Ci sono momenti in cui, per il bene dei nostri colleghi e senza farsi prendere dal fin troppi facile vigore delle uscite pubbliche, purtroppo, e bene mordersi la lingua e aspettare.
Ahinoi, pero’, la misura é colma e non siamo certo cosi spiritualmente elevati da riuscire a porgere sempre l’altra guancia. Senza pudore alcuno, per l’ennesima volta siamo costretti ad assistere al “balletto della ricerca di responsabilità” politiche sui gravi fatti accaduti a Roma ed assistere al volo ad alzo zero del fatidico “cetriolo”. Balletto che termina sempre colpendo il bersaglio più semplice e sovraesposto: il personale della Polizia di Stato!
Anche in questa ennesima circostanza, infatti, abbiamo vanamente sperato di assistere a una spasmodica inchiesta, attuata da tutte le parti coinvolte, volta all’identificazione e conseguente denuncia di chi aveva tirato sanpietrini e bombole del gas contro i difensori dello Stato che, sia chiaro, non sono andati la mattina all’alba in piazza Indipendenza perché non avevano nulla di meglio da fare, ma in quanto era stato loro ordinato, in virtù del fatto che quell’edificio era occupato illegalmente da diversi anni, e che all’interno si stavano commettendo reati.
Non vogliamo entrare nel merito dell’analisi critica dello svolgimento dei fatti: abbiamo di fronte reati, quali l’occupazione abusiva e altro, provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, decisioni del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, serie e gravi problematiche sociali, il tutto più o meno artatamente e sapientemente sottinteso nella rappresentazione dei fatti, ma al quale, come sempre, solo le Forze di Polizia sono chiamate a dare una soluzione.
Non vogliamo parlare poi dei “mezzi di coazione” impiegati nell’occasione dalle Forze dell’Ordine, dei quali, anche in questa circostanza, qualcuno ci rimprovera l’adozione anche perché diventa una “probatio diabolica” riuscire ad allontanare da edifici o luoghi numerose persone che non ne hanno la minima intenzione, senza far uso della forza fisica e di strumenti di coazione che consentano la riuscita dell’intervento assicurando il minimo danno e, nel contempo, scusate se lo chiediamo, la tutela del “servitore dello Stato”.
Quando poi, come sempre accade, le persone fanno di tutto per contrastare l’operato delle Forze di Polizia, scagliando contro le stesse armi, sampietrini, bombole incendiarie e altro, ben sapendo che siamo i prediletti ad essere “crocifissi”, facendosi scudo con bambini e donne in stato di gravidanza.
Vogliamo ricordare a tutti che durante il nostro servizio, mentre è in corso una carica densa di fumo dei lacrimogeni o una perquisizione, o durante un inseguimento a tutta velocità, o anche durante un arresto, in un attimo l’operatore di Polizia è costretto, suo malgrado, a compiere azioni e ad assumere scelte che poi altri, da lontano, in un secondo tempo, seduti comodamente su di una sedia, a mente fresca e distaccata giudicano, arrogandosi di conoscere la “verità” assoluta.
Verità usata sempre più spesso come una clava contro i più indifesi, che anche stavolta sono ben identificabili, poiché indossano un casco blu.
Ora, per capire quanto si voglia tutelare il lavoro legittimo degli operatori di Polizia, rivolgiamo noi un accorato appello alla politica: “che si approvino senza indugio leggi a tutela degli operatori, e che le responsabilità penali e civili vengano ricondotte in capo a chi commette illegalità, a chi si scaglia contro i servitori dello Stato”.
Sarebbe anche utile e costruttivo che i “Soloni”, che giudicano i nostri comportamenti senza neppure conoscere i fatti accaduti nella loro completezza, tacciano, o se proprio muoiono dalla smania di voler “dire la loro”, siano autorizzati dalla politica a partecipare direttamente agli avvenimenti che ci vedono in prima linea, che abbiano il coraggio di stare e rimanere al nostro fianco, e in quei delicati momenti, dove si rimane senza fiato, in cui la paura a volte paralizza e si è comunque costretti a prendere delicate decisioni, diano finalmente qui sfogo alle loro corde vocali indicandoci cosa, secondo loro, fare, e assumendosi la loro parte di responsabilità.
Ma come siamo certi della nostra onestà intellettuale e del nostro attaccamento ai principi democratici, della nostra professionalità e preparazione, siamo altresì consci che nessuno di questi tuttologi avrà il coraggio di rispondere al nostro appello.
E saremo nuovamente lasciati soli.
Segretario Nazionale Generale Valter MazzettiIl comunicato