Giovanni IACOI, attuale segretario generale LeS: “Questo scellerato codice di procedura penale, tuttora in vigore, unico nel suo genere nel mondo, lo hanno confezionato due indegni magistrati Vigna e D’Ambrosio. Più che di trattativa Stato-Mafia io parlerei di trattativa Magistrati-Mafia per avere i magistrati, con questo sistema, liberalizzato di fatto la criminalità in Italia.”;

“Alla riunione del nostro movimento, mercoledì 4 febbraio, parleremo anche dell’elezione del Presidente della Repubblica #mattarella che non è il mio presidente.”.

Roberto INTOTERO, segretario generale NSP (Nuovo Sindacato di Polizia): “Giovanni IACOI rischia la sospensione dal servizio per non aver commesso assolutamente nulla. O meglio per aver espresso delle sue opinioni personali e politiche durante il tempo in cui si trovava in regolare aspettativa per mandato politico.”.

Queste, purtroppo, le incredibili, offensive e, per noi, inaccettabili dichiarazioni sull’Ordine giudiziario,  sulla memoria di due eroici Magistrati quali Pier Luigi Vigna e Loris D’Ambrosio e sul Presidente della Repubblica fatte dell’allora componente del direttivo nazionale Giovanni IACOI sul profilo facebook, visibile a più di un migliaio di persone e in cui capeggiava a più riprese il nome del Sindacato in cui all’epoca militava (purtroppo, il nostro!!). Le altre – insieme ai tanti squallidi vaneggiamenti – le dichiarazioni sull’argomento di Roberto INTOTERO (NSP) in difesa del suo amico e compagno d’Ufficio Giovanni IACOI.

Solo perché da tempo strattonati per la giacca e trascinati con forza nel fango nelle misere menzogne degli imbonitori sindacali, corre l’obbligo di specificare che contrariamente a quanto falsamente sostenuto dalla macchina del fango, ad arte confezionata da mesi contro di noi e diversamente da quanto afferma da ultimo Roberto INTOTERO del NSP, il direttivo nazionale di UGL Polizia di Stato – a parere di tutti i suoi componenti, ritenendo che tali affermazioni, oltre a non trovare alcun riscontro storico sull’addebitata paternità del codice di procedura penale sui due Magistrati impropriamente richiamati, travalicassero violentemente ogni forma di continenza espressiva, trascendono in gratuiti e volgari attacchi personali diretti a colpire, senza alcuna finalità di pubblico interesse, la dignità professionale e morale dell’intero Ordine giudiziario e, sul piano personale, la memoria dei due illustri Magistrati; considerando inoltre che, al pari degli appartenenti alle Forze di polizia, è oltremodo elevato il contributo di vite umane offerto allo Stato dai magistrati sia per la salvaguardia di accettabili livelli di legalità nel nostro Paese, sia per le azioni di contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa – deliberò all’unanimità (unico astenuto lo stesso Giovanni IACOI) la decadenza di IACOI da componente del direttivo nazionale stesso.

La netta presa di distanza del Sindacato da tali accuse nei confronti dell’Ordine giudiziario si basò anche sul fatto che sono ben venticinque i magistrati italiani che la criminalità organizzata ha brutalmente assassinato, solo perché colpevoli di aver servito con onore ed estrema professionalità lo Stato e di aver avversato proprio quella criminalità che Giovanni IACOI (oggi segretario generale del LeS) afferma, dai magistrati stessi, essere stata liberalizzata in Italia. Venticinque vite umane, qui sotto ricordate, sacrificate sull’altare di oscuri disegni eversivi e colpite senza pietà alcuna, a cui vanno sommate le tante vite umane dei poliziotti di scorta trucidati proprio per difendere quelle vite:

Agostino PIANTA, Emilio ALESSANDRINI, Bruno CACCIA, Vittorio OCCORSIO, Francesco FERLAINO, Cesare TERRANOVA, Rocco CHINNICI, Fedele CALVOSA, Francesco COCO, Nicola GIACUMBI, Antonino SAETTA,  Riccardo PALMA,  Pietro SCAGLIONE, Girolamo MINERVINI, Alberto GIACOMELLI, Antonio SCOPELLITI, Rosario LIVATINO, Gaetano COSTA, Girolamo TARTAGLIONE,  Guido GALLI, Mario AMATO, Giovanni FALCONE, Francesca MORVILLO, Paolo BORSELLINO, Giangiacomo CIACCIO MONTALDO.

