Oggetto: Personale in quiescenza – inammissibili ritardi nell’ erogazione del primo assegno mensile. – Richiesta di un sistema di gestione dedicato.
Preg.mo Capo della Polizia,
con la presente questa O. S. porta alla Sua autorevole attenzione un elemento di forte criticità relativo al collocamento in quiescenza del personale della Polizia di Stato.
Si fa riferimento all’accreditamento del primo assegno mensile di pensione per i neopensionati appartenenti all’Amministrazione della P. S., che avviene con ritardi inammissibili, spesso dopo svariati, troppi mesi e solo a seguito di innumerevoli solleciti scritti a cura del diretto interessato.
Ciò non è tollerabile. Non è tollerabile che servitori dello Stato dediti per una vita alla sicurezza del Paese non abbiano diritto ad un pagamento puntuale di emolumenti dovuti. Una situazione seria, che riguarda tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato, ma che per quelli di ruolo medio-basso, cui spettano pertanto assegni anche modesti, risulta particolarmente gravosa, avendo essi un tenore di vita tutt’altro che opulento. Ciò significa che da tali prolungate attese del primo assegno scaturiscano, spesso, periodi privi di entrate, per cui il dipendente è obbligato, per mandare avanti la propria famiglia senza giungere a completa indigenza, a contrarre debiti.
Un quadro vergognoso che, a nostro avviso, affonda le radici nella disorganizzazione da parte dell’INPS, che deve provvedere all’effettiva corresponsione degli emolumenti e che lo fa accumulando nei pagamenti ritardi inammissibili, fino a dieci (dieci!) mesi (ci è stato segnalato che a Roma, in questo periodo, si stanno iniziando a saldare i primi pagamenti di personale cessato dal servizio a ottobre 2018!), con rilevante nocumento per i dipendenti, che hanno dato tanto alla nostra Amministrazione. Anche l’attività delle diverse Prefetture, che operano con differenti tempi e modi, dovrebbe essere coordinata per avere metodi univoci e tempi certi. Solo a titolo esemplificativo, ci viene segnalato che l’Ufficio Pensioni della Prefettura di Roma opera con soli due dipendenti per le pratiche riguardanti i gradi da Agenti a Sostituto Commissario, e un’altra per i gradi superiori; i predetti dipendenti solo con grande spirito di sacrificio, riescono a far fronte a carichi di lavoro sovrabbondanti, oggettivamente eccessivi.
Ci risulta che l’Arma dei Carabinieri, per ovviare a tali situazioni e avere la certezza di un pagamento tempestivo delle pensioni per i propri appartenenti, abbia centralizzato la gestione delle relative pratiche.
A nostro avviso diventa doveroso per la Polizia di Stato fare altrettanto, istituendo un sistema di gestione dedicato, per superare concretamente questa criticità, divenuta ormai insostenibile.
Ci appelliamo, pertanto alla Sua sensibilità e alla Sua riconosciuta capacità di risolvere i problemi concreti degli appartenenti alla nostra Istituzione, con l’auspicio che possa riconoscersi, al più presto, la legittima dignità professionale e umana che si deve a chi ha servito lo stato per una intera vita.
Si porgono distinti saluti.
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