Roma, 9 settembre 2022

A TUTTI I RESPONSABILI DEI PARTITI
CHE PARTECIPANO ALLE ELEZIONI POLITICHE 2022
Loro Sedi

Oggetto: Sicurezza, con le elezioni alle porte è ora di un cambiamento radicale. Proposte.

Le elezioni politiche sono alle porte e ancora una volta, purtroppo, è necessario ribadire la lunga
lista di problematiche che assillano il Comparto sicurezza e che, con il passare degli anni, si sono
stratificate al punto da mettere a dura prova la resistenza psico-fisica dei singoli Operatori e, con
essa, la tenuta di ciò che rappresenta la struttura portante della democrazia e della libertà.

La sicurezza è premessa fondamentale per lo sviluppo del paese e un diritto dei cittadini i quali la
richiedono sempre più insistentemente e, soprattutto in determinati territori, ormai disperatamente.

Allo stesso tempo, la sicurezza di chi è chiamato a rispondere ai bisogni del paese è altrettanto
basilare, e rappresenta una specifica priorità di chi fa Sindacato avendo come orizzonte il benessere
comune.

Eppure, con gli anni, il tema della sicurezza è scivolato sempre più in fondo all’agenda di una
politica che continua imperterrita a rinviare, a strumentalizzare, a soprassedere, a minimizzare, a
spese di donne e uomini che avendo scelto di indossare la divisa, invece, non risparmiano sacrifici e
sforzi abnormi, accettando senza esitare anche di subire sulla propria pelle conseguenze ingiuste,
pur di tenere fede al proprio giuramento.

Una verità resa ancor più evidente dal presentarsi e dall’incancrenirsi di problemi che, al di là di
eventi letteralmente unici nella storia, come è stato per la pandemia, sono spesso fenomeni non più
definibili come emergenziali.

Tematiche come ad esempio la gestione dei fenomeni migratori e molte altre, che hanno una natura
prettamente politica, ma che continuano a rappresentare solo un problema di ordine pubblico a cui
gli operatori in divisa danno una risposta concreta pagandone spesso un prezzo altissimo.

La risposta della politica è stata quasi sempre e quasi totalmente insufficiente, inadeguata,
deludente, e ancora una volta il Governo che andrà a formarsi a breve rischia di trovarsi con
un’eredità disastrosa rispetto alla quale è necessario attuare interventi immediati, che pur se fossero
attuati oggi stesso sarebbero tardivi.

Le questioni da affrontare sono tante, ma tutte ben conosciute da chi, pur rivestendo ruoli
decisionali, non vi ha posto rimedio.

Perché il Paese possa raggiungere livelli di sicurezza adeguati a favorirne lo sviluppo anche
economico è necessario innanzitutto cancellare gli effetti nefasti di due interventi che da sempre
denunciamo come fallimentari: la riforma Madia e il riordino delle carriere del 2017.

Ma di pari passo con le problematiche organizzative e ordinamentali si deve procedere ad affrontare
quelle che attengono al livello minimo di serenità che va garantita a ogni Servitore dello Stato
assicurandogli idonee tutele professionali e adeguata dignità, in servizio e in quiescenza.

Problematiche organizzative: adeguare organici e dotazioni

Come noto la legge Madia si limitò a fotografare degli organici esistenti al momento per renderli
strutturali, basandosi su presupposti errati: non è vero che in Italia ci sono più poliziotti per abitante
che altrove e, inoltre, quella per la sicurezza non è spesa corrente ma investimento.

Entro il 2030 andranno in pensione, solo per raggiunti limiti di età, circa 45.000 poliziotti su un
organico attuale di circa 96.000 unità: tutti i governi hanno tentato di metterci delle pezze con
interventi successivi a macchia di leopardo, ma questo non può certamente essere sufficiente.

Serve l’adozione di un piano straordinario di assunzioni e procedere ad un intervento complessivo
per le Forze di polizia più anziane di tutta l’Unione europea, così come si è recentemente proceduto
ad un intervento complessivo per rideterminare gli organici delle Forze armate.

