“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità” 

Ne sono evidentemente convinti quegli improbabili sindacalisti alla spasmodica ricerca di frammenti di notorietà che, da qualche tempo, stanno portando avanti un volgare tentativo di mistificazione della realtà.

Della serie, meno conto più strillo.

Lo strumento privilegiato è una sgangherata macchina del fango con la quale si tenta di sporcare l’immagine di UGL Polizia di Stato e l’onorabilità delle migliaia di uomini e donne che ne fanno parte.

Vogliamo quindi ribadire alcune semplici verità.

Noi di UGL Polizia di Stato non abbiamo mai asservito la nostra organizzazione ai bisogni e alle esigenze che non fossero quelle dei nostri iscritti e, più in generale, dei poliziotti.

Non la pensava evidentemente così un nostro ex iscritto, Giovanni Iacoi, il quale, ammantandosi della carica di Vice segretario nazionale a suo tempo rivestita e senza fare mistero della sua attiva militanza politica, così scriveva: “Questo scellerato codice di procedura penale, tuttora in vigore, unico nel suo genere nel mondo, lo hanno confezionato due indegni magistrati Vigna e D’Ambrosio. Più di una trattativa Stato-Mafia io parlerei di trattativa Magistrati-Mafia per avere i magistrati, con questo sistema, liberalizzato di fatto la criminalità in Italia”.

Accuse infamanti e diffamatorie contro l’Ordine giudiziario e la memoria di due eroici magistrati distintisi nella lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo, dalle quali abbiamo immediatamente preso le distanze decretando, all’unanimità, la decadenza del citato Iacoi.

Prendiamo quindi atto che alcuni amici del nostro intrepido ex iscritto abbiano deciso di condividere i suoi giudizi sulla magistratura e i due giudici inopinatamente chiamati in causa e, per parte nostra, confermiamo la distanza siderale da qualunque forma di strumentalizzazione del sindacato per fini personali.

Agli alimentatori della macchina del fango e al signor Roberto Intotero, Segretario del Nuovo Sindacato di Polizia che, per queste ragioni, per ultimo ci ha accusato di “bassezze morali”, diamo invece appuntamento nelle competenti sedi giudiziarie, dove saranno chiamati a rispondere delle loro menzogne dalle finalità chiaramente diffamatorie.

La Segreteria Nazionale

 

Pubblichiamo le vergognose dichiarazioni di Giovanni Iacoi