Ai componenti tutti del Direttivo nazionale UGL Polizia di Stato ancor più elevata e per fini meramente politico-propagandistici è apparsa la gratuità dell’aggressione diffamatoria alla memoria dei due Magistrati (rei, evidentemente, di aver solo commentato il nuovo codice di procedura penale) se solo si pensa che: Il dr. Loris D’Ambrosio, tra l’altro, recentemente deceduto, è stato un apprezzato magistrato  impegnato sia nella lotta al terrorismo che alla criminalità organizzata tanto da essere stato chiamato da Giovanni Falcone a rivestire l’incarico di Capo dell’Ufficio Studi della Direzione Generale degli Affari Penali del Ministero, dalla cui collaborazione presero il via la Procura Nazionale Antimafia e la Direzione investigativa antimafia (D.I.A.), oltre che l’introduzione del regime del “doppio binario” per i processi di grande criminalità e del “carcere duro” per i detenuti più pericolosi;

il dr. Pier Luigi Vigna, deceduto nel corso del 2012, è stato anch’egli un apprezzato magistrato particolarmente impegnato sia nella lotta al terrorismo che alla criminalità organizzata, tanto da ricoprire dal 14 gennaio 1997 al 2005 la carica di Procuratore Nazionale Antimafia, dando prova di essere integerrimo e strenuo difensore dello Stato contro le mafie, presiedendo, tra l’altro, nel 2009, la commissione che ha elaborato il Codice antimafia e anticorruzione della Regione Sicilia, denominato “Codice Vigna”.

UGL Polizia di Stato, quindi, oltre alle tante altre cose, nello specifico, ha attentamente valutato le pesanti autonome dichiarazioni di un proprio dirigente sindacale, mai ritrattate e, al termine, avendo considerato che infangare la memoria e la dignità professionale di chi ha contrastato la mafia e la criminalità ha l’unico effetto di rafforzare la mafia stessa, ed avendo ritenuto, al contempo, che la memoria dei magistrati che sono morti, uccisi dalla criminalità o dalla mafia, e con loro i tanti agenti di scorta, impone di essere seri e rigorosi, ha proceduto alla decadenza di Giovanni IACOI dalla carica di dirigente sindacale quale componente del direttivo nazionale.

Decisione che è stata doverosamente comunicata all’Ufficio per le Relazioni Sindacali, senza chiedere l’attivazione di alcuna procedura disciplinare, diversamente da quanto a qualcuno fa comodo falsamente raccontare. Quel che poi, nella sua autonomia, a seguito di quelle dichiarazioni ed altro l’Amministrazione abbia ritenuto giusto adottare o meno nei confronti di Giovanni IACOI, poco ci appassiona.

Assolutamente ridicola e sconclusionata è la tesi di chi vorrebbe addebitare a noi la responsabilità dell’attivazione della procedura disciplinare nei confronti di Giovanni IACOI e non alle sue dichiarazioni; è come addebitare la colpa dell’arresto di un rapinatore agli agenti intervenuti e non all’atto criminale commesso dal rapinatore stesso.

Abbiamo seri dubbi sul fatto che gli iscritti al LeS, segretario IACOI e al NSP, segretario INTOTERO, siano disposti a condividere tali gravissime accuse sui magistrati, mentre comprendiamo bene le ragioni per cui taluni compagni/e di merende, in modo assolutamente squallido oltre che falso, accusino noi di bassezza morale.

Agli alimentatori della macchina del fango e al signor Roberto INTOTERO, segretario del Nuovo Sindacato di Polizia che, per queste ragioni, per ultimo ci ha accusato di “bassezze morali”, così come per il precedente comunicato, diamo invece appuntamento nelle competenti sedi giudiziarie, dove saranno chiamati a rispondere delle loro menzogne dalle finalità chiaramente diffamatorie.

LA SEGRETERIA NAZIONALE

(Giovanni Iacoi e Renato Guaglianone, segretario generale e vicario del LeS)

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Giov

 

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