Lo ripetiamo da mesi. 
Il proposito di rendere maggiormente efficiente e meno costoso l’apparato deputato a garantire la sicurezza nel nostro Paese, non si realizza “uccidendo” il Corpo Forestale dello Stato.

Smembrare una forza di polizia che ha maturato specifiche ed insostituibili competenze nel campo dei reati contro l’ambiente e la nostra salute alimentare, è un crimine contro i cittadini di oggi e, ancor di più, i nostri figli.

La “legge Madia” può rappresentare un’occasione per migliorare l’organizzazione complessiva degli apparati di polizia solo invertendo la rotta intrapresa e puntando con decisione sulla condivisione delle competenze e delle risorse, non sul loro spezzettamento.

In passato per combattere efficacemente i più gravi fenomeni criminali abbiamo realizzato strutture centrali interforze: la Direzione Investigativa Antimafia, la Direzione Centrale Antidroga e quella Anticrimine.

Uno sforzo sinergico e sincrono che ha dato i risultati che tutti conosciamo.

Oggi occorre ripercorrere quella stessa strada.

La politica faccia quindi un passo indietro e rinunci al dividendo effimero e dagli effetti catastrofici di uno spot pubblicitario del tipo: “abbiamo ridotto da 5 a 4 le forze di polizia”.
Il nostro ambiente va difeso più e meglio di quanto è stato fatto finora e ciò sarà possibile solo potenziando la nostra azione preventiva, di intelligence e repressiva.

Come? Creando una struttura interforze che raccolga e riorganizzi i settori sparsi fra le diverse forze di polizia e non parcellizzando intelligenze, professionalità e risorse.
Lo strumento più efficace è una Direzione Centrale per la Polizia Ambientale Interforze nell’ambito del Dipartimento della P.S..
La cornice normativa è proprio il vituperato art. 8 della “legge Madia”.

LA SEGRETERIA NAZIONALE

 

Il Comunicato in originale