OGGETTO: Rimodulazione corso vice ispettori della Polizia di Stato.- Richiesta avvio confronto urgentissimo.
Preg.mo Direttore,
continuano a giungere a questa Segreteria innumerevoli e condivisibili segnalazioni relative alle procedure ed attività didattiche alle quali vengono sottoposti indistintamente tutti i vincitori del concorso pubblico per vice ispettori della Polizia di Stato, a prescindere dal loro status giuridico (provenienti dalla “vita civile” o già immessi nei ruoli della Polizia di Stato e vincitori delle riserve di posti loro dedicate). L’assenza di diversificazione, oltre ad apparire in contrasto con i dettami della L.121/81 genera, a nostro modesto avviso, una serie di paradossi tecnici e pratici che andrebbero sanati senza ulteriore ritardo.
Nel voler evidenziare e sviscerare fattivamente le appena accennate criticità, per semplicità espositiva, utilizzeremo i decreti istitutivi e piano degli studi del “17° corso di formazione per allievi vice ispettori della Polizia di Stato” e quello del “18° corso di formazione professionale per la nomina alla qualifica di vice ispettore della polizia di stato”, rispettivamente dedicati ai vincitori del concorso pubblico e del concorso interno.
Il decreto destinato al concorso interno, rivolgendosi ad una platea di soli appartenenti, viene sviluppato tenendo conto di tutto ciò che il dipendente ha già acquisito nel corso degli anni e dei precedenti corsi da allievo agente e/o sovrintendente; non a caso il piano studi di riferimento consta materialmente di sole 6 pagine e la modalità di fruizione è quella e-learning con una durata di soli 3 mesi. Per contro, il piano studi del concorso esterno, consta di 26 pagine e NON tiene conto che i vincitori sono in parte provenienti dalla “vita civile” ed in parte già interni all’Amministrazione e che essi hanno partecipato a specifiche riserve di posti “ad hoc”. In tale particolare contesto, la
mancata previsione di scindere i corsi per gli uni e per gli altri, come anche la logica richiederebbe, dà vita a gravi incongruenze anche a danno della stessa Amministrazione. Infatti, Il tutto si traduce in una discutibile sospensione delle loro normali funzioni e mansioni operative (per un periodo di 18 mesi), sottraendo preziose risorse alle attività istituzionali. Al contempo, l’Amministrazione è costretta a sostenere ingenti costi per vitto, alloggio e gestione della didattica, senza una reale necessità e con una scarsissima ottimizzazione del rapporto costi-benefici.
A rafforzamento del concetto appena esposto, gli appartenenti vincitori del concorso pubblico vengono ammessi al corso usufruendo di una non ben dettagliata “aspettativa speciale” che li pone in un ibrido giuridico (difficilmente contestualizzabile a livello normativo) che a sua
volta genera ulteriori paradossi. Basti pensare che a costoro viene chiesto “ad horas” di rivestire ed alternare continuamente il ruolo di allievo e quello di appartenente con obblighi quali dover superare nuovamente varie prove, esami, test, preparazioni etc. affinché possano ottenere le funzioni, autorizzazioni ed altre idoneità di cui erano e sono già in possesso in quanto poliziotti.
Un altro aspetto rilevante riguarda le attuali norme sulla destinazione di sede per il personale già appartenente all’Amministrazione, che seppur rivisitate di recente, con nostro apprezzamento, nella fattispecie in analisi continuano a prevedere eccesivi vincoli di incompatibilità territoriale.
Tali vincoli risultano penalizzanti per quei colleghi che hanno stabilito la propria residenza nella sede di servizio, spesso con investimenti significativi nell’acquisto di un’abitazione. Si propone dunque l’eliminazione di questi vincoli ai vincitori che hanno partecipato alle riserve di posti equindi già appartenenti così come previsto per i concorsi interni, che producono danni sia patrimoniali che familiari per il personale interessato.
Infine, una ulteriore criticità che investe praticamente tutti i vincitori, a prescindere dal loro status giuridico di partenza, è quella relativa ai quattro esami universitari che si troveranno a dover superare durante il corso anche i già laureati in materie giuridiche ed i laureandi. Infatti, secondo i dettami del MIUR, non è possibile ripetere uno stesso esame universitario eccetto i casi in cui questi abbiano un corrispettivo di cfu superiore rispetto a quelli già superati o che pur in presenza di cfu in egual numero o inferiore, siano parte di un corso che consenta l’acquisizione di un titolo diverso da quello già in possesso. Siccome il corso, in questa fase transitoria, non prevede l’acquisizione di
alcun titolo, a livello normativo sembrerebbe esserci un problema di non poco conto e che potrebbe dare adito a controversie ed impugnazione del decreto e relativo piano degli studi.
Alla luce di quanto esposto, crediamo fermamente che la diversificazione delle attività didattiche e formative del personale già appartenente all’Amministrazione rispetto a quello proveniente dalla “vita civile” sia una priorità. Trovandoci, inoltre, in una fase transitoria ed avendo
il Sig. Capo della Polizia facoltà di apportare modifiche al bando, ma anche ai successivi decreti istitutivi, vorremmo proporre una soluzione semplice ed economica, ovvero di destinare i corsi di formazione “integrali” (prevista dal decreto istitutivo del 17° corso per intenderci)al solo personale proveniente dalla “vita civile”. Al contempo, per il personale già appartenente ai ruoli dell’Amministrazione e che abbia partecipato alle riserve di posti a loro dedicate, utilizzare i criteri di formazione previsti per i vincitori del concorso interno (applicare quindi modalità e piano degli studi del 18° corso per vice ispettori).
In conclusione, è possibile evincere come l’intera materia necessiti di essere riconsiderata nel suo complesso, anche promuovendo opportuni e specifici interventi normativi coadiuvati da cambiamenti strutturali e proporzionati alle reali esigenze dei poliziotti e dell’Amministrazione.
Per tale motivo, sui temi esposti si chiede di avviare un confronto urgentissimo con le organizzazioni sindacali rappresentative, al fine di individuare adeguate soluzioni.
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