OGGETTO: Pandemia da COVID-19. Sospensione della vaccinazione con Astrazeneca.

La sospensione della vaccinazione di massa con Astrazeneca, decisa ieri
dall’AIFA, sulla scorta di analoghi provvedimenti adottati in altri paesi europei, è stata
conseguente alla valutazione di alcuni gravi eventi avversi, in primis patologie
tromboemboliche, in soggetti nei quali, nei giorni precedenti, era stato somministrato il
vaccino.

Il provvedimento, di natura precauzionale, è finalizzato a chiarire il rapporto che
intercorre tra tali eventi sporadici e la vaccinazione, che sta riguardando, in tempi ristretti,
una notevole quota della popolazione.

In Italia ed in altri paesi europei sono state infatti utilizzate milioni di dosi di
questo vaccino che ha provocato effetti collaterali nella misura attesa: essenzialmente
febbre, mialgie e astenia, sintomi peraltro transitori e osservati in una piccola percentuale
di soggetti.

La segnalazione di gravi eventi, anche mortali, quasi sempre di natura
cardiovascolare, in soggetti che erano stati vaccinati nelle ore e nei giorni precedenti, non
trova al momento alcuna correlazione causale con la vaccinazione, secondo quanto
garantito dalle autorità internazionali e nazionali in materia, ma soddisfa il solo criterio
temporale che, ovviamente, rappresenta soltanto il primo requisito utile perché si realizzi,
in termini certi o quantomeno probabili, un rapporto causa/effetto.

Durante una campagna di vaccinazione di massa come quella attuale, che
comporta concentrazione della somministrazione in tempi ristretti a un elevatissimo
numero di soggetti, è peraltro inevitabile che siano segnalati gravi eventi, primi tra tutti
le morti improvvise, che vengono nell’immediatezza fatte risalire agli effetti della
vaccinazione, suscitando incertezza, confusione e preoccupazione.

Si tratta di eventi tanto gravi quanto imprevedibili, inevitabili e naturali, che
sempre si osservano nella popolazione, ma è ben comprensibile come nell’attuale clima,
possano suscitare tali sentimenti; l’amplificazione mediatica e i provvedimenti di
garanzia, adottati dall’ Autorità Giudiziaria, contribuiscono poi a creare una percezione di
insicurezza e di smarrimento non solo nella popolazione, ma anche negli operatori sanitari
stessi che, a diverso titolo, hanno un ruolo nella campagna vaccinale.

Il compito degli organismi internazionali e nazionali deputati all’autorizzazione
del vaccino è di chiarire se la correlazione tra vaccinazione e eventi avversi sia causale o
casuale, attraverso l’analisi delle risultanze dei singoli casi e dei dati epidemiologici, dal
momento che le morti improvvise e le patologie tromboemboliche rappresentano
tutt’altro che evenienze rare.

Nel nostro Paese, infatti, i dati disponibili indicano che le morti improvvise
cardiache sono dell’ordine di 0.95/1000 abitanti/anno, pari a 40-50.000 nuovi eventi per
ogni anno, anche se vi sono buone ragioni per ritenere questo dato sottostimato. Un caso
su cinque colpisce fasce di popolazione giovane ed ancora attiva (tra i 35 ed i 65 anni):
questi numeri indicano come, a ragione del numero dei soggetti fin qui vaccinati in Italia,
occorra molta prudenza nella valutazione del nesso di causalità tra la somministrazione
del vaccino ed i tragici ed isolati eventi che in questi ultimi giorni vengono registrati e
segnalati, ma che potrebbero presentarsi inevitabilmente a prescindere dalla pratica
vaccinale.

I possibili effetti collaterali sono stati peraltro ben studiati nella fase di
sperimentazione del vaccino, senza che si evidenziassero situazioni o casi di gravità:
occorrerà quindi un po’ di tempo e molta prudenza, da parte degli organismi scientifici
deputati, perché possano fugare del tutto anche i più piccoli dubbi sulla sicurezza del
vaccino. Qualora emerga una sfumata correlazione tra vaccinazioni ed eventi gravi
avversi, la validità della campagna vaccinale dovrà essere ricondotta ad una rigorosa
valutazione in termini di costi/benefici, rammentando che il rischio zero non può esistere
e che l’adesione resta su base volontaria.

Seppure si tratti, lo si ribadisce, di un provvedimento del tutto cautelativo, è chiaro
come la decisione di sospendere la vaccinazione con quello che ad oggi è il vaccino
massivamente utilizzato nel personale delle forze dell’ordine, abbia provocato
preoccupazioni e allarmismo. Alla data di ieri ben 53.000 operatori della Polizia di Stato
hanno infatti ricevuto la prima dose del vaccino, una quota pari al 76% del personale che
aveva aderito alla campagna vaccinale e che costituisce già un risultato assolutamente
confortante, in termini di contenimento della pandemia, nel nostro comparto.

Nel personale della Polizia di Stato, dall’inizio della pandemia, si sono infatti
registrati circa 9000 casi di positività al SARS-CoV-2 ed undici decessi, attualmente l’età
media dei ricoverati per COVID nella popolazione generale è di 44 anni di età e ciò
consente di comprendere quale è stato, e quale avrebbe potuto continuare ad essere, senza
il ricorso alla vaccinazione, l’impatto della pandemia anche nella nostra realtà.

Per quanto attiene agli interrogativi posti dalla sospensione della vaccinazione con
Astrazeneca, si rappresenta quanto segue:

1. per coloro che sono stati sottoposti alla vaccinazione, anche con 1 lotti sequestrati
dall’ Autorità Giudiziaria, non vi è nessun pericolo e nessuna necessità di
effettuare controlli, accertamenti clinici o terapie preventive, ma vanno soltanto
segnalati al medico curante eventuali effetti aversi che, in genere, si manifestano
entro poche ore dalla somministrazione;

2. il vaccino garantisce una buona protezione già alla terza settimana dopo la
somministrazione della prima dose, mentre il richiamo, finalizzato a dilatare 1
tempi di copertura, è effettuato 78 giorni dopo. In considerazione di questo lungo
intervallo di tempo, il giudizio sulla sicurezza del vaccino interverrà ben prima
della scadenza dei tempi per il richiamo;

3. per coloro che non sono stati vaccinati, occorre ovviamente attendere le decisioni
degli enti nazionali e internazionali preposti, ma la vaccinazione può ovviamente
continuare laddove siano disponibili vaccini di altro tipo.

In considerazione della frequente circolazione, negli usuali canali del web, di
notizie e di documenti privi di ogni attendibilità circostanziale e scientifica, si raccomanda
vivamente di affidarsi, per gli aggiornamenti e gli approfondimenti ai siti ufficiali e
governativi.