Oggetto: mobilità a domanda del personale della Polizia di Stato. – Sollecito completamento del progetto “Portale mobilità”.

Signor Direttore,

dopo oltre due anni e mezzo di piena operatività è senz’altro positivo il bilancio del progetto “Portale mobilità”, ideato ed utilizzato per dare attuazione a quel criterio di assoluta oggettività e trasparenza che è stato condiviso con le organizzazioni sindacali per la predisposizione della mobilità a domanda, attuato finora solo per parte del personale dei ruoli sovrintendenti, assistenti ed agenti: un percorso virtuoso che, sin dall’inizio, prevedeva quindi ulteriori e indefettibili passaggi.

Proprio perché i risultati sono stati positivi è oggi indifferibile dare corso a quei passaggi: considerare a tutti gli effetti come “sede di servizio” il comune già in fase di programmazione dei potenziamenti; estendere criteri e metodologia del “Portale” alla mobilità “interna”, cioè anche nell’ambito dei vari uffici di questure e compartimenti di specialità, nonché a quella del personale in possesso di qualifiche operative professionali ed a quello appartenente ai ruoli superiori.

Il sistema impone infatti, comprensibilmente, che ciascuno possa inviare domande di trasferimento per un numero limitato di sedi ed uffici: l’interessato dovrà quindi conoscere in anticipo non solo la sua posizione nelle graduatorie per ciascun comune e ufficio, ma anche quali potenziamenti sono previsti appunto per ciascun comune e ufficio: solo così potrà ponderare adeguatamente la scelta di comuni e uffici per i quali produrre domanda di trasferimento.

Solo per fare un esempio guardiamo a due colleghi interessati al trasferimento presso tutti i commissariati distaccati ubicati nella stessa provincia: entrambi possono produrre domanda solo per alcuni di essi ma, se quello più anziano produrrà istanza per gli uffici che a posteriori non risulteranno potenziati, egli non verrà trasferito, mentre verrà trasferito il collega meno anziano che ha prodotto domanda per uno dei commissariati che invece risulteranno potenziati.

E non basta: se l’anno successivo quel collega più anziano, memore dell’esperienza negativa vissuta l’anno precedente, dovesse proporre domanda per altri uffici ubicati in provincia e dove risultasse primo, potrebbe vedersi nuovamente negato il trasferimento perché, nel frattempo, magari lo stesso collega meno anziano di cui sopra potrebbe aver chiesto ed ottenuto dal Questore della provincia un movimento “interno” richiesto “ai sensi dell’art. 44 del d.P.R. 782/1985”.

Appare evidente che il citato art. 44 del Regolamento di servizio va correttamente applicato e deve quindi essere utilizzato solo per i movimenti determinati da comprovate e specifiche esigenze di servizio, non certo per la mobilità a domanda che oggi, di fatto, viene effettuata senza alcuna regola oggettiva e certa, con uno stridente ed inaccettabile contrasto con quanto avviene a livello nazionale ed in patente quanto perdurante violazione della vigente normativa pattizia.

Va ricordato, infatti, che sono passati ben diciotto anni da quando, secondo il ccnl, codesta Amministrazione avrebbe dovuto emanare, a livello centrale, un’informazione preventiva sulla “mobilità interna” (art. 25, co. 2, lett. b) e co. 3, d.P.R. 164/2002) ed una successiva, sia a livello centrale che periferico, sulla sua attuazione (art. 25, co. 4), per poi riunire con cadenza semestrale un’apposita conferenza con le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto.

È stato quindi a lungo disatteso il principio che impone criteri univoci ed oggettivi su tutto il territorio nazionale sia per la mobilità esterna che per quella ed interna di tutti i ruoli contrattualizzati, compreso il personale che espleta attività tecnica o tecnico professionale e quello in possesso di qualifiche operative professionali, come era stato invece specificamente previsto in linea di principio già con la nota circolare n. 333-A/9807-E.1/3368 del 14 maggio 2012.

A nostro avviso è quindi urgente che, fin da subito, venga sospesa l’effettuazione dei movimenti a domanda in impropria applicazione del ripetuto art. 44 di un Regolamento di servizio in corso di aggiornamento, demandando l’effettuazione anche di tutti i movimenti “interni”, tra diversi comuni o all’interno del medesimo comune, senza eccezione alcuna, al “Portale mobilità”, unico strumento idoneo ad assicurare uniformità a trasparenza adeguati ed anche per gli specialisti.

Oggi, infatti, i videofotosegnalatori e i dattiloscopisti che desiderano essere trasferiti in altri uffici di Polizia Scientifica, ubicati nello stesso o in altro comune, non hanno alcuna possibilità di consultare una graduatoria trasparente, subendo così un’inaccettabile disparità di trattamento. E lo stesso problema c’è anche per il personale navigante ed aeronavigante, nonché per gli operatori subacquei, per gli artificieri, per i cinofili, per gli infermieri cinofili, per i cavalieri e i tiratori scelti.

Infine ricordiamo che le norme statuite del d.P.R. 164/2002 fanno riferimento a tutto il personale “contrattualizzato”, per cui l’utilizzo del Portale dovrà essere esteso a tutti. Solo così potrà essere assicurata la stessa univocità e trasparenza che già tanti colleghi hanno positivamente sperimentato in questi due anni e mezzo per la mobilità a domanda in ambito nazionale per i ruoli sovrintendenti, assistenti ed agenti e cui hanno diritto tutti i poliziotti, anche sulla base.

Occorre quindi cominciare ad inserire all’interno del Portale anche il personale del ruolo degli ispettori, per il quale i concorsi straordinari previsti dal riordino e dai successivi correttivi consentono finalmente l’effettuazione di una mobilità a scadenze regolari: ove mai ciò non fosse immediatamente possibile si richiede almeno la tempestiva pubblicazione di circolari che indichino i termini per la presentazione delle domande di trasferimento e relative revoche, nonché dei potenziamenti previsti in ambito comunale.

In attesa di un cortese cenno di riscontro si porgono cordiali saluti.

La lettera