Al Signor Capo della Polizia – Direttore generale della pubblica sicurezza

Prefetto Franco Gabrielli

R o m a

e, per conoscenza:

Al Sig. Direttore dell’Ufficio per le relazioni sindacali – Dipartimento della p.s.

Vice prefetto Maria De Bartolomeis

R o m a

Oggetto: lettera aperta sull’intervento normativo per scorrimento graduatorie concorsi per agenti.

Signor Capo della Polizia,

riteniamo opportuno precisare compiutamente la nostra posizione in merito alla vicenda che attiene allo scorrimento delle graduatorie delle prove scritte dei concorsi per totali 1.148 posti da allievo agente della Polizia di Stato pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – 4^ Serie Speciale “Concorsi ed Esami” – del 26 maggio 2017 da noi ripetutamente richiesto in maniera informale per lunghi mesi ed infine in maniera formale il 6 dicembre scorso, allorquando è stato paventato l’imminente bando di un nuovo concorso pubblico

Spiegammo che il nostro intervento era dovuto al grande interesse che riveste la materia delle assunzioni per chi rappresenta il personale della Polizia di Stato, in quanto le condizioni lavorative di chi oggi è in servizio si stanno facendo sempre più gravose a causa della drastica riduzione della forza effettiva che si è registrata a partire dal 2008 e dal pesante innalzamento della nostra età media, generando le note – talvolta drammatiche – conseguenze sulle condizioni e sui carichi di lavoro. Puntualizzammo altresì che, come sa bene, inoltre, siamo sempre propositivi e mai strumentali.

Con quella lettera – che ad ogni buon fine si allega – spiegammo in dettaglio i motivi che ci facevano preferire ai costi importanti per la Finanza pubblica, ai tempi lunghi ed alle ricorrenti incognite legate ai concorsi nella Polizia di Stato lo scorrimento delle graduatorie, che è da sempre lo strumento più veloce, affidabile ed economico per assumere in tempi brevi quanto più personale possibile.

Spiegammo altresì perché ritenevamo non fondate le argomentazioni giuridiche che, secondo i tecnici ministeriali, avrebbero impedito di ripetere una terza volta i due precedenti scorrimenti della stessa graduatoria deliberati dall’Amministrazione mediante meri atti amministrativi, aggiungendo che, ove mai lo si fosse ritenuto indispensabile, si sarebbe potuto ancora inserire nella legge di stabilità – all’epoca in corso di esame in Parlamento – una norma ad hoc che consentisse di fare ciò che era già previsto per la Polizia penitenziaria, cioè lo scorrimento delle graduatorie 2017 e 2018.

Se si fosse fatto così oggi sarebbero già partiti per il corso centinaia di ragazzi ed altri milleduecento sarebbero potuti partire la prossima settimana, centrando quella che è la priorità per le legittime aspettative dei poliziotti, che aspettano collaborazione, ma anche del Paese, che reclama Sicurezza.

L’argomento venne poi sottoposto all’attenzione del Sig. Ministro dell’interno nel corso dell’incontro del 17 dicembre successivo: in quella sede tutti i sindacati convennero unanimemente sulla opportunità di procedere allo scorrimento delle graduatorie così come sono, senza distinguo di sorta. Su quel tavolo nessuno fece alcun riferimento a qualsivoglia distinzione tra i candidati: in tal caso avremmo immediatamente manifestato il nostro dissenso, esattamente come facciamo adesso.

Infatti il 14 gennaio scorso, appena venuti a conoscenza del testo proposto al Senato, abbiamo scritto al Sig. Ministro dell’interno – ed a Lei per conoscenza – per rimarcare che a nostro modo di vedere, la graduatoria della prova scritta esattamente così com’è dei concorsi a complessivi 1.148 posti da allievo agente pubblicata avrà vigenza fino al 27 ottobre 2020 e che il suo scorrimento triennale, quindi senza limitarsi a 1.851 unità, risponde alla vigente normativa e costituisce un importante serbatoio cui poter attingere – senza ulteriori costi ed incognite concorsuali – le molte migliaia di unità necessarie a lenire le fin troppo note problematiche di organico e d’anagrafe della Polizia di Stato.

Viceversa l’intervento normativo proposto ed alla fine approvato dal Senato – da noi richiesto al sol fine di scongiurare gli effetti nefasti derivanti dall’ipotizzato bando – contiene del tutto inopinatamente una serie di limiti e discrimini che, apportando benefici infinitesimali sull’abbassamento dell’età media del personale, determineranno però costi, ingiustizie e contenziosi sia per i dubbi di costituzionalità di ciò che è stato definito un “concorso nel concorso”, sia per l’imminente bando di un nuovo concorso pubblico che si intravvede prima del citato triennio, che andrebbe ad aggiungersi ai numerosissimi ancora in atto presso l’oberatissimo competente Servizio, alle prese con le immani problematiche dei concorsi interni per titoli, ma anche per esami, come dimostra quello per 501 posti da vice ispettore.

Come in quella lettera – anch’essa allegata – ripetiamo che immediate massive assunzioni ci sembrano un obiettivo troppo importante per poter correre inutili rischi, per cui l’intervento normativo dovrebbe prevedere – a nostro avviso – semplicemente lo scorrimento senza esclusioni di sorta e l’unica specificazione da inserire dovrebbe riferirsi – secondo noi – ai circa 60 ex vfp che hanno già superato tutte le prove e potevano già essere avviati da dicembre al corso di formazione iniziale per agenti.

Senza soffermarci ancora sugli aspetti giuridici interpretativi va rilevato infine che, in base al noto principio della successione delle leggi, una nuova legge può senza alcun dubbio cambiare quella precedente ovvero derogarvi, per cui riteniamo si faccia ancora in tempo ad evitare quello che per noi era e rimane un grave errore, che determina nocumento ai poliziotti in servizio ed agli obiettivi della sicurezza in generale, insieme a palese ingiustizia nei confronti dei ragazzi interessati.

Ammesso – ed assolutamente non concesso – che, in via ordinaria, per lo scorrimento in argomento si dovessero applicare i requisiti previsti dalla normativa sopravvenuta dopo quella vigente all’epoca in cui è stato bandito il concorso, per ottenere il migliore risultato possibile – evitando tra l’altro l’imponente ed onerosissimo contenzioso che già si prospetta – a nostro avviso sarebbe sufficiente che la Camera modificasse il testo approvato dal Senato, eliminando i riferimenti alle discriminazioni ed aggiungendo che, in deroga ai nuovi requisiti, lo scorrimento verrà effettuato sulle graduatorie delle prove scritte senza alcun distinguo tra i candidati, seguendole esattamente così come sono.

Con la correttezza e la trasparenza che come sa ci contraddistingue le segnaliamo pertanto la nostra vicinanza e solidarietà verso i ragazzi che verrebbero esclusi dallo scorrimento qualora il Parlamento non modificasse il testo della norma ingiusta e discriminatoria approvata dal Senato.

Con immutata stima e con la più viva cordialità.

Roma, 4 febbraio 2019

La lettera