EDITORIALE

di Valter Mazzetti
Segretario Generale Fsp Polizia di Stato

Legge 121, dopo 40 anni guardare ai sacrifici di ieri con la volontà di fare bene oggi e andare più lontano domani

Siamo alla vigilia di un anniversario davvero importante, in cui celebriamo un evento epocale, essenza e fulcro della nostra stessa esistenza di organismo sindacale a tutela dei poliziotti. Ben 40 anni sono trascorsi da quel primo aprile del 1981, che ha suggellato il coronamento di battaglie ed enormi sacrifici di chi ci ha preceduto e che restano indelebili nella memoria di molti di noi, gettando le basi per una rivoluzione mai sopita, ma tuttora in itinere, che ancora necessita del nostro impegno costante e convinto per procedere nella direzione di una modernizzazione del Corpo, di una sua piena democratizzazione, della ricerca di effettive e concrete pari opportunità rispetto al resto della società nella realizzazione dei diritti dei poliziotti.

I 40 anni trascorsi da quel primo aprile ci portano a riflettere sul reale valore del tempo e su quanto esso possa apparire relativo, laddove non possiamo evitare di evidenziare che, se alcune cose sono nel frattempo ‘sbiadite’ e necessitano di essere recuperate nella memoria, negli intenti, e nelle motivazioni, molte altre devono ancora essere affrontate in maniera piena e reale, quasi come fosse il primo giorno di ‘lotta sindacale’, perché si persegua caparbiamente il perfezionamento di un processo che è iniziato fra mille difficoltà e granitici ostruzionismi per ovvie ragioni storico-sociali, ma oggi andrebbe ripreso e proseguito verso una stagione di diritti ancora negati.

Questo appuntamento ha un’importanza fondamentale sotto un duplice profilo: anzitutto rinnovare e radicare nelle nuove generazioni di poliziotti quel vecchio “spirito di Corpo” che fu alla base di battaglie inimmaginabili per l’epoca, in cui tanti ci misero la faccia e la vita per strappare con sudore e lacrime conquiste che oggi vengono ormai date per scontate. Quell’idem sentire che è alla base dell’impegno di ognuno ma accomuna tutti, nell’interesse di tutti, e per migliorare le condizioni di esistenziali, lavorative e personali di tutti. E, parallelamente, 40 anni dopo dobbiamo stare qui a rammentare con onestà intellettuale e coraggio cosa ancora c’è da fare, senza abbandonarci ad accomodamenti che ci vedrebbero solo ‘galleggiare’ come foglie opportuniste trascinate dalla corrente.

E’ nostro compito tradurre in gesti concreti l’indignazione per quanto la specificità del nostro lavoro si traduce ancora, di fatto, nell’affievolimento quando non nella negazione di diritti garantiti a tutti gli altri cittadini. E’ nostro dovere lottare perché a tutto questo si contrapponga una tutela rafforzata e ulteriori e diverse forme di partecipazione e di manifestazione delle legittime istanze dei lavoratori in divisa per il tramite di organismi sindacali leali, indipendenti, disinteressati, corretti, giusti. E’ nostra mission impegnarci prima di ogni altra cosa perché il lavoro di ogni poliziotto, dal primo agente in poi, venga inquadrato come un ruolo di concetto, con il dovuto riconoscimento delle responsabilità civili, penali e amministrative che sono alla base di scelte richieste a ogni operatori in divisa, ma che nessun altro lavoratore si assumerebbe mai nelle stesse sue condizioni. Spetta ancora a noi, dopo 40 anni, comprendere quanto e cosa fare per portare avanti un testimone scomodo ma indispensabile in questa corsa senza fine sulla strada verso il pieno raggiungimento dei diritti di donne e uomini che vestono l’uniforme. Perché tutto questo si tradurrà, domani, in una Polizia di Stato sempre migliore.

Spetta a noi, e noi siamo qui, come Fsp Polizia, convinti come ieri, più forti che mai oggi, sempre più inarrestabili verso il domani.