Per accelerare l’adeguamento dell’organico dei vari ruoli della Polizia di Stato non sarà sufficiente
stanziare risorse, ma andranno attuate tutte le possibili semplificazioni delle procedure concorsuali
esterne ed interne prevedendo altresì, transitoriamente, lo scorrimento di tutte le graduatorie.

A ciò si aggiunge l’urgente necessità di aggiornare ed adeguare le dotazioni indispensabili sia per i
servizi di controllo del territorio ed il contrasto alla sempre più diffusa ed aggressiva criminalità “da
strada”, sia per la lotta alla criminalità organizzata e al “cyber crime”.

La distribuzione delle armi non letali, come le pistole ad impulsi elettrici (taser), i mezzi di
coazione a distanza con puntamento laser (bolawrap) e gli spray urticanti, insieme a quella delle
body-cam va accelerata e resa capillare per garantire i massimi livelli di efficienza ed efficacia.

Come avviene ad esempio negli Stati Uniti vanno studiati e realizzati automezzi per i servizi di
polizia che non siano semplici adattamenti superficiali, ma modelli appositi – sia pure derivati dalla
produzione di serie – con abitacoli e misure di sicurezza attiva e passiva adeguati.

Problematiche ordinamentali: nuovi correttivi al riordino del 2017

Per accorgersi di come il riordino del 2017 ha portato nella Polizia di Stato più problemi di quanti
ne abbia risolti basta guardare le pagine web di tutti i sindacati, ma c’è una differenza: ciò che oggi
tutti lamentano, noi lo avevamo già evidenziato durante la fase di studio del testo, abbandonando il
tavolo.

Si lamentano anche quelle sigle che, all’epoca, ci tennero ad assumersi la paternità di quel testo
sciagurato, parlando esplicitamente di “svolta epocale”: bisogna quindi risolvere immediatamente le
problematiche relative ai tempi e alle modalità della progressione interna alla Polizia di Stato.

Nei decenni scorsi c’è stato un lunghissimo blocco dei concorsi interni che ha generato specifiche
problematiche, che di fatto investono solo l’Amministrazione della pubblica sicurezza e che, lungi
dall’essere state risolte dal riordino del 2017, sono giunte ad ulteriori e pesantissime conseguenze.

L’incremento della dotazione organica del ruolo sovrintendenti deve essere maggiore e strutturale
per dare adeguate opportunità agli anziani esperti e ai giovani desiderosi di migliorarsi, eliminando
gli arretrati previa correzione d’ufficio delle decorrenze di tutti i promossi per meriti straordinari.

È inaccettabile che la metà dell’organico degli ispettori risulti perennemente scoperta, che essi non
abbiano sbocco direttivo mentre anche chi lo ha avuto è stato mortificato: chi accede ad un ruolo
superiore dalla qualifica apicale del ruolo sottostante non può essere penalizzato economicamente!

Le prove dei concorsi interni per ispettore necessitano di una riduzione e semplificazione strutturale
e, come per quelli da sovrintendente, bisogna transitoriamente prevedere lo scorrimento di tutte le
graduatorie per raggiungere il completamento dell’organico previsto per ognuno dei due ruoli.

Solo l’effetto combinato di nuovi correttivi e di un reale adeguamento delle dotazioni organiche di
ognuno dei ruoli in cui è articolata la Polizia di Stato – dalla base ai vertici, ordinari e tecnicoprofessionali – potranno sbloccare meccanismi inceppati che generano gravissimo malcontento.

Tutele professionali e della qualità della vita

Siamo ancora in attesa delle promesse coperture assicurative rispetto agli infortuni professionali,
mentre sulla tutela legale rimangono ampie zone d’ombra per cui, di fatto, gli appartenenti alla
Polizia di Stato continuano a non avere una copertura assicurativa sanitaria e un’adeguata tutela
legale.

Vanno stanziati fondi finalmente adeguati e, tramite apposita delega, il nuovo Governo dovrà varare
un decreto legislativo che contenga protocolli operativi adatti a salvaguardare sotto il profilo penale
gli operatori di polizia che li applicano, e specifiche aggravanti per tutti i reati commessi contro di
loro.

Sono sotto gli occhi di tutti i troppi casi di Servitori dello Stato sottoposti a lunghissimi
procedimenti giudiziari che alla fine portano ad assoluzioni con formula piena: nel frattempo i
colleghi hanno dovuto affrontare spese ingentissime e una condizione psicologica terribile che non
può più essere tollerata.

