81/08, oltre ad ogni altra verifica sulle segnalate anomalie in materia di smaltimento dei rifiuti sanitari anche pericolosi.

In attesa di un cortese ed urgente cenno di riscontro l’occasione ci è gradita per porgerle distinti saluti.

La lettera