Oggetto: rimodulazione corso vice ispettori.
– Richiesta di avvio confronto urgentissimo.

Signor Capo della Polizia,
come noto quello degli ispettori è un ruolo tormentato sin dalla sua
istituzione, nell’ormai remoto 1981: nel tempo i suoi appartenenti si sono costantemente ritrovati, in
maniera incolpevole, al centro di numerose problematiche che, lungi dall’essere risolte da svariati
riordini e correttivi, si sono trascinate a lungo e, per certi versi, si sono addirittura aggravate.

Ad oggi il ruolo, nel suo organico, è ancora pieno solo a metà e i meritori tentativi di dare
impulso a nuove immissioni con numeri che, pur risultando ancora insufficienti, finora non si erano
mai visti, hanno peggiorato in maniera esponenziale le prospettive di assegnazione o rientro nelle
sedi ambite da colleghi che molto spesso hanno mutui da pagare e famiglie che ne richiedono la
presenza.

La situazione viene resa esplosiva dalla storica penuria di alloggi di servizio, fatta eccezione
solo per quelli connessi all’incarico, rendendo pressoché impossibile ai neo vice ispettori di farsi
seguire dalle famiglie, soprattutto nelle realtà metropolitane: tra tutti spicca proprio l’esempio della
Capitale dove, nonostante l’imminente Giubileo, molti di questi colleghi neo assegnati, ma con
svariati anni di anzianità di servizio alle spalle, non si sono visti assegnare neppure un “posto letto”,
essendo costretti a dormire in condizioni di fortuna, spesso al limite della dignità umana.

Drammatica situazione che si sta risolvendo positivamente in questi concitati giorni solo
grazie alla Sua sensibilità e a quella del Questore di Roma.

Specifici problemi investiranno anche gli allievi che stanno frequentando un interminabile 17°
corso, basato su materie giuridiche di livello universitario che, a differenza di quanto avviene per
altre Forze di polizia, hanno dovuto dimostrare di conoscere per poter affrontare l’esame: che senso
ha, quindi, ripetere in generale per diciotto mesi argomenti già noti e, nel caso di specie, per un altro
intero anno?

Il corso pluriennale serve per altre Forze nei cui concorsi non sono previsti esami sulle
specifiche materie professionali che poi verranno studiate durante il corso di formazione iniziale, ma
solo prove di cultura generale: i nostri ragazzi quelle nozioni hanno dovuto dimostrare di possederle
già in sede di concorso, per cui a scuola dovrebbero solo fare pratica su casi professionali concreti.

La condizione di allievo, poi, non può essere mantenuta per 18 mesi! Un anno e mezzo senza
un vero rapporto d’impiego, con tutti i rischi e le penalizzazioni anche economiche e pensionistiche
che ciò comporta: una condizione anacronistica inventata in tempi remoti e che, infatti, chi ad esempio
studia da Maresciallo dell’Arma dei carabinieri lascia subito dopo i primi sei mesi per un vero
stipendio e le giuste tutele anche economiche e previdenziali.

Perché alle condizioni attuali i nostri ragazzi non si vedranno riconosciuto alcun contributo
previdenziale per l’intera durata del corso.

Per ben 18 mesi, infatti, l’allievo vice ispettore non accumula contributi per la sua già magra
pensione e questo è inaccettabile: in uno scenario in cui abbiamo accorciato sia il corso da agente sia
quello da commissario si palesa la necessità di ridurre il corso da vice ispettore, a partire da quello in
atto, portandolo al massimo a 12 mesi, seguiti da 6 mesi di prova da effettuarsi pressi gli uffici e
reparti di assegnazione.

Questo consentirà da un lato all’Amministrazione di poter avere al più presto ispettori da
immettere in ruolo e, così facendo, programmare concorsi e corsi in modo più celere e, dall’altro, agli
stessi colleghi di iniziare a percepire uno stipendio dopo i primi dodici mesi e guadagnare anche sei
mesi di contributi previdenziali.

Anche per le assegnazioni, poi, bisognerà agire in modo da impedire il ripetersi delle criticità
testé evidenziate, sia rivedendo i criteri, ed in particolare le “incompatibilità” – portandole da
regionali a provinciali – sia attivando politiche per gli alloggi e per la mobilità che riducano al minimo
i disagi per i fuori sede, con tempi definiti per i rientri.

L’intera materia ha bisogno di essere riconsiderata nel suo complesso, anche promuovendo
opportuni e specifici interventi normativi e nuovi protocolli universitari ed è per questo che sui temi
esposti – a cominciare dalla rimodulazione del corso, alle sedi di assegnazione, agli alloggi e la
mobilità del ruolo – Le chiediamo di avviare al più presto un urgente confronto con le organizzazioni
sindacali rappresentative.

In attesa di un cortese cenno di riscontro Le inviamo cordiali saluti.

La lettera