Sono sotto gli occhi di tutti i troppi casi di Servitori dello Stato sottoposti a lunghissimi
procedimenti giudiziari che alla fine portano ad assoluzioni con formula piena: nel frattempo i
colleghi hanno dovuto affrontare spese ingentissime e una condizione psicologica terribile che non
può più essere tollerata.

Il disagio complessivo è profondo e diffuso, ormai palpabile, e sono numerosi purtroppo gli episodi
che lo documentano, per cui serve anche una reale tutela anche psicologica delle divise che sia però
svincolata dalle gerarchie e consenta agli interessati di chiedere aiuto senza timore di ritorsioni.

Nel frattempo le Forze di polizia che per qualità ed impegno sono internazionalmente riconosciute
come eccellenze assolute, sono anche tra le meno pagate dell’Unione europea: è ormai tempo che
vengano effettuati studi ufficiali che accertino e sanino una volta per tutte questa grave anomalia.

Stipendi e indennità accessorie delle nostre divise sono rimasti troppo indietro rispetto a quelli dei
colleghi dell’UE ed occorrono stanziamenti idonei affinché i rinnovi contrattuali siano adeguati alle
necessità, arrivino in tempo – non alla scadenza del periodo successivo – e siano pagati subito.

Ma la serenità in servizio passa anche per le aspettative sulla quiescenza: va realizzata subito una
previdenza dedicata che vada a restituire integralmente, agendo sui coefficienti pensionistici, quanto
perdono i Servitori dello Stato a causa della mancata istituzione della previdenza complementare.

Conclusioni

Affinché tutto ciò che abbiamo chiesto non appaia una sorta di libro dei sogni, servirebbe che subito
qualcuno si svegliasse e imponesse il pagamento alle divise di spettanze contrattuali arretrate anche
del 2019 di cui nessuno sa dirci nulla: come è possibile tollerare un simile atteggiamento?

Un’ultima amara riflessione va poi fatta sul proliferare di scappatoie di ogni genere che rendono di
fatto del tutto aleatoria sia l’effettiva sanzione del reo alla fine del processo, sia l’applicazione di
misure cautelari adeguate nei casi in cui la reiterazione delle condotte criminose sia più che
probabile.

Quanto può essere grande la demotivazione del Servitore dello Stato che arresta in flagranza
l’autore di un reato senza occupazione e senza fissa dimora, dopo una giornata di lavoro passa
anche la notte a sorvegliarlo per condurlo al processo dove lo vede tornare libero con un semplice
obbligo di firma?

La sensazione di impunità che pervade ormai ovunque la società contribuisce al proliferare della
criminalità diffusa e di fenomeni preoccupanti come le baby gang, ma anche alla mancanza di
rispetto che viene manifestata nei confronti di chi indossa una divisa.

Il nuovo Governo dovrà farsi carico di far comprendere a tutti, a cominciare dalle nuove
generazioni, che chi attacca e dileggia un Servitore dello Stato attacca e dileggia non solo tutte le
sue Istituzioni, ma anche tutti i cittadini onesti che in esse si riconoscono.

Solo in Italia l’Autorità di pubblica sicurezza che vieta a un rapper di esibirsi in una provincia dove
“lavorando” crea deliberatamente gravi problemi di ordine pubblico può essere smentita da un’altra
Autorità del medesimo Stato che tutela il “diritto a lavorare” di chi istiga a delinquere.

Servono subito leggi chiare, precise ed inderogabili che tutelino efficacemente il diritto alla civile e
ordinata convivenza della stragrande maggioranza dei cittadini dalla sfacciata prepotenza dei pochi
che, godendo dell’impunità generata da un sistema sbagliato, rischiano di portare la società alla
deriva.

Si ritiene necessario che la politica rimetta la sicurezza al centro della sua agenda, e con essa anche
l’operatore che la garantisce, perché dove non ci sono adeguati livelli di sicurezza viene
compromesso il benessere della comunità, viene rallentato lo sviluppo economico e i cittadini,
sentendosi in pericolo, sono di fatto meno liberi.

La lettera in